La creazione
di uno Stato ebraico non è stato più pensato come un modo per dare vita ad un
modello di società giusta per tutti, per se stessi e per i vicini, ma un mezzo
per l'affermazione con la forza di un nazionalismo idolatrico nutrito dalla
mistica della terra, sì che molti ebrei, in Israele stesso e nella diaspora,
progressivamente hanno messo lo Stato d' Israele al posto della Torah e lo
Stato d'Israele, per essi, ha cessato di essere l'entità legittimata dal
diritto il internazionale, nelle giuste condizioni di sicurezza, che ha il suo
confine nella Green Line, ed è diventato sempre più la Grande Israele,
legittimata dal fanatismo religioso e dai governi della destra più aggressiva.
Essi si pretendono depositari di una ragione a priori.
Per questi ebrei, diversi dei quali alla testa delle istituzioni comunitarie,
il buon ebreo deve attenersi allo slogan: un popolo, una terra, un governo, in
tedesco suona: ein Folk, ein Reich, ein Land. Sinistro non è vero? Questi ebrei
proclamano ad ogni piè sospinto che Israele è l'unico Stato democratico in
Medio Oriente. Ma se qualcuno si azzarda a criticare con fermezza democratica
la scellerata politica di estensione delle colonizzazioni, lo linciano con
accuse infamanti e criminogene e lo ostracizzano come si fa nelle peggiori
dittature.
Ecco perché posso con disinvoltura lasciare una comunità ebraica che si è
ridotta a questo livello di indegnità, ma non posso rinunciare a battermi con
tutte le mie forze per i valori più sacrali dell'ebraismo che sono poi i valori
universali dell'uomo.
Moni Ovadia
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