mercoledì 6 aprile 2005

Dialogo di Zoéfilo e Teòfilo


Dove, in assenza di Fiorentina-Juventus, si discute della vita e della morte.

Dialogo tra Zoèfilo (amico della vita) e Teofilo(amico di Dio)

Davanti alla TV, sabato 2 aprile, ore 18, zona Isolotto, Firenze: in attesa di vedere la partita Fiorentina-Juventus, in diretta a pagamento.

L’annunciatore: la partita è sospesa perché il papa è in coma.


Zoèfilo: perché annullare una partita a stadio mezzo pieno; son venuti anche dalla Calabria.


Teofilo: Ma si tratta del papa: è in coma, sta morendo.


Z. Ma non è ancora morto.


T. Non vedi la Tv, non leggi i giornali? “Italia nell’angoscia, tutto il mondo piange…


Z. Sì, ma aspettiamo che sia morto per prendere il lutto.


 


 Ore 21,37 Il papa muore.


Domenica 3 aprile, ore 11, Piazza Isolotto: Zoèfilo sta andando sotto la tettoia del mercato per l’assemblea della Comunità, Teofilo si sta avviando verso la chiesa di fronte.


 


Zoé: Ciao, T.


Teò: Hai visto, è morto in serata; giusto sospendere la partita.


Z. D’accordo, non è un problema. Ma perché piangete tanto?


T. Era con noi da 27 anni. C’eravamo abituati a lui.


Z.: “E’ tornato alla casa del padre, ha detto un cardinale, ora riposa nella pace”.  Non ha finito di soffrire? Perché tanta angoscia per la morte?


T. La morte fa paura.


Z. A noi fa paura la sofferenza. Dopo morti, pace all’anima. Pensa a Vojtyla in questo momento: tutti intorno a lui i santi che ha fatto: Carlo I, Escrivà, Padre Pio finalmente senza stimmate, Pio IX che gli sorride mostrandogli una copia del Sillabo; e la madonna di Chestokova, lì in disparte, sorridente e bonaria…


T. Hai voglia di scherzare. Ma lui è andato in tutte le parti del mondo e ha regalato mille emozioni a tanta povera gente.


Z. Vero. Ma una volta andato via, la loro vita è continuata peggio di prima. Sandino piange guardando il suo Nicaragua in mano all’Opus dei e alla United Fruit, e se Managua piange Città del Guatemala non ride…


T. Dai tempo al tempo.


Z. Guarda come sono messi in Salvador, Honduras, Chiapas in Messico. Ma lasciamo perdere. Piuttosto mi devi chiarire un’altra cosa: Terry Schiavo.


T. L’hanno assassinata.


Z. Secondo te, ora dov’è?


T. In paradiso.


Z. Anche secondo il suo marito ora è in braccio a Dio.


T. Ma non aveva il diritto di farla morire.


Z. Veramente lui s’è rivolto proprio ai garanti del diritto.


T. Solo Dio può disporre della vita.


Z. Infatti ha disposto che la natura faccia il suo corso, alla fine del quale tutto ritorna a lui. O no?


T. Il quando lo stabilisce Lui.


Z. E come?


T. Quando finisci di respirare.


Z. Terry avrebbe finito di respirare dopo un anno o due, ferma nel suo letto, col cervello ormai spappolato. Ma era lì da 15 anni.


T.Per volontà di Dio.


Z. O per volontà dei medici che la imboccavano a sua insaputa con una canna e avrebbero continuato ancora per cinquant’anni. Un dio come lo pensiamo noi non tortura.


T. Bisogna saper affrontare la sofferenza.


Z. Ma non andarsela a cercare. Anche Cristo sulla croce…


T. Secondo la dottrina nessuno può decidere della morte di un altro.


Z. Questa è la dottrina del vaticano, ma non di altri cristiani, tipo i valdesi.


T. Ma noi siamo cattolici.


Z. Ma per chi non lo è?


T. E’ lo stesso. Il suicidio è come l’omicidio.


Z. Sicché io non sono padrone della mia vita.


T. No, nessuno di noi.


Z. Sai niente di Eluana Englaro?


T. No.


Z.  E’ una come Terry Schiavo, ma sta nell’ospedale di Lecco dal 18 gennaio 1992: 13 anni.


T. mai saputo.


Z. Vedi? Ci voleva l’America. Qui in Italia certe notizie non passano.


 E se mi voglio suicidare?


T. Non devi.


Z. Ma se la mia vita è solo sofferenza o non vita? Posso chiedere a un amico o a un medico di aiutarmi?


T. Se lo fai vai contro la Legge divina e loro commettono un reato.


Z. Con dio me la vedo direttamente. Io chiedo allo Stato di non infierire contro chi mi aiuta.


T. Lo Stato non può permettere l’uccisione di nessuno.


Z. E perché fa le guerre?


T. Per legittima difesa.


Z. Appunto. E’ quello che chiedo per me. Legittima difesa da te che mi vuoi imporre le tue regole, anche quando non faccio  danno a nessuno.


T. Che Iddio ti aiuti.


Z. Lo spero proprio. Ma unicuique suum (deum).


Teò: Pregherò per te (avviandosi alla chiesa).


Zoé: Lotterò per me (avviandosi all’assemblea, sotto la tettoia).

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