domenica 2 maggio 2010

Pentecoste pedofiliaca






 Ho davanti le foto dove Di Pietro paragona il Parlamento a un Confessionale: tu confessi un peccato di mafia a un parlamentare e sei assolto dal reato.
Ho seguito su La Repubblica di Firenze gli articoli di Franca Selvatici e Maria Cristina Carratù su le miserevoli storie della Parrocchia fiorentina della Regina della pace (dove mi sono sposato tanti anni fa), rivedo con la memoria le pagine best seller de "Le ceneri di Angela" e "This" di Frank McCourt che racconta dei preti irlandesi che lo confessano bambino e adolescente, vedo l'ex cardinal Ratzinger che scrive alla chiesa americana di non gettare in pasto alla magistratura le debolezze di un prete pedofilo seriale, penso ai miei anni di convitto salesiano e al modello di castità indicatomi in S.Luigi che non guardava il volto della mamma per riservare i suoi occhi alla vista della Madonna in cielo...
E mi viene in mente la prossima festa di Pentecoste e la prima Comunione, il giorno più bello della vita. La famiglia in festa, il vestito nuovo col fazzolettino al taschino della giacca, l'abito bianco da sposa, tutta la parrocchia in festa intorno a lui, intorno a lei, alle soglie della pubertà. Ma non si può fare la Comunione se prima non c'è stata la Confessione. Da un prete - obbligato a vita a rimanere celibe e casto - che è stato ammaestrato a conoscere e giudicare i peccati, anzi il peccato, quello contro il sesto comandamento di cui conosce, per obbligo statutario, tutte forme e le varianti, più numerose di quelle del Kamasutra. Mille modi di andare all'inferno. Il virus della pedofilia trova qui la porta d'oro, the golden gate.

Da cui alcune mie indicazioni "alternative" ai genitori:
- Rinunziare alla Prima Comunione
- rifiutare la confessione, senza rinunziare alla Comunione
- Organizzare la "festa dell'accoglienza", o della "raggiunta pubertà" in parrocchia o alla casa del popolo, ma senza crismi sacramentali.In sostanza si tratta di evitare la confessione di bambini e adolescenti, maschi e femmine. Potranno farlo, in libertà - se lo vorranno - quando saranno maggiorenni.
Nota.
Io penso che tante famiglie sarebbero disposte a rinunciare alla prima comunione dei figli, ma non alla Festa della Prima Comunione. 

  Chi affida queste scadenze dei figli alla chiesa deve farsi più attento. Mai mandare al confessionale bambine e bambini. Aggiungo anche, a conforto dei "credenti ostinati" che oggi nella chiesa reale si aprono spazi dove è possibile partecipare ad una assemblea "eucaristica" (di ringraziamento) senza essere obbligati a passare sotto le forche confessionali inquinate da virus pedofiliaco. Consiglio i genitori interessati a guardarsi intorno; ci sono un po' dappertutto CDB (comunità cristiane di base) http://www.cdbitalia.it/ che seguono una teologia della liberazione, libera dalle decretali vaticane figlie di una teologia demenziale prima che reazionaria e fondamentalista. Ma anche all'interno delle 25.000 parrocchie si possono trovare preti, frati e monache con i quali "trattare". Sono più numerosi di quello che può apparire; chiedono solo un po' di riservatezza, ma sono ben felici di togliersi di dosso la cappa vaticana e  quell'odor di sacrestia nel quale si sentono intrappolati; hanno una lunga tradizione già presente nel Vangelo; il loro fondatore si chiama Nicodemo,  il fariseo che, secondo il Vangelo secondo Giovanni, [cap.3] di notte veniva di nascosto ad ascoltare Gesù, mentre di giorno simulava un rigoroso rispetto dei precetti ebraici.

















Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui". Gli rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio".
 (Giovanni, cap 3).


PS. Il battesimo come antefatto negativo
 Le premesse negative sono già nel battesimo, gran capostipite del complesso di colpa che avvelena l'anima cattolica.
Anche qui occorre  trasformare la cerimonia del battesimo in festa dell'accoglienza - non più un esorcismo contro il demonio presente nel bambino affetto da peccato originale -  concordando con il prete la nuova formulazione.
La soluzione laica:
- sostituire la festa del battesimo con una festa dell'accoglienza in sede civica istituzionale. Così come si sta facendo da tante parti per i funerali "civili".
Concludendo: cari genitori "occhio al 23 maggio" p.v.!

