sabato 14 agosto 2004

Ulisse medaglia d'oro nel lancio del disco


Mi trafiggesti l'anima nel petto,
Villane voci articolando; io nuovo
Non son de' giochi qual tu cianci e credo
Anzi, ch'io degli atleti andai tra i primi,
Finché potei de' verdi anni e di queste
Braccia fidarmi. Or me, che aspre fatiche
Durai, tra l'armi penetrando e l'onde,
Gl'infortunï domaro. E non pertanto
Cimenterommi: ché mordace troppo
Fu il tuo sermon, ne più tenermi io valgo».
Disse; e co' panni stessi, in ch'era involto,
Lanciossi, ed afferrò massiccio disco,
Che quelli, onde giocar solean tra loro,
Molto di mole soverchiava e pondo.
Rotollo in aria, e con la man robusta
Lo spinse: sonò il sasso, ed i Feaci,
Que' naviganti celebri, que' forti
Remigatori, s'abbattero in terra
Per la foga del sasso il qual, partito
Da sì valida destra, i segni tutti
Rapidamente sorvolò.
Odissea C.VIII

3 commenti:

  1. omero è sempre omero!almeno credo!forse era la voce della coscienza ellenica!o magari una leggenda nella leggenda!alla fine non c'è limite al mito....non trovi?ciao

    RispondiElimina
  2. interessante questo blog... i cultori della divina commedia non possono che essere interessanti... ripasserò a leggere con più calma. consiglio d visitare il sito www.turismoresponsabile.it (o forse.com?!)

    byez

    L*

    RispondiElimina