giovedì 16 novembre 2006

Fiorin fiorello


Sabato 11 Novembre 2006 noi baracche verdi siamo state testimoni e ospiti di una bella rentrée di isolottiani per celebrare la memoria dei cinquant'anni della nostra esistenza. C'erano tanti, troppi per il nostro spazio, ma ci siamo arrangiate con l'aiuto degli altoparlanti di Paolino Bencivenni che con i suoi amplificatori ha diffuso le voci dei relatori all'interno delle salette e del cortile. Qualcuno ci aiuterà a fare una bella ricostruzione dell'avvenimento, ma ora ci stiamo divertendo con il parlare che fanno i giornali in cronaca locale, qui a Firenze città del fiore, circa la proposta venuta da persone che circolano di frequente dentro e intorno a noi di assegnazione del Fiorino d'oro a Enzo Mazzi e Sergio Gomiti. Portavoce della proposta si è fatto  Eros Cruccolini che mille volte abbiamo accolto al nostro interno come presidente del Quartiere 4 e che ora è diventato nientemeno che il Presidente del Consiglio Comunale di Firenze. Grazie Eros a nome di tutti quelle che son passati di qui nel corso dei 50 anni. I giornali raccontano che il Sindaco di Firenze è imbarazzato al pensiero di questo doppio fiorino da assegnare, perché, pare abbia replicato a chi gli faceva l’ipotesi, "la Curia non è d'accordo". Coraggio sindaco Domenici. Hai visto cosa scrive La Repubblica di Domenica 12 novembre in cronaca fiorentina a pag.VII? "Ma cosa c'entra la Curia. Sono due campi distinti". Lo dice il cardinal Silvano Piovanelli. Abbi il coraggio del Presidente del Consiglio regionale toscano che, a spese dei toscani, è volato a suo tempo fino in America per dare la medaglia d'oro a quella giornalista fiorentina che tanto fa parlare di sé. E sì che i toscani non erano tutti d'accordo. Vai tranquillo che qui a Firenze non perderai voti se, con molta minore spesa, vorrai assegnare due fiorini. Anzi tre. Perché, a giudizio di tante voci che abbiamo sentito negli anni qui al nostro interno, senza Eros Cruccolini l'isolotto non sarebbe così bello e rinomato; non con questo rilievo. Anche qui aspettiamo l'aiuto di persone che sanno le cose e possono dare una bella documentazione, con i fatti alla mano.

Per dare un nostro apporto concreto mettiamo qui un estratto della delibera comunale riguardante l'assegnazione dei fiorini d'oro e due altri estratti di documenti recapitati per lettera nella cassetta postale di Via del Aceri, firmati da persone che abitano nelle nostre vicinanze.


Ecco i tre estratti:


Deliberazione della Giunta municipale n. 1801/1155 del 3.3.1988)

LA GIUNTA

D E L I B E R A

1 ) di istituire un riconoscimento civico denominato
"Il Fiorino d'Oro della città di Firenze", consistente:

a
) nella riproduzione in oro dell'antica moneta il "Fiorino" coniata dalla Repubblica fiorentina nel XIV secolo, riproducente da un lato il giglio di Firenze e dall'altro l’effigie di San Giovanni Battista patrono della città, contenuto in astuccio di pelle rossa con la dicitura "Il Sindaco di Firenze" su targhetta metallica;

b ) in un attestato, firmato dal Sindaco, nel quale sia contenuta la motivazione del conferimento;

2 ) di approvare le seguenti norme di concessione:

- I -Il riconoscimento civico denominato "Il Fiorino d'Oro della città di Firenze
" è destinato a cittadini italiani o di altri Paesi, di riconosciuta probità, che, attraverso la loro notoria opera nel campo della cultura, delle arti, del lavoro in ogni sua espressione, della politica, dell'assistenza, della filantropia, dello sport, delle attività internazionali, abbiano dato lustro in particolare alla città ed alle istituzioni, e reso un servizio alla comunità nazionale e internazionale, e siano degni pertanto di essere additati al pubblico encomio;

- II -Il conferimento del "Fiorino d'Oro" viene deciso dal Sindaco di Firenze motu proprio, o su segnalazione dei membri della Giunta o del Consiglio Comunale, quando esistano i requisiti di cui al punto I°;


Enzo Mazzi (profilo)

Fin dalla nascita del Quartiere dell’isolotto, 1954, Enzo Mazzi, agisce come elemento unificatore e responsabilizzante in mezzo a persone provenienti da località tra loro lontane e diverse, molte delle quali reduci da situazioni conflittuali e drammatiche.

