mercoledì 21 febbraio 2007

APPUNTI di VIAGGIO (6)



MARTEDI’ navigazione : si rifanno le valigie.


MERCOLEDI’ Dulcis in fundo: Singapore . Le valigie ci aspettano all’aeroporto. Il sole finalmente splende nel cielo azzurro. Per essere all’equatore non fa poi tanto caldo. La città si presenta molto bella con i grattacieli della city, i grandi viali  fiancheggiati dagli alberi della pioggia con la loro forma ad ombrello, gli alberghi a cinque sei stelle, tanto verde, tutto pulito e ordinato. Anche troppo?  Non direi. Passiamo con il pullman per le strade centrali piene di traffico. Si stanno preparando  gli ornamenti stradali per la prossima festa del Capodanno cinese in cui si entrerà nel segno del maiale.  Si appendono grappoli di palloncini colorati su archi che attraversano la strada. E’ una festa di colori. Non dimentichiamo che la popolazione di 3milioni e mezzo di abitanti è per il 75% cinese.   A China town, il grande quartiere abitato da cinesi si ritorna in oriente. Le case sono basse, i negozi si succedono l’uno all’altro, dopo che la guida ci ha dato le solite informazioni: qui si lavora molto, 10 o in certi casi anche 12 ore al giorno , ma per lei è bello lavorare, perché lo fa con grande soddisfazione. Chi sciopera va in prigione.

 Singapore è una grande centro finanziario, commerciale,bancario. A Singapore operano circa 300 multinazionali americane ed europee, ha la maggiore densità di collegamenti Internet nel sudest asiatico. Ha uno dei porti con più transito di navi vista la sua posizione sullo stretto di Malacca. La sua compagnia aerea di navigazione, la Singapore Airlines è la migliore del mondo, domandatelo a chi vi ha viaggiato.

Ci portano a vedere un tempio buddista  che dal di fuori si riconosce per la forma e per le numerose sculture intrecciate di dei, uomini e animali. Mi rammento i pulpiti  di Nicola e Giovanni Pisano a Siena, Pistoia e Pisa e  mi dico che le loro espressioni artistiche sono troppo diverse dalle nostre per essere da me apprezzate. Più tardi ripercorrendo la strada  rientriamo nel tempio e assistiamo ad una cerimonia religiosa. Due giovani a dorso nudo dicono nel cortile all’aperto le loro preghiere con le loro ossessive genuflessioni insieme ad un gruppo di donne, spostandosi di fronte alle varie cappelle accompagnati dal suono di alcuni strumenti. Per me è un momento suggestivo, per Luciano un divertimento.

Poi  al quartiere indiano. Quanto scintillio in quei negozi. Cose  diverse dal solito: collane  dorate in filigrana esposte su velluto rosso fiammante, sari dai colori tenui o dai colori vivaci, grande luccichio ovunque, ristorantini pieni di gente,  negozi di frutta e verdura. Anch’io che non amo lo shopping sarei tentata a comprare quelle cose, anche se non le porterei mai. Le donne coi loro sari e il punto nero sulla fronte mi sembrano belle.

Peccato che il tempo scorre veloce e dobbiamo andare all’aeroporto. Dopo 28 ore di viaggio saremo a Firenze.  Il volo tra Hong Kong e Roma durerà 13 ore notturne e sarà interminabile. Valeva la pena tutta questa fatica? Per me si perché oramai ho la conferma che nei prossimi decenni il sudest asiatico  insieme alla Cina e all’India sarà l’area del mondo  con il maggiore sviluppo economico. Metà dell’umanità vive in questa area del mondo, lavorano come pazzi, almeno per ora non fanno o non possono fare rivendicazioni. E’ logico che le multinazionali  hanno e avranno tutti i vantaggi nell’investire qui.

(Dal diario di bordo di Ornella) Fine.

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