mercoledì 12 novembre 2003


 


Il sangue non è acqua


Alle famiglie dei soldati italiani assassinati a Nassiriya


Sono uno stupid white man qualsiasi e penso che, in questo caso come e più che in altri, sia vero il proverbio: “la parola è d’argento, il silenzio è d’oro”. Ma non ce la fo. Se ho scritto due giorni fa alle famiglie dei soldati americani in Iraq, perché dovrei soprassedere ora? Riconfermo, prima di tutto, tutto quanto scritto nella lettera agli americani: lì affermavo che Ci sono anche 3000 soldati italiani in Iraq, mandati contro la nostra volontà, in violazione dei nostri principi costituzionali; dicevo anche: Questa guerra è una trappola; in questa trappola ci sono materialmente i vostri ragazzi e anche i nostri carabinieri. Nessuno sa più come uscirne...Bene, tocca a voi incominciare.


Ripeto, io non ho nessun diritto di rivolgermi a voi in un momento di strazio e disperazione; siccome però penso che sarete costretti ad ascoltare mille voci tendenti a convincervi che il sacrificio fatto dai vostri figli e mariti e padri valeva la pena di essere fatto, ecco, con la testa coperta di cenere mi azzardo a ricordarvi quelle famiglie dei “caduti” inglesi in Iraq che non hanno accettato la presenza di rappresentanti del governo ai funerali dei loro ragazzi. E anche quei familiari dei morti dentro le torri gemelle che si sono rifiutati di avallare la valanga propagandistica per la “guerra al terrorismo”. Voi non avrete modo né testa di decidere tante cose in momenti come questi. Però – e lo chiedo per me e per i figli miei – dovete far di tutto per impedire che il sangue dei vostri ragazzi sia utilizzato per giustificare lo spargimento di altro sangue che sicuramente verrà, se non si ferma la macchina impazzita. Io credo proprio che il Parlamento che ha deciso l’invio del contingente militare, non abbia rappresentato la volontà popolare; considero il nostro buon Presidente Ciampi corresponsabile più o meno diretto; perché è chiaro come il sole che l’invio dei nostri soldati in Iraq, a quel tempo e in quel modo, ha costituito una violazione dell’Undicesimo Emendamento o Comandamento della nostra Costituzione: "L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali "( art. 11).


Allora, senza imprecazioni né rassegnazione, portate al giudizio della Corte Costituzionale l’operato del Governo, del Parlamento, del Presidente su questo specifico atto: l’invio in Iraq dei contingenti militari italiani. Tanti di noi vi seguiranno. Troverete avvocati importanti, e di estrazione politica differenziata, pronti a sostenere la vertenza.


Termino con una citazione di Chaplin, che si trova nel film Monsieur Verdoux (1947):


Despair is a narcotic. It lulls the mind into indifference.


La disperazione è un narcotico. Essa acquieta la mente nella culla dell’indifferenza.


Dedico questo mio post a Salvo D'Acquisto.


F.to Capellibianchi.

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