sfogliando
un vecchio post: emozioni che ritornano.
LUNEDÌ 3 FEBBRAIO 2003 –
MERCOLEDI 31 GENNAIO 2015
A Dublino nel 1904 in una serata in
prossimità del Natale, si svolge la tradizionale festa, che tre signorine della
buona borghesia, due anziane sorelle, Kate e Julia Morkan, e la loro nipote
Mary Jane, offrono ogni anno per amici e parenti. Si fa musica, si balla e si
partecipa ad un ottimo pranzo, preparato completamente dalle padrone di casa.
Gabriel Conroy, nipote prediletto delle signorine Morkan, e sua moglie Gretta
sono gli ospiti principali e aiutano a ricevere gli invitati. Soprattutto è
insostituibile Gabriel, incaricato dalle zie di svolgere incarichi delicati,
come sorvegliare Freddy Matines, un caro amico troppo spesso ubriaco, o
tagliare al momento opportuno l'oca arrosto, e, infine, pronunciare il
discorsetto ufficiale. Egli è un uomo mediocre e tranquillo e fa tutto questo
con la solita gentilezza e premura, mentre guarda ogni tanto soddisfatto la sua
bella moglie, che partecipa alla riunione con un certo distacco. La
conversazione è vivace e si parla molto di musica, essendo le padrone di casa
delle appassionate musiciste. C'è anche un noto tenore, fra gli ospiti, ma
sembra non voglia esibirsi, mentre la vecchia zia Julia, con voce molto
flebile, canta una celebre aria in modo patetico. Tutti lodano l'ospitalità
squisita delle tre signorine e il successo della festa. Poi viene l'ora di
andarsene: Gabriel e Gretta sono rimasti fra gli ultimi e, poichè abitano
lontano, per quella notte andranno all'albergo. Il marito è già pronto ad
uscire e aspetta nell'ingresso la moglie, ma la vede fermarsi sulla scala
all'improvviso, a poca distanza da lui: in quel momento il tenore, in una
stanza al piano di sopra, ha iniziato a cantare una vecchia e triste canzone
irlandese, e Gabriel scorge chiaramente che, ascoltandola, Gretta è commossa
fino alle lacrime. Poi i due coniugi raggiungono in carrozza l'albergo, mentre
nevica abbondantamente. Gabriel, vedendo la moglie sempre assorta e triste, le
chiede il perchè del suo turbamento, e Gretta gli racconta, piangendo, che la
canzone ascoltata le veniva cantata un tempo da un giovane che l'amava, quando
lei, fanciulla, abitava con la nonna in un piccolo paese, e questo tenero e
puro legame aveva dovuto interrompersi, quando lei era stata costretta a
partire per venire in collegio a Dublino. Disperato per un addio, che prevedeva
definitivo, Michael (così si chiamava il ragazzo), pur essendo ammalato molto
gravemente, aveva passato un'intera giornata sotto la pioggia per rivederla
un'ultima volta, e in quel colloquio le aveva confessato che non desiderava più
vivere. Infatti, pochi giorni dopo l'arrivo in collegio, Gretta aveva saputo
che egli era morto. Mentre Gabriel, sempre più turbato, ascolta il racconto, la
moglie continua a piangere disperata. Finalmente, poi, si addormenta. Gabriel,
invece, rimane a lungo sveglio, guardando la neve cadere e pensando a questo
idillio di cui non sapeva nulla. Evidentemente c'è un lato di Gretta, che lui
non conosce e che lo preoccupa: questo amore lontano, questo Michael, che è
morto, è in realtà più vivo di lui e Gretta ne è ancora affascinata. Il marito
guarda con tenerezza il viso della moglie, che sarà stato certo bellissimo
quando ha ispirato un sentimento così profondo, ma ora comincia già a sfiorire
un poco. E intanto nevica, nevica su tutta l'Irlanda, anche sul piccolo
cimitero in collina, dove Michael è seppellito.
A few light taps upon the pane made him turn to the window. It had begun
to snow again. He watched sleepily the flakes, silver and dark, falling
obliquely against the lamplight. The time had come for him to set out on his
journey westward. Yes, the newspapers were right: snow was general all over
Ireland. It was falling on every part of the dark central plain, on the
treeless hills, falling softly upon the Bog of Allen and, farther westward,
softly falling into the dark mutinous Shannon waves. It was falling, too,
upon every part of the lonely churchyard on the hill where Michael Furey lay
buried. It lay thickly drifted on the crooked crosses and headstones, on the
spears of the little gate, on the barren thorns. His soul swooned slowly as
he heard the snow falling faintly through the universe and faintly falling,
like the descent of their last end, upon all the living and the dead.
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Un
picchiettare sommesso ai vetri lo fece voltare verso la finestra: aveva
ricominciato a nevicare. Osservò assonnato i fiocchi neri e argentei che
cadevano obliqui contro il lampione. Era giunto il momento di mettersi in
viaggio verso occidente. Sì, i giornali dicevano il vero: c’era neve dappertutto
in Irlanda. Cadeva ovunque nella buia pianura centrale, sulle nude colline;
cadeva soffice sulla palude di Allen e più a ovest sulle nere, tumultuose
onde dello Shannon. Cadeva in ogni canto del cimitero deserto, lassù sulla
collina dov’era sepolto Michael Furey. S’ammucchiava alta sulle croci
contorte, sulle pietre tombali, sulle punte del cancelletto, sugli spogli
roveti. E la sua anima gli svanì adagio adagio nel sonno mentre udiva lieve
cadere la neve sull’universo, e cadere lieve come la discesa della loro
estrema fine su tutti i vivi e i morti.
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