venerdì 20 marzo 2009

Giornali e giornalisti

La quarta opzione


I giornali hanno diverse opzioni.

1. possono diventare entertainment

2. possono diventare puri contenitori pubblicitari

3. possono diventare puri mezzi di propaganda

4. possono mettersi al servizio della comunità che ha bisogno di informazione

5. possono diventare piccoli circoli culturali nostalgici




Tutte queste opzioni sono già praticate. Il mercato non sembra sostenerle tutte. Lo stato ne sostiene alcune. Quali resisteranno in futuro? La quarta opzione, in particolare, resisterà e si svilupperà solo se i giornali che la praticheranno sapranno essere davvero di servizio, trasparenti, chiari nella linea editoriale e intelligenti nell'interpretazione. In questo senso, la crisi potrebbe migliorare la situazione, scremando il panorama e offrendo al pubblico una maggiore consapevolezza di quello che comprano.


E i giornalisti a che cosa serviranno? Nessuno ha la soluzione in tasca. Le opzioni sono diverse:

1. diventeranno persone di spettacolo

2. diventeranno testimonial pubblicitari

3. diventeranno addetti alle relazioni pubbliche

4. si concentreranno sul mestiere di fare informazione per il pubblico

5. si chiuderanno in alcuni scantinati a lamentarsi pensando di fare cultura


Tutte queste opzioni sono già praticate. Ma se i giornalisti faranno informazione per il pubblico, il pubblico troverà il modo di sostenerne il lavoro. Le soluzioni sono molte da questo punto di vista.


Se giornali e giornalisti faranno informazione insieme, purificando un po' il clima che si è creato in un contesto nel quale informazione, comunicazione, propaganda e pubblicità hanno perso di vista i loro confini, allora anche questa crisi sarà servita a qualcosa.


E se intanto su internet cresceranno le fonti di informazione diretta, i blogger di qualità, i nuovi modelli di business, il sistema dell'informazione avrà soltanto da guadagnarci.


Per un lavoro sulla qualità, sulla ricerca che richiede tempo e pazienza, sulla indipendenza di giudizio, i professionisti della ricerca giornalistica capace di seguire un metