lunedì 9 febbraio 2004

  Momenti ...



 


Momenti


Lunedì 9 febbraio 2004. Con Paola a sentire l’ultima lezione sul Decameron, dal prof.Duranti, all’Educatorio di Fuligno, via Faenza. Sulla via del ritorno, nell’aria primaverile che, dopo due giorni di maltempo, riempie di vita i polmoni e fa battere alla rossa di Barrichello il primato della pista del Mugello, parlo con Paola del mio progetto di narrare sul Barbabianca un po’ di storia contemporanea, in controluce con la “umana commedia” del 300 di Boccaccio: là la Firenze appestata del 1348, qui il pianeta appestato dell’11 settembre 2001. Noi blogghisti come i 10 giovani fiorentini che escono (o fuggono) da Firenze-pianeta per ritrovarsi in relativa tranquillità nelle 2 ville di Fiesole-internet, a ragionare dei fatti della vita, ben rappresentata laicamente nelle sue mille forme contraddittorie dalle 100 novelle. Riusciranno i nostri 10 giovani eroi ad evitar la peste e scampare alla morte? Decideranno di rientrare a Firenze o rimarranno impauriti e rintanati sul colle degli etruschi? Contro la malvagità della peste potrà valere e prevalere l’astuzia dell’intelligenza? Contro la verità effettuale del potere cinico e baro, potrà valere e prevalere l’utopia dei valori laici? Ci potrà essere una via di mezzo tra il Ser Cepparello lucido e blasfemo della prima novella e la Griselda masochista fino al totale asservimento e disprezzo di se stessa dell’ultima?


Così ragionando camminiamo per le vie di una Firenze antica che si veste delle luci diffuse di una illuminazione sapientemente studiata. Sbucando da Via S.Antonino, Paola mi fa ammirare il semicerchio d’ambra dei palazzi che va dall’Hotel Baglioni al profilo solido e strutturato del fianco destro di S.Maria Novella; il tutto sorretto dalla cupola di un cielo azzurro reso più chiaro e quasi lucente dalla stella della sera splendida e sola come un grande diamante; attraversiamo Piazza S.Maria Novella, con uno sguardo troppo fuggevole alle belle volute della facciata dell’Alberti e, quasi a caso, andando verso i lungarni, imbocchiamo via dei Fossi. La luci artificiali danno una patina aggiuntiva alle vetrine antiquarie che la occupano da cima a fondo: mi sembra di scivolare sul pavimento della strada come sollevato da un cuscino d’aria, come le ballerine russe con le maxigonne nere che strisciano volando sul palcoscenico. Passarci di giorno tutta un’altra cosa. Sul lungarno, oltre il parapetto, sporgendomi per ammirare una mimosa fiorita, rimango scosso dal volo improvviso di un trampoliere del tutto imprevedibile che stava riposando sotto un grande cespo di rose gialle in pieno sboccio. La pescaia sottostante, nel gioco di acqua prima ferma e subito vorticosa, fa impazzire i riflessi delle luci dei palazzi. Dove il parapetto si sporge sul fiume a forma di semicerchio, sulla panchina due giovani abbracciati. Quasi inavvertitamente, sempre camminando, ci stringiamo un po’ di più l’uno all’altra. Emozioni. La passeggiata romantica finisce sul bus n.6, al Torrino di Santarosa, sul lungarno degli antichi renaioli; direzione Isolotto.

2 commenti:

  1. La tua mi sembra una splendida idea e non vedo l'ora che tu la metta in pratica! Buona giornata da Eunoè

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  2. Ci proverò. Potrebbe essere un blog a più mani.

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