lunedì 19 novembre 2007

Mario Vezzani

Mario Vezzani


E il professore dei ragazzi del Liceo Gobetti (di Bagno a Ripoli ndr). La prima impressione che ci ha fatto non è stata positiva: ci sembrava una persona noiosa e priva di umorismo, ma con il procedere delle prove ci siamo resi conto che ci sbagliavamo: abbiamo scoperto che ha anche delle qualità positive ..... E' alto e robusto, ha pochi capelli chiari, quasi bianchi. Gli devono proprio piacere i pantaloni di velluto e l'impermeabile, perché caldo o freddo che sia, è sempre vestito così. Parla spesso con la Bianchi, sembra quasi che si confidi e .. chissà..... se, sotto sotto, non ci sia qualche storia ... uhm .. di amicizia! Ti guarda con espressione quasi beffarda e quando parla con i suoi allievi sembra quasi che voglia prenderli in giro, anche se in modo abbastanza bonario. Mentre assiste alle prove di teatro tiene le braccia conserte, sembra essere attento e, nello stesso tempo, sembra concentrato su un’alta cosa o in un altro mondo. In altri momenti tiene le mani dietro la schiena e passeggia per la palestra, avanti e indietro, pensieroso. Che sia nervoso? O preoccupato? Chissà! E’ enigmatico. E’ un uomo colto e un po’ filosofo. (Silvia G.)

Lo scrive una studentessa nel libro che rievoca la messa in scena e la rappresentazione della vicenda di Giordano Bruno realizzata nel quattrocentesimo anniversario del rogo, testo di Mario Vezzani, titolo "Campo dei fiori". 

Continuo a sfogliare questo volume di 228 pagine, faccio vedere a Paola le foto in carta patinata degli gli abiti di scena creati da due classi del biennio dell'Istituto statale d'arte di Porta Romana, sezione moda e costume, scorro, terza di copertina, la lettera di Paolo Emilio Poesio, guru del teatro italiano, "Caro Vezzani...Viareggio 30 luglio 99", una bella lettera.

Mi distraggo al pensiero di momenti vissuti insieme nella scuola, nel quartiere negli anni sessanta settanta, non sto a farla lunga, ve lo presento con le sue parole mentre sta lavorando alla messa in scena del suo "Campo di fiori", l'anno precedente alla presentazione al pubblico che avverrà nel ridotto del teatro comunale di Firenze.

"Tutti sono in piedi attorno al tavolo: si parla di come fare la mostra alla Pergola...se sarà possibile produrre un video con le numerose riprese fatte da Brilli e dai suoi studenti.

Piero Brilli si occupa di modellistica, lavora nel laboratorio di scenotecnica e spettacolo, come me è alla soglia della pensione, ma il suo lavoro appassionato anima e accresce ancora la professionalità di chi si impegna nelle attività teatrali.


Mentre si valutano le immagini, si avvicina al tavolo Antonia Balbi del laboratorio di scenotecnica: sotto la sua direzione gli studenti hanno realizzato le maschere e il telone sul quale campeggia un sole luminosissimo, simbolo ermetico e platonico, sicuramente fra le cose più belle della scenografia e dei costumi di "Campo di fiori". Ha svolto un' accurata ricostruzione della storia del gruppo teatrale dell 'Istituto d'Arte, dall'87 al 2000. In due fogli densi di caratteri minuti è esposta con chiarezza una quantità rilevante di dati; il primo nome è quello dell'amico e maestro Mario Peca, il suo Gruppo, "Mimesis" ha innovato profondamente il fare teatro a scuola ed è stato fra i promotori di una lunga e fortunata stagione fiorentina ... seguono Scuto, Mancini, Magherini, Palmerani e tanti altri dei quali vorrei parlare a lungo. Vi sono poi i luoghi: il Teatro Romano di Fiesole, il Teatro Greco di Siracusa, il teatro greco di Palazzolo Acreide, di Carlentini, l'anfiteatro di Milis (Oristano) ... naturalmente Rifredi e numerosi teatri di Firenze, della Toscana, delle Marche... infine gli scambi con l'estero ... Se non conoscessi i colleghi ancora impegnati a selezionare le fotografie, e la inesauribile creatività di Scuto rimarrei meravigliato della quantità e della qualità delle esperienze racchiuse nella nota curata dalla collega Balbi.

Sono già passate le due del pomeriggio, il parcheggio che assedia la grande sede dell 'Istituto d'Arte è quasi vuoto ... mentre mi avvio all'uscita lungo i viali alberati, d'improvviso salgono alla memoria immagini, colori, profumi... i versi dell'Agamennone di Eschilo, recitati dai giovani dell'Istituto d'Arte nel meriggio assolato della primavera siciliana, e quelli dell'Antigone di Sofocle, che dopo tanto ingiustificato silenzio tornavano, grazie al Liceo Gobetti e all'amico Incatasciato, a risuonare nel tepore notturno di una verde Estate Fiesolana."

 L'ho saputo stamani da Enzo. Ciao, Mario, palpito azzurro nel cielo di Fiesole, sorriso bonario e battuta arguta nel gruppo dei pari.


Scrive Paola L.

  E' stato per noi un caro amico, dagli anni dell'università all'impegno nella scuola, nel movimento politico; abbiamo fatto nottate e risate con lui, e l'avevamo visto qualche tempo fa quando preparavamo la mostra del Movimento di quartiere, un po' sottotono, già ammalato, ma non lo sapevamo. La cosa più triste è stata non poterlo salutare, non averlo accompagnato alla fine. Non ci è stato permesso.

Paola Lucarini


1 commento:

  1. Sono stato un suo studente alla fine degli anni '80. La sua intelligenza ed il suo senso dell'ironia sono state davvero importanti per me. Lavorando all'estero mi ero ripromesso di andare a salutarlo quanto prima, purtroppo non lo potro' fare e questo mi provoca un enorme dispiacere e rammarico. Lo ricordero' sempre con un sorriso. Un caro saluto ad una persona davvero unica.

    RispondiElimina