Ieri in piazza Repubblica nel centro di Firenze "Firenze per la Palestina" ha organizzato un presidio per ricordare Piombo fuso.
In questi giorni ricorre il
6° anniversario dell'operazione piombo fuso, è l'attacco dell'esercito
israeliano contro la striscia di Gaza iniziato il 27 dicembre del 2008 e
terminato il 18 gennaio del 2009, è il
massacro compiuto dalla quarta potenza militare mondiale contro i civili di
Gaza, è il genocidio della popolazione palestinese per mano dei sionisti
assassini, è la volontà del governo israeliano di punire in modo sistematico un
intero popolo, è l'operazione con cui l'esercito israeliano voleva sterminare
la resistenza palestinese.
la macchina da guerra
israeliana ci ha abituati a questi massacri a partire dal 1948 con la
distruzione di più di 400 fra villaggi e centri urbani palestinesi, il massacro
di Dier Yassin, il massacro di Eyn Al Zaytun, di Tantura e Haifa e di tanti
altri villaggi e città palestinesi,
operazione quella del 1948 che ebbe il suo culmine con l'espulsione di 800 mila palestinesi
dalla loro terra. da allora questa
macchina da guerra non s'è mai firmata; altri massacri nel 1967 in Cisgiordania
e Gaza, nel 1982 e 1996 nel Libano con Sabra e Shatila e Qana, nel 2002 Jenin,
nel 2006 Gaza fino all'ultimo massacro dell'estate dell'anno scorso con
l'operazione margine protettivo.
oggi siamo in piazza per non dimenticare i crimini dello
stato israeliano durante piombo fuso;
1419 Palestinesi uccisi, dei quali 1167 erano civili
(318 bambini, 111 donne, 6 medici, 2 operatori ONU, 6 giornalisti)
5360 feriti, dei quali 1600 bambini e 830 donne.
Moltissimi resteranno permanentemente invalidi.
2114 abitazioni totalmente distrutte e 3242 gravemente
danneggiate con il coinvolgimento di almeno 20.000 civili.
Bombardati intenzionalmente 16 ospedali, 215 cliniche
mediche, 28 ambulanze, 21 scuole, 19 moschee, 167 stabilimenti industriali. Contaminati
migliaia di ettari di campi coltivati.
La striscia di Gaza, grande come 1/10 della provincia
di Firenze, è sotto assedio da 8 anni, per entrare e uscire nella e dalla
striscia ci sono 7 valici; 6 controllati da Israele e sono completamente chiusi
e 1 controllato dall'Egitto anche esso è spesso chiuso, nella striscia attualmente ci
vivono 1,8 milioni di palestinesi, la loro vita è un inferno; 100 mila persone
sono senza tetto, il 96% delll'acqua di Gaza è contaminata, l'elettricità è
garantita per 4 ore al giorno e non sempre, ai contadini e pescatori non è permesso di
lavorare la terra e di pescare, negli ospedali mancano le medicine e le
attrezzature. tutto questo in violazione del diritto e delle convenzioni
internazionali e sopratutto sotto gli occhi della comunità internazionale.
La responsabilità di quello che succede nella Striscia
di Gaza non è solo dello stato israeliano con i suoi crimine di guerra ma è
anche dei paesi occidentali che permettono a Israele di violare tutti i
trattati e le convenzioni internazionali che le permettono di calpestare i
diritti umani e il diritto all'esistenza.
Oggi siamo cui per denunciare i canali preferenziali
che i governi occidentali hanno instaurato con lo stato israeliano, siamo qui per chiede di cessare qualsiasi
tipo di rapporto commerciale, militare e di cooperazione con Israele, siamo qui
per chiedere il rispetto delle risoluzioni dell'ONU e delle convenzioni internazionali.
vogliamo denunciare l'informazione scorretta quella che
riporta i miti israeliani e ignora il punto di vista palestinese, quella che
non racconta mai la verità storica e attuale della colonizzazione della
Palestina da parte dei sionisti.
oggi siamo qui per esprimere la nostra solidarietà con
il popolo palestinese e con la lotta e la resistenza di questo popolo contro
l'occupazione israeliana e per chiedere a
tutti i cittadini che credono ancora nella difesa dei diritti umani, nella
giustizia e nel diritto internazionale, a tutte le Associazioni, ai partiti politici,
alle Università, alle istituzioni
scolastiche, alle organizzazioni religiose di non lasciare soli i palestinesi e
adoperarsi per la fine dell'occupazione e della colonizzazione dei territori
palestinesi.
Mahmud
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