Sempre, nei momenti in cui la città di Firenze si è trovata sottoposta a prove eccezionali prodotte da calamità naturali come l’alluvione del 66 o da crisi sociali che investivano la classe operaia (fabbrica Galileo), o quando si trattava di dotare il Quartiere dell’Isolotto di servizi essenziali quali la scuola, sempre Enzo Mazzi, mescolato e quasi nascosto tra la gente ha esercitato la funzione essenziale di elemento unificatore della popolazione.

Ancora nei cruciali anni sessanta ha saputo interpretare e applicare alla pratica delle sue responsabilità istituzionali - all’interno della chiesa fiorentina - le sensibilità nuove che sfociarono nel Concilio vaticano secondo da una parte e nelle lotte del movimento operaio e democratico, nelle rivendicazioni degli studenti dall’altra. Rimane segno importante sul piano teorico e pratico la pubblicazione del testo
Incontro a Gesù” (Comunità dell’isolotto, LEF, 1969), frutto di una elaborazione a più mani calata nell’esperienza di un rapporto continuato con i giovani, educati in un clima di libertà tolleranza responsabilità che si respira ancor oggi nel Quartiere dell’Isolotto.

Da qui la cura degli emarginati, ex carcerati, le case famiglia, il rapporto positivo con i rom presenti nel territorio; a suo
tempo la solidarietà al popolo vietnamita, cecoslovacco, ai negri d’America...

Sul piano propriamente ideologico la grande opera di educazione al confronto e all’accettazione reciproca, il continuo riaffermare che le parole credente, non credente sono termini che non corrispondono al fatto esistenziale umano; da cui la costruzione di un’etica nuova, sperimentata giorno dopo giorno stando a continuo contatto con la realtà effettuale, mescolandosi come il lievito nella pasta, col rifiuto del leaderismo, con la critica esplicita a chi considera il processo storico un insieme di singoli separati fra loro e determinato solo da quelli più forti o più capaci:
Si guardano i singoli alberi — sono parole sue - e non ci si accorge della foresta; si esamina al microscopio la singola goccia d ‘acqua e non si avverte la forza del fiume in piena “.


Sergio Gomiti (Profilo)

Sergio Gomiti è stato al centro delle vicende che hanno segnato, in questi ultimi decenni, la vita della chiesa e della società fiorentine. Vi ha partecipato da protagonista, con discrezione, rifuggendo dalle luci della ribalta, ma portando un contributo essenziale, insieme ad Enzo Mazzi, allo sviluppo di quel modo di vivere la fede e di stare dalla parte dagli ultimi, che ha caratterizzato le Parrocchie della Casella e dell’Isolotto prima, la Comunità dell’Isolotto dopo.

Ha dato, e dà, un apporto sul piano intellettuale; nel contempo, è impegnato affinchè le elaborazioni teoriche si concretizzino nella pratica quotidiana, alimentando un circuito virtuoso fra pensiero ed azione.

Il suo stare in disparte non è solo indice di modestia, ma anche attuazione di un principio per lui basilare, quello cioè che vede nella comunità il crogiuolo in cui, al di là delle singole personalità, si sviluppa la crescita collettiva, di tutti e di ciascuno.

E’ merito principalmente suo se è oggi consult
abile, nell’Archivio della Comunità dell’Isolotto, una ricca documentazione di fatti che hanno connotato profondamente la storia della città, a partire dalla realizzazione del quartiere dell’Isolotto, nel 1953, e poi lungo l’arco dei decenni seguenti, compresi gli avvenimenti del 1968-69 – quando il contrasto fra la popolazione di un quartiere e la Curia assunse dimensioni di rilievo internazionale -, fino ai giorni nostri, al tempo del Social Forum Europeo e dei nuovi movimenti.

Si sono uniti, in questa opera meritoria, le competenze acquisite
durante la sua attività lavorativa al Centro di Restauro del Libro della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e la convinzione, che gli è propria, dell’importanza della memoria storica per progettare il futuro.

Il “fiorino” a Sergio Gomiti costituisce un riconoscimento sia all’uomo di cultura e di fede, fortemente e coerentemente impegnato nel sociale, sia all’esperienza dell’Isolotto, di cui egli, unitamente a Enzo Mazzi, è animatore instancabile da moltissimi anni.


Trovato qui.

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