giovedì 15 novembre 2012

Gli ebrei ci spelleranno vivi

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Ahmed Jaabari
Il comandante dell'ala militare Jabari era l'interlocutore con egiziani ed israeliani per gli accordi di tregua, ucciderlo significa la volonta' di Israele di non avere nessun negoziato.
Il consiglio di sicurezza si e' concluso con un nulla di fatto.
(Email di Luisa Morgantini, v.sotto).

Nel 1880 circa, Dostoyevsky profetizzò: se e quando gli ebrei prenderanno il potere, ci spelleranno vivi.
In Palestina, questa profezia si avvera.
Non è questione di innati caratteri ebraici: un ebreo può essere buono e fare il bene, un ebreo può pentirsi, ma ‘gli ebrei’ no, perché questo corpo politico esiste precisamente per combattere gli indigeni, siano palestinesi o di altrove.
Ideologicamente, uno Stato ebraico farà la cosa ebraica, ossia combatterà i nativi e la Chiesa, sia cristiana o islamica.

Se gli antichi ebrei tornassero’, scrisse Simone Weil, ‘distruggerebbero le nostre chiese e ci massacrerebbero tutti’.

La tradizione ebraica è occultamente etnocentrica e disumanizza gli estranei con un piacere insuperato’, ha scritto Ed Herman.

Lo stato ebraico e' uno stato virtuale che sta rapidamente perdendo gli ultimi agganci con la realta'. Questo stato-fantasma uccide gente e raccoglie denaro in America; continua la sua esistenza che, in termini legali, puo' dirsi "decesso". I suoi campi sono lavorati da operai importati dall'estero, controllati da russi ed etiopi, spiegati da professori israeliani che passano il loro tempo nelle Universita' americane e da coraggiosi generali che si guardano dal ricevere un grosso calcio dai produttori d'armi americani.


Gaza - 14 novembre 2012

Come scarafaggi in una botte

...una volta che essi siano stati chiusi dietro un muro di cemento di 25 piedi, non potranno nuocere in nessun modo. La loro sola scelta sarà di correre senza scopo avanti e indietro nelle loro città come scarafaggi in una botte, o smammare tutti insieme, che sarebbe la cosa migliore.

  Eitan, capo dello Staff di Israele parlando in una Commissione del Parlamento israeliano. 1983

l’industria dell’olocausto

Norman G. Finkelstein

L’industria dell’olocausto

Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei

BUR 2004  € 8,50
L’olocausto ha dimostrato di essere un'arma ideologica indispensabile grazie alla quale una delle più formidabili potenze militari del mondo, con una fedina terrificante quanto a rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di «vittima», e lo stesso ha fatto il gruppo etnico  di maggior successo negli Stati Uniti. Da questo specioso status di vittima derivano dividendi considerevoli, in particolare l'immunità alle critiche, per quanto fondate esse siano. 
http://www.vho.org/aaargh/fran/livres3/NFOlocausto.pdf

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Aggiornamento 16 novembre:
Ieri sera, abbiamo manifestato in piazza al Manara a Ramallah contro l'operazione "Colonna di Difesa".
Non eravano molti , 150 persone, come gli attiisti israeliani che hanno manifestato davanti alla casa di Nethaniau.
L'escalation israeliana e' davvero grave.
Sopratutto per l'avallo incondizionato del dipartimento di stato Usa che ha rilasciato dichiarazioni di totale sostegno alla politica di "difesa" israeliana.
Un Incubo ed inutile dirlo continuano a pagare i civili.
Il comandante dell'ala militare Jabari era l'interlocutore con egiziani ed israeliani per gli accordi di tregua, ucciderlo significa la volonta' di Israele di non avere nessun negoziato.
Il consiglio di sicurezza si e' concluso con un nulla di fatto.
L'autorita' palestina a Ramallah condanna Israele e chiede la riunione immediata della lega araba come fa anche Haniey da Gaza.
Sarebbe davvero importante riuscire ad esprimere il nostro rifiuto dell'aggressione militafe israeliana, la richiesta di cessate il fuoco, la fine dell'occupazione militare israeliana.
Qui nella Cisgiordania ieri abbiamo fatto manifestazioni in diverse parti per chiedere che il voto all' Onu del 29 novembre sia un voto per il sì alla stato di Palestina come stato osservatore.
A Gerico eravamo qualche migliaio cercavamo di bloccare la strada della Valle del Giordano abilitata per i coloni, naturalmente ci hanno fermato prima con bombe sonore e gas lacrimogeni, ma siamo rimasti per alcune ore.
Per Gaza sarebbe davvero importante fare presidi ovunque e chiedere il cessate il fuoco e la fine dell' occupazione militare, ogni luogo va bene ma bisogna mostrare il nostro dissenso e chiedere al nostro governo di agire.
Vi metto sotto lettera di internazionali a gaza

