lunedì 18 agosto 2003

La valle del Casentino descritta da Ella Noyes



 


Ella Noyes e la Geografia del Casentino


“A circa venticinque miglia a nord-est di Firenze giace nel cuore dello sterile Appennino una verde e fertile Vallata, nominata Casentino. Qui ha le sue sorgenti l'Arno che vi percorre molte miglia del suo corso iniziale, alimentato nel suo cammino da numerosi ruscelli. La Vallata ha la forma di una grande conchiglia ed è circondata da ogni lato da alte montagne. La Catena principale che la racchiude all'est e al nord è la barriera montagnosa degli Appennini, che ha per contrafforte il lungo giogo del Pratomagno all'ovest, le due dorsali convergono ancora a sud lasciando però una stretta apertura verso il mondo esterno. Questa configurazione è molto singolare e qualcuno ritiene che il nome di Casentino, o Clusentinum in latino, possa derivare dal latino claudere o chiudere in italiano. Se questa teoria fosse esatta, come sembra essere, potremmo tradurre in inglese il nome in Valley Enclosed (Valle Chiusa), designazione appropriata in molti sensi.
Il Monte Falterona, che raggiunge i 6000 piedi sul livello del mare, è la montagna più alta del Casentino e dai suoi fianchi, molto in alto, sgorga l'Amo. Il viaggiatore che voglia capire la posizione della Vallata ed il corso dell' Arno, storico fiume, dovrà salire in cima al Falterona in una giornata chiara e fresca e da lassù potrà contemplare uno dei più vasti e famosi panorami d'Italia. In piedi, dal mucchio di pietre che corona la tanto sudata cima, i vostri occhi potranno spaziare su più della metà della lunghezza della penisola, e sulla sua intera larghezza dal mare occidentale a quello orientale.
Capirete da quassù come da un lato, col sorgere del sole la saggezza dell'antico Oriente abbia toccato questa terra fortunata e dall'altro lato come l'evanescente splendore della sera guidi l'immaginazione delle genti verso le regioni misteriose del futuro e dell'ignoto.
Se si potesse immaginare l'Italia come una nave che solca le acque infinite, allora qui, sul dorso del Falterona dovrebbe sedere il rematore possente, con un remo immerso nell'Adriatico e l'altro nel Tirreno. Entro questi vasti confini si possono scorgere, al nord ed all'est, tante città storiche nella pianura immensa dell'Emilia e della Romagna che si allunga fino alla costa adriatica, all'ovest, al di là delle frastagliate creste dei colli vicini e dei lontani boschi che cingono Vallombrosa, Firenze, che giace lontana fra vallette caliginose, circondate da popolati pendii. A sud-ovest si erge la muraglia del Pratomagno che chiude la vista da quel lato, con la sfumata ed evanescente piramide del Monte Amiata, la sola che si elevi dietro ad esso, e Arezzo giace fra le pieghe delle colline meridionali, nascosta alla vista. Siete al centro del sistema appenninico e le grandi ramificazioni delle montagne si estendono in ogni direzione, prolungandosi lontanissime in forme strane contro il cielo. E proprio sotto, arroccato nel centro, sta il Casentino il più bello e fertile sito in tutto l'Appennino
". ..dov'è si pregno
l'alpestro monte, ond'è tronco Peloro,
che in pochi lochi passa altra quel segno”.
(Purgatorio, c.XIV, vv.30-33).
Il Casentino e la sua storia, di Ella e Dora Noyes, tradotto da Amerigo Citernesi, ed. Frusta, Stia- pgg 19-35


Dove la montagna è così alta che in pochi luoghi raggiunge tale altezza, dalla Liguria ai monti Peloritani, oltre lo stretto di Messina.
Per la cronaca: più alti del Falterona ricordo il Cimone, in provincia di Modena (belle piste da sci!) e il Gran Sasso, in Abruzzo, un altro bel pezzo di geografia italica
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