mercoledì 12 maggio 2010

L'Iran mi viene incontro col suo colore di perla



Un popolo gentile e accogliente

 






Video  (Puoi cliccare anche sulla foto)
A passeggio per Shiraz, un giorno di settembre del 2009, in compagnia delle nostre guide Soheila e Shahab. Meta la tomba di Hafez.






In questo viaggio l'Iran mi viene incontro col suo colore di perla. Tutti i fiori che mancano su questi monti sono nei tappeti che le donne hanno tessuto per secoli e millenni. Ma sono anche nei giardini dove l'acqua scorre nei piccoli canali a rallegrare le famiglie nei giorni di festa. E le tombe dei poeti: non sarebbero più tristi senza fiori? In quale altro paese la gente viene a pregare così numerosa sulle tombe dei poeti? Guardano i bambini dagli occhi grandi e dai capelli nerissimi, guardano le donne col viso stretto nel velo che io non vorrei e nemmeno il poeta vorrebbe. Perché ai poeti piacciono i bei riccioli liberi e la curva dolce del collo che scende verso la spalla. Non è Dio che ha voluto la bellezza? I gelsi fanno corona intorno e mandano un leggero profumo. Ce n'è uno tutto storto e avvolto nel tronco. Certo questo albero ha sofferto molto, ma con quanta forza ha fatto rinascere intorno al suo corpo straziato tante e tante foglie: un bel mantello a coprire tutto. E' qui a questa pianta che viene la gente che ha sofferto, ma che più del dolore ha amato la propria rinascita. Paola.(pezzo inedito ritrovato fra gli appunti di viaggio) 





 





 






Ghazal dell’Amore
(o della Rosa dei Venti.)
Il ponente incide le rocce. L’acqua
usa il sale che acceca come inchiostro.
La procellaria grida:“E’ qui” o “E’ fuggito”
ma anche “Non esiste”
e “L’hai inventato”
a seconda di come il mare la stordisce.
E’ vero. Il desiderio abita il mondo disfatto.
Perfino questa cucina dove la pentola soffia
nella cappa dove il vento si ostina
è una forma di nozze. Olio che frigge
ghisa che svetta fumo fino al buio
e là si coniuga davvero.
Tra i fuochi dei fornelli
l’anima chiede
quattro volte per fiamma
per ogni cardine di terra
ai quattro venti
che le disperdano il destino.

 


Un sito sull'Iran (l'ho scoperto ora e forse vale la pena): http://opiran.wordpress.com/

2 commenti:

  1. Mi sembra che il video sia venuto molto bene. Al narghillè ho fumato anh'io in Tunisia. Ma la mattina dopo non  riuscivo a svegliarmi e stavo per perdere la camminata sul cammello. Purtroppo in quell'occasione dimenticai una collana di lapislazzuli in albergo e me ne sono accorta troppo tardi.  Orni

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  2. Peccato non aver filmato la nostra guida Soheila quando ci ha accompagnato al gelso, bello di fuori e tormentato di dentro, prendendolo come riferimento e simbolo della vita umana, con le gioie sempre frammiste ai dolori...E si è commossa fino alle lacrime.

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