Ciao
Luisa Morgantini

www.assopacepalestina.org


APPELLO DI ALCUNI INTERNAZIONALI DA GAZA

Mercoledì, 14 Novembre 2012
Alle 15.35 di oggi Gaza è stata scossa da molteplici attacchi militari israeliani lanciati da droni, elicotteri apaches, caccia F16 e navi militari. Una delle prime persone uccise è stata Ahmed Al Jabari, comandante in capo dell’ala militare di Hamas. Le fazioni palestinesi hanno giurato vendetta e i militanti hanno sparato dozzine di razzi verso Israele. Dopo il primo attacco, le forze aree israeliane hanno condotto più di 50 bombardamenti su tutta la Striscia di Gaza che hanno causato almeno 8 morti, compresi 2 bambini e un neonato. Il Ministro della Salute ha inoltre dichiarato che più di 90 persone sono state ferite.
Cresce il timore che Israele possa lanciare un’offensiva di terra su larga scala, paura alimentata dal lancio di volantini nel Nord della Striscia da parte dell’esercito israeliano che annunciavano un’imminente invasione via terra dell’area.
Israele ha lanciato l’operazione denominata “Pillar of Defence” questo pomeriggio con l’uccisione mirata di Al Jabari la cui macchina è stata bombardata nell’area di Thalatin a Est di Gaza City. Mohammad Al-Hams, la guardia del corpo di Al Jabari che viaggiava con lui in macchina è rimasto gravemente ferito ed è morto poco dopo in ospedale. In seguito a questo attacco, una serie di bombardamenti è stata lanciata in tutta la Striscia di Gaza, colpendo aree abitate a Khan Younis, Tel Al Hawa, Sheikh Zayed Square e At Twan nel nord di Gaza, Al Sabra a Gaza City, Rafah, Beit Lahia, Khuza’a, al Bureij.
Le navi da guerra israeliane sono entrate nel mare di Gaza e si sono posizionate vicino alla costa, sparando verso terra. Verso le ore 20, le forze navali israeliane hanno sparato tra i 12 e i 15 colpi di artiglieria verso la base navale di Hamas a nord ovest del campo rifugiati di Shati a Gaza City.
Si moltiplicano le ipotesi secondo cui l’offensiva si prolungherà per diversi giorni e il Primo Ministro israeliano ha dichiarato che è pronto a espandere l’operazione. In una conferenza stampa tenuta oggi il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha dichiarato: “le provocazioni che abbiamo subito e il lancio dei razzi verso gli insediamenti nel sud di Israele ci hanno costretto a intraprendere quest’azione. Voglio che sia chiaro che i cittadini israeliani non ne subiranno le conseguenze. L’obiettivo è di fermare i razzi e danneggiare l’organizzazione di Hamas”. Nonostante ciò, la maggior parte delle vittime di questo attacco sono state civili. La popolazione di Gaza si è rifugiata nelle case e il personale della maggior parte delle organizzazioni internazionali è sotto coprifuoco.
Gli ospedali di tutta la Striscia sono stati invasi dalle vittime degli attacchi. Nella conferenza stampa tenuta di fronte all’ospedale Al Shifa, il Dr Mafed El Makha El Makhalalaty, Ministro della Salute, ha spiegato che gli ospedali soffrono delle carenze causate dalla prolungata chiusura della Striscia di Gaza e dal crescente numero di attacchi avvenuti nelle ultime settimane, in cui molti bambini sono stati uccisi. Gli attacchi di oggi hanno lasciato gli ospedali privi di medicine e forniture mediche. Inoltre, ha sollecitato un intervento immediato da parte della comunità internazionale per fermare il massacro.
La stampa araba riporta che gli ospedali nel Sinai sono stati posti in stato di allerta per affrontare l’emergenza e ricevere i feriti di Gaza.
La popolazione terrorizzata di Gaza sta subendo i continui attacchi di droni, bombardamenti, fuoco navale di questa offensiva militare indiscriminata e sproporzionata. Rimane imprigionata all’interno della Striscia di Gaza e costituisce un facile obiettivo nella guerra controllata a distanza.
Ci rivolgiamo alle persone di coscienza in tutto il mondo perché si oppongano a questa aggressione illecita contro i civili palestinesi.
La comunità internazionale deve intervenire con urgenza per fermare questi violenti attacchi.
Per maggiori informazioni, contattare:
Siamo un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e lavorano negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e promuovere i diritti della popolazione civile palestinese di fronte all’occupazione israeliana e alle operazioni militari. Oltre ad essere noi stessi testimoni oculari, raccogliamo informazioni dalle nostre reti personali in tutta la Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale medico e dalle ONG internazionali presenti a Gaza.
Verifichiamo ciò che divulghiamo e speriamo che i nostri resoconti possano contribuire a rendere più accurata la copertura mediatica della situazione di Gaza.

2 commenti:

  1. A volte ci sentiamo impotenti davanti a queste situazioni.....l'unica cosa è dimostrare il nostro dissenso per quello che stà facendo Israele. W La Palestina W la Palestina libera.

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  2. La seconda cosa è il boicottaggio dei prodotti israeliani, non comprandoli. Non è facile, ma è da lì che si può partire col passaparola...

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