Poesia di Anna Achmatova
Dante
Il mio bel San Giovanni (in italiano nel testo russo)
Neppure dopo morto ritornò
nella sua vecchia Firenze.
Partendo non si volse indietro,
ed io a lui canto questo canto.
Fiaccole, notte, ultimo abbraccio,
oltre la soglia, selvaggio il grido del destino.
Le scagliò dall’inferno il suo anatema,
non la poté scordare in paradiso.
Ma scalzo, in panni da penitente
e cero acceso, non passò mai
per la sua Firenze agognata,
perfida, vile, attesa così a lungo...
1936
nella sua vecchia Firenze.
Partendo non si volse indietro,
ed io a lui canto questo canto.
Fiaccole, notte, ultimo abbraccio,
oltre la soglia, selvaggio il grido del destino.
Le scagliò dall’inferno il suo anatema,
non la poté scordare in paradiso.
Ma scalzo, in panni da penitente
e cero acceso, non passò mai
per la sua Firenze agognata,
perfida, vile, attesa così a lungo...
1936
che costituisce la finale del mio "There Romena lies":
Banished
for ever
Should it ever come to pass that this sacred
poem,
to which both Heaven and earth have set their
hand
so that it has made me lean for many years,
should overcome the cruelty that locks me out
of the fair sheepfold where I slept as a
lamb,
foe of the wolves at war with it,
with another voice then, with another fleece,
shall I return a poet and, at the font
where I was baptized, take the laurel crown.
|
Se mai continga che 'l poema sacro
al quale ha posto mano e cielo e terra,
sì che m'ha fatto per molti anni macro,
vinca la crudeltà che fuor mi serra
del bello ovile ov' io dormi' agnello,
nimico ai lupi che li danno guerra;
con altra voce omai, con altro vello
ritornerò poeta, e in sul fonte
del mio battesmo prenderò 'l cappello.
Paradiso, XXV 1-9
|
But in vain. His perfidious stepmother had indeed banished him for ever.
Nessun commento:
Posta un commento