Divagazione letteraria


Frank McCourt - Le ceneri di Angela. Adelfi ed. 1997
(pp.302-303)   C'è un prete redentorista che sbraita in continuazione di questo sesto comandamento. Dice che l'impurità è un peccato così grave che la Beata Vergine Maria si gira dall'altra parte e piange.
E perche piange, ragazzi? Piange per colpa vostra e per quello che fate al suo adorato figlio. Piange quando guarda il lungo e squallido orizzonte del tempo e vede con orrore lo spettacolo dei ragazzi di Limerick che si insozzano, si corrompono, si toccano, si masturbano e lordano i loro giovani corpi che sono il tempio dello Spirito Santo. Nostra Signora piange per questi abomini sapendo che ogni qual volta vi toccate inchiodate alla croce il suo adorato figlio, calcate ancora una volta intorno a quella cara testa la corona di spine, riaprite ancora una volta quelle sue orribili ferite. Lui sta sulla croce a impazzire di sete e che cosa fanno i perfidi romani? Gli ficcano una spugna di gabinetto imbevuta d'aceto e fiele in bocca, in quella povera bocca che si muove appena per pregare, pregare anche per voi, ragazzi, anche per voi che lo avete inchiodato a quella croce.
Pensate alle sofferenze di Nostro Signore. Pensate alla corona di spine. Pensate cosa si può provare con uno spillo conficcato nella testa, allo strazio della trafittura. E pensate cosa si può provare con venti spine conficcate nella testa.
Riflettete, meditate sui chiodi che gli lacerarono le mani, che gli lacerarono i piedi. Riuscireste a sopportare anche solo in minima parte quello strazio? Prendete quello spillo, quel semplice spillo. Ficcatevelo nel fianco. Moltiplicate per cento quella sensazione e sarete trafitti da quell'orribile lancia. Oh, ragazzi miei, il demonio vuole la vostra anima. Vi vuole con sé all'inferno e sappiate che ogni qual volta vi toccate, ogni qual volta soccombete allo spregevole peccato della masturbazione non solo inchiodate Cristo alla croce ma fate un ulteriore passo verso l'inferno. Ragazzi miei, allontanatevi da quell'abisso. Resistete al demonio e tenete le mani a posto.
 Io non riesco a non toccarmi. Prego la Madonna, le dico che mi dispiace tanto di aver rinchiodato suo figlio alla croce e che non lo farò più ma poi non resisto e allora giuro che mi confesserò e che dopo questa volta, anzi, assolutamente dopo questa volta non lo farò più. Non voglio finire all'inferno tra i diavoli che mi inseguono per l'eternità infilzandomi con i forconi roventi.
Ma i preti di Limerick non hanno pazienza con gente come me. Vado a confessarmi e loro mi rispondono sibilando che non sono nello spirito giusto per pentirmi, che se lo fossi rinuncerei a quell atroce peccato. Vado di chiesa in chiesa cercando un prete più indulgente fin che Paddy Clohessy non mi dice che dai domenicani ce n' è uno novantenne sordo come una campana. Ogni due o tre settimane questo vecchio prete sente la mia confessione e mi farfuglia di pregare per lui. Certe volte si addormenta addirittura e io non ho il coraggio di svegliarlo per cui il giorno dopo faccio la comunione senza penitenza ne assoluzione. Mica è colpa mia se i preti mi si addormentano davanti e in ogni modo il solo andare a confessarmi mi metterà senz'altro in uno stato di grazia. Poi capita che un giorno il pannelletto del confessionale si apre e dietro non c'è affatto il mio confessore bensì un prete giovane con un orecchio grosso come un conchiglione. Che di certo sentirà tutto.
Mi benedica, padre, perche ho peccato. L'ultima volta mi sono confessato due settimane fa.
E da allora, bambino mio, che cosa hai fatto?
Ho picchiato mio fratello, ho fatto sega a scuola e ho detto una bugia a mia madre.
Sì, bambino mio, e che altro?
Ho... ho... ho fatto delle cose sporche, padre.
Ah, bambino mio, le hai fatte da solo, con qualcun altro o con un animale?
Con un animale? Un peccato così non l'avevo mai sentito. Questo qui dev'essere un prete di campagna. In tal caso mi sta veramente aprendo orizzonti nuovi.

