martedì 20 febbraio 2007

APPUNTI di VIAGGIO (5)




LUNEDI’. Nel pomeriggio arrivo nelBorneo, la terza isola per grandezza della terra e sbarco a Kota Kilibalu, la capitale di Saba. Ho già spiegato a Luciano che la parte centro meridionale del Borneo fa parte dell’Indonesia, colonizzata dagli olandesi, mentre la parte settentrionale comprende gli ex possedimenti britannici.Sarawak e Saba quando ottennero l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963, hanno optato per  unirsi agli altri sultanati della penisola di Malacca costituendo la Malaysia  o Federazione malese mentre il sultanato del Brunei che visiteremo domani  non vi aderì.

Il cielo è coperto, a volte piove a volte pioviscola, Siamo in una regione prossima all’equatore e questo mi conferma ciò che a suo tempo ho studiato. Ma gli italiani che viaggiano con noi sento che sono arrabbiati,delusi perché hanno sofferto il mal di mare, gli hanno annullato la gita nella foresta pluviale a causa del mal tempo e non c’è il sole. Per di più la città offre ben  poco. Nel museo dove sono ricostruite le case degli indigeni a palafitte siamo lasciati a noi stessi. Io rivedo con piacere cose studiate quando detti l’esame di etnografia, ma tutto sommato nel Museo di via del Proconsolo a Firenze dove tutti gli anni portavo i ragazzi sono documentate le stesse cose. I teschi mummificati che gli indigeni appendevano come trofei nelle loro case sono a me note. Quello che scopro è che la collana che ho comprato a Saigon è molto simile a quelle esposte al museo .

 Qui la popolazione deve essere tutta mussulmana, me ne accorgo all’ennesimo mercato dove ci ripariamo dalla pioggia. Le donne giovani hanno il volto incorniciato dal fazzoletto. Hanno il volto candido lucido  pulito quasi fossero uscite da una lavatrice. Il volto di sane e brave ragazze.


LUNEDI ‘.Durante la notte abbiamo fatto un breve tratto di navigazione e siamo arrivati nel Sultanato del Brunei. Grandi aspettative da parte di tutti perché il sultano è una delle persone più ricche del mondo, non so quante macchine possiede. Il Brunei è uno stato petrolifero e conta quasi 400.000 abitanti, Il cielo è sempre coperto, piove a scrosci, ma l’impressione è molto gradevole. Mentre ci avviamo verso la capitale attraversiamo la foresta e vediamo costruite delle belle ville. La prima cosa che la guida ci dice è che nel Brunei non si pagano le tasse ( bello sforzo!), che il sultano si è sposato tre volte e che l’ultima moglie ha 26 anni mentre lui ne ha 60. La popolazione è costituita  da malesi e cinesi, quasi tutti musulmani. Lo stipendio medio è di 700 § USA. Si va in pensione a 55 anni con uno stipendio  medio di 1000§ USA se uno ha lavorato. Se non ha lavorato con 300 §. I salari sono più alti per coloro che lavorano nello stato, più bassi nelle imprese private.L’istruzione e l’assistenza sanitaria sono gratuite, potenza delle entrate petrolifere… Infatti Luciano fa il conto che la benzina  costa ¼ di quanto costa in Italia.

La moschea che ci fanno visitare è modernissima, si arriva salendo 29 scalini quanti sono stati i sultani. Vi è la  grande sala per gli uomini mentre le donne in una sala adiacente possono seguire la preghiera vedendola al televisore lì installato. La moschea è splendente, tutta rivestita di marmo di Carrara lucidissimo. Il gusto non è pacchiano come ci si potrebbe immaginare,

 Usciti, la guida ci fa sapere che nel 1999 il Brunei è stato definito il paese più pulito del mondo. Ci fa vedere il parlamento creato nel 2005, di 25 membri nominati dal sultano stesso. Non ci dice  che tutte le alte cariche dello stato sono  in mano a suoi stretti parenti,che il sultano governa attraverso decreti, che non esistono partiti politici. Richiesto se in Brunei c’è la pena di morte risponde che la criminalità non esiste. La giustizia è rivolta a risolvere  questioni inerenti alla religione e alla famiglia. Insomma andiamo tutti in Brunei!? E’ il paese del Bengodi !

Poi veniamo portati a visitare il quartiere dellecase sull’acqua con moschea e scuole costruite su palafitte che emergono dal mare. Siamo ospitati in una  casa dove hanno preparato il rinfreschino. I mobili sono moderni ; l’ambiente pulito e accogliente. Il dolce più buono è la banana fritta. Il tè è servito amaro

La reggia del sultano con 1700 stanze si intravede in mezzo a una fittissima vegetazione che ci accompagna lungo la via di ritorno. A bordo del pullman la guida accende la televisione dove ci mostra che all’ora della preghiera  i programmi si interrompono. Si riconoscono ai margini della foresta palme da cocco, banani, felci come le nostre ma molto più alte. Il tutto è stato molto piacevole. Ma dov’è l’oriente? Sembra piuttosto di  essere in uno stato arabo produttore di petrolio, senza però  alcuna pacchianeria. L’unica differenza è che qui piove da matti ed è tutto verde e le donne possono fare tutti i lavori , guidano l’automobile e non ne ho vista nessuna velata, ma solo con il fazzoletto in testa.

(Dal diario di Ornella - continua)

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