giovedì 7 agosto 2014
Alle sorgenti dell'Arno e al lago degli idoli
http://www.ilbelcasentino.it/itinerario-capo-arno-lago-idoli.php
le foto di Alessandro Ferrini
Venerdi 18 luglio
Capo d’Arno e Lago degli Idoli: itinerario sul Monte Falterona
( testo di Alessandro Ferrini)
L’escursione all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, nella fattispecie sulle pendici alte del Monte Falterona, che ci accingiamo a descrivere con immagini e testi è tra gli itinerari da trekking più classici e noti che si possono percorrere in questa zona. Oltre alle bellezze naturalistiche e panoramiche ci offre il fascino di alti interessi storici, archeologici e letterari. Questa passeggiata ci condurrà infatti alle sorgenti dell’Arno, note anche come Capo d’Arno, che il Sommo Poeta Dante Alighieri cita nella sua “Commedia Divina” e alla vicina conca delle Ciliegeta, dal 1838 più nota come Lago degli Idoli per i tantissimi reperti etruschi che vi sono stati ritrovati.
La lettura di questa pagina e la consultazione della mappa a pagina 4, in cui il percorso è tracciato in rosso, sono sufficienti per percorrere l’itinerario senza problemi di sbagliare. Le foto e le relative descrizioni delle pagine di questa sezione ci illustrano dettagliatamente le peculiarità di questo itinerario che parte ed arriva alla Chiesa di Montalto, due chilometri a monte di Papiano di Stia, e si snoda tra boschi di castagno, cerro, abete, faggio e quercia con suggestive viste panoramiche sul Casentino.
In successione le strade e sentieri da percorrere sono: la strada di servizio forestale dalla Chiesa di Montalto al rifugio di Vitareta, qui immissione nel sentiero CAI 2 fino all’incrocio con il CAI 3 che a sinistra ci porta a Capo d’Arno, inversione sullo stesso sentiero che ci conduce al Lago degli Idoli e poi verso i prati di Montelleri dove incrocia la strada CT4 che con una discesa piuttosto scoscesa ci riporta velocemente al rifugio di Vitareta. Da qui ripercorriamo a ritroso la strada forestale per qualche centinaio di metri. Ora dobbiamo deviare a destra per raggiungere il Passo di Bocca Pecorina in pochi minuti. Possiamo farlo tramite il sentiero CAI 2 segnalato su due piante con le classiche strisce bianco rosse o, poco più sotto, tramite strada carrabile con precisa segnalazione. Allo spiazzo di Bocca Pecorina, dopo aver osservato lo splendido panorama sul Casentino, imbocchiamo il Sentiero CAI 2. Qualche centinaio di metri più avanti più avanti, all’incrocio con una strada a destra che conduce a Stia, dobbiamo andare a sinistra sul sentiero che diventa CAI 2A. Questo percorso in leggera discesa e attraverso un bosco prevalentemente di quercia in circa due chilometri ci riporta alla Chiesa di Montalto.
AVVERTENZE E SEGNALAZIONI IMPORTANTI
Se a percorrere questo itinerario si è un gruppo, può essere consigliabile interpellare una Guida Ambientale del Parco. Potrà darvi molte interessanti informazioni sull’escursione e sulla flora e fauna presente sul luogo.
L’escursione ha una lunghezza di 15 chilometri circa e un dislivello di 500 metri, considerando qualche sosta, va calcolato un tempo di percorrenza di sei-sette ore.
Un percorso certamente abbastanza lungo, ma se affrontato senza fretta è da considerarsi un itinerario adatto non solo ai “professionisti” del trekking, ma anche agli amanti di questo salutare hobby in quando non presenta strappi di salita “rompi gambe”.
All’andata, a inizio percorso, è previsto di percorrere la strada di servizio forestale chiusa da una sbarra che si trova a destra della chiesa (praticamente la continuazione di quella bianca che abbiamo percorso in auto per giungere a Montalto), questa ci farà attraversare il bellissimo e storico castagneto di Montalto. Se invece percorreremo subito il sentiero CAI 2A che inizia dietro la chiesa sulla sinistra della strada forestale (che in questo itinerario sarebbe previsto sul ritorno), ci perderemo i monumentali castagni, ma accorceremo la passeggiata di 1,5-2 chilometri. Se fatto inizialmente il CAI 2A ci presenta un percorso in leggera salita, un fondo leggermente sconnesso e non è molto ombreggiato.
Sul ritorno è previsto un tratto di poco più di un chilometro di strada (CT4) in forte discesa e con fondo un po’ sassoso che dai prati di Montelleri ci riporta velocemente al rifugio di Vitareta. Per coloro che soffrono qualche problema alle articolazioni delle gambe potrebbe essere consigliabile ritornare dal sentiero già percorso all’andata molto meno scosceso e più morbido e regolare come fondo.
Si ringrazia sentitamente Marta Signi, Guida Ambientale del Parco, per la disponibilità e alcune informazioni fornite a proposito di questo itinerario.
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Ben fatto Urbano,complimenti...prenderò spunto per farlo anche noi.
RispondiEliminaGuido e Giovanna