mercoledì 15 settembre 2004

 L’INTERVISTA
Parla l’astrofisica Margherita Hack: “la scelta olandese è un segno di grande civiltà”
“Il dolore non è un castigo divino la gente è più avanti dei politici”
(da LA REPUBBLICA – mercoledì 1 settembre 2004 – Cronaca – pag. 21)
 
di Mario Reggio


 
ROMA – “Siamo padroni della nostra vita e quando una persona non vuole più sopravvivere deve essere lasciata libera di morire. E questo vale anche per i bambini che soffrono inutilmente, compresi quelli appena nati”.
L’astrofisica Margherita Hack non ha paura di schierarsi contro il coro di no che si oppone alla scelta olandese di estendere l’eutanasia ai bambini.
Una scelta giusta?
“Un segno di grande civiltà, e poi non si tratta di una decisione presa alla leggera, ci sono regole molto rigide, non sono solo i genitori a decidere ma vengono assistiti da un’équipe di medici e ad intervenire è una seria ed accreditata facoltà universitaria”.
Anche una parte del mondo medico e scientifico è contrario.
“I casi che riguardano i bambini sono rari, è inutile e ingiusto preparargli una vita di dolore. A quei medici che la pensano così dico che da loro mi aspetto una difesa della ricerca sugli embrioni e le staminali che solo da noi è proibita. Si tratta di pregiudizi religiosi che loro vogliono rendere obbligatori ai non credenti. Non accetto questa logica barbara e retrograda”.
Ma il mondo laico sembra aver paura di prendere posizione.
“L’Inquisizione non c’è più, ai tempi di Galileo forse forse sarei stata zitta, ma ora si ha il dovere di parlare, di far capire, c’è tanta gente comune che è d’accordo e si domanda perché bisogna soffrire ad ogni costo. Sono convinta che la società civile è più avanti di quella politica”.
C’è chi dice che in Italia i tempi non sono ancora maturi.
“A forza di pensarlo corriamo il rischio di trasformarci in un Paese dominato dai fondamentalisti. Si impone ai genitori di tenere in vita un figlio diventato un vegetale, si vieta la fecondazione eterologa, appena si parla di eutanasia i cattolici e la destra incolta che abbiamo fanno fuoco e fiamme. Sono molto preoccupata. I diritti dei laici vengono calpestati tutti i giorni”.
Intanto le cure palliative e le terapie del dolore sono ferme al palo.
“C’è troppa vigliaccheria, troppa paura, non si somministra la morfina ad un malato terminale che soffre per timore che diventi dipendente. Una logica aberrante. Così il dolore diventa un castigo divino che la persona deve accettare, magari serenamente. Questo è il frutto di una classe politica che è succube della chiesa e alleata con una destra antiscientifica e arrogante. Rivendico il diritto ad essere atea e a ribadire che la vita è nostra, non un dono di Dio”.


 

Nessun commento:

Posta un commento