Djerba, venerdi 21 maggio
Oggi cielo completamente limpido; il vento non disturba, anzi dà refrigerio. Il giardino curatissimo, variato di piante e fiori accuratamente scelti sembra un Eden. Paola mi indica le piante più belle insieme ai gatti che circolano intorno, corpo slanciato, muso sottile, espressione a leopardo o lince; meno salottieri dei nostri. A metà mattinata in piscina, quasi senza volerlo, mi trovo in mezzo al gruppo che fa l'aquagym, ginnastica nell'acqua. A un certo punto l'animatore ci divide a coppie ed io mi trovo a dover scegliere tra il colosso di Rodi ( una nordica già notata dal mio gruppo, al ristorante, alta come un cammello, con la struttura delle donne monumentali che si vedono da noi nelle sculture e bassorilievi di epoca fascista. Tipo anche Michelangelo ) e una giovane robusta florida negra. Istintivamente scelgo la seconda e buon per me, al momento in cui l'uno deve portare sulle spalle l'altro correndo dentro l'acqua.
Segue poco più tardi la solita abbuffata al ristorante self-service dove i nostri contubernali fanno il pieno, come sempre, senza se e senza ma. Almeno uno su quattro dei presenti (delle presenti!) partecipa ai campionati della bulimia ( o alla sagra dei culi espansi). La più controllata, bisogna dirlo, è sempre Paola: per lei la linea è un valore. Sono già troppi i pesi da sostenere nella vita.
Mi sento bruciato dal sole, ma non proprio cotto. Rientrando in camera non accendo il TV per timore che l'esercito di Sharon mi rovini la giornata. Salaam.
Djerba, sabato 22 maggio
E' finalmente arrivata l'estate! L'acqua della piscina è calda, dopo un po' che siamo entrati. Possiamo fare la camminata sulla spiaggia senza la giacca a vento o Kway. Il mare rimane sostanzialmente inagibile per il nuoto, causa alghe e bassofondo. Gli alberghi qui ti danno gratis il catamarano a fiocco e randa, il surf, la canoa e quant'altro. I mezzi a motore si pagano. Camminando lungo la spiaggia incontriamo turisti a cavallo, a cammello, in calesse. Piccole vecchie barche di pescatori sono a riva, piene di reti. Alzarsi presto e vederle al ritorno dalla pescata notturna: m'è capitato qualche rara volta all'isola del Giglio o dove, non qui. Credo e spero che il pesce piccolo, povero e saporito che abbiam gustato un paio di volte sia venuto da qui.
Siamo alla vigilia del rientro; a sera riempiamo il modulo di gradimento richiesto dalla nostra Agenzia di viaggio rappresentata dal diligente puntualissimo rosso di pelo, minuto, accento veneto, Gabriele, che trova il tempo di dirmi che il nostro hotel è aperto tutto l'anno: d'inverno tutta terza età (all'ingrasso, penso io e fa capire lui), che l'anno scorso - estate violenta! - a giugno la gente sveniva per strada, la sera, non qui che siamo sul mare aperto, ma nei centri abitati tipo Gabes e Sfax, sul continente. Che ad agosto nel deserto con dei turisti è stato un dramma. Solo a ottobre si è ricominciato a star bene.
Quanto al modulo di gradimento, su un punteggio da 1 a 10 Paola ed io mettiamo 8.
Sul tardo pomeriggio ci tratteniamo nella fresca camera suite 1218, prendendo questi appunti (io), leggendo "Oceano mare" di Baricco, lei. Mi legge qualche frase per un mio giudizio, che è questo: Baricco? Un po' barocco. Lei ci trova delle somiglianze con i primi romanzi di Italo Calvino, quelli della Trilogia Barone Rampante, Visconte dimezzato, Cavaliere inesistente. Il surreale le piace e lo sta mettendo al centro degli ultimi suoi racconti in fase di prossima pubblicazione (!?). A luglio ne dovrebbe uscire almeno uno su "Leggere donna".
A proposito di libri è giusto notare che, tra le offerte interminabili di facilities che mette a disposizione l'albergo per la formula all inclusive c'è anche una piccola biblioteca di testi in lingua francese: livello collezione "harmony".
Ritornando su Baricco concordiamo su una scrittura suggestiva, piacevole, che sollecita emozioni, ma rimane in superficie. Calvino è un'altra cosa. Paola riferisce un giudizio confidenziale di Grazia Livi, che pure era componente della giuria Premio Viareggio che ha premiato il libro: è un bluff.
Un bluff è sicuramente - aggiunge Paola - "Non ti muovere" di Margaret Mazzantini, premio Viareggio di quest'anno, che tanti conoscono per il film interpretato da Sergio Castellitto, marito di Margaret.
Nessun commento:
Posta un commento