 












336-337
...Da quel giorno continuo per settimane a consegnare il vaglia. Certe volte facciamo  l'eccitazione sul divano ma altri giorni Theresa ha la tosse e la malattia le si legge in faccia. Lei non mi dice mai di essere malata. Non mi dice mai che ha la tisi. Gli altri fattorini commentano che devo proprio divertirmi un sacco con Theresa Carmody e lo scellino di mancia. Io non gli racconto che lo scellino di mancia non lo prendo più da un pezzo. Non gli racconto del divano verde e dell'eccitazione. Non gli racconto del dolore che mi viene quando lei apre la porta e sul viso le si leggono i segni della malattia e io non voglio fare altro che prepararle un tè e stare seduto sul divano verde tenendola stretta fra le braccia.
Un sabato mi dicono di consegnare il vaglia da Woolworth dove lavora sua madre. Io cerco di fare il disinvolto:
Signora Carmody, il vaglia lo consegno sempre a sua... è sua figlia, no? Theresa.
Sì, adesso sta all'ospedale.
Al sanatorio?
Ho detto all'ospedale.
La signora Carmody è come tutta la gente di Limerick, si vergogna della TBC e non mi dà né uno scellino di mancia né niente. Vado in bicicletta al sanatorio a trovare Theresa. Per entrare bisogna essere un parente adulto. lo dico che sono suo cugino e che a agosto faccio quindici anni.
Loro mi rispondono va' via. Allora vado alla chiesa francescana a pregare per lei. San Francesco, ti prego, non è che puoi parlare con Dio? Digli che non è stata colpa di Theresa perché tutti quei sabati potevo pure rifiutarmi di prendere il vaglia. Digli che l' eccitazione sul divano non è responsabilità sua perche così ti riduce la tisi. Comunque non fa niente perche io a Theresa le voglio bene. Le voglio bene tanto quanto tu vuoi bene a qualunque uccello, bestia o pesce che sia, e se tu chiedi aDio di farle andare via la tisi
prometto che a Theresa non mi ci avvicino più.
Il sabato successivo mi ridanno il vaglia per i Carmody. A metà della via vedo già le tende tirate. Vedo la corona di crespo nero sulla porta. Vedo il biglietto bianco listato a lutto. Vedo al di là della porta e dei muri me e Theresa che ci rotolavamo nudi e scatenati sul divano verde e mi rendo conto che adesso lei sta all'inferno e tutto per colpa mia. Infilo il vaglia sotto la porta e ritorno alla chiesa francescana a pregare che l'anima di Theresa riposi in pace. prego ogni statua, ogni vetrata colorata, ogni stazione della croce. E giuro che d'ora in poi vivrò all'insegna di fede, speranza e carità, povertà, castità e obbedienza.
Il giorno dopo, domenica, vado quattro volte a messa. Faccio tre volte le stazioni della croce. Recito il rosario tutto il giorno. Non mangio né bevo e dovunque trovo un posto tranquillo piango e supplico Dio e la Beata Vergine Maria di avere pietà dell'anima di Theresa Carmody.
Lunedì vado al funerale con la bicicletta dell'ufficio postale e seguo il corteo fino al cimitero. Mi metto dietro un albero a qualche distanza dalla tomba. La signora Carmody piange e geme. Il signor Carmody tira su col naso e sembra sconcertato. Il prete recita le preghiere in latino e spruzza la bara di acqua santa. Io vorrei andare dal prete e dai signori Carmody per dirgli che se Theresa è andata all'inferno è solo colpa mia. Che facessero di me quello che vogliono. Che mi maltrattassero. Che mi insultassero. Che mi buttassero addosso la
terra del cimitero. Invece resto dietro l'albero finche non se ne vanno tutti e i becchini finiscono di riempire la fossa.
La brina sta già imbiancando la terra fresca della tomba e io penso a Theresa che giace fredda nella bara, ai suoi capelli rossi, agli occhi verdi. Non capisco i sentimenti che mi si agitano dentro ma so che per tutti i parenti che mi sono morti, per tutti gli amici e conoscenti dei vicoli che mi sono morti e per tutti gli altri che sono partiti non ho mai sentito un dolore così forte al cuore e spero che non lo sentirò più. Sta calando il buio. Esco dal camposanto spingendo la bicicletta. Devo ancora consegnare qualche vaglia.





1 commento:

  1. Questo pezzo di Le Ceneri di Angela è magnifico, volevo copiarlo e per fortuna che l'hai già scritto tu così non devo farlo a mano! :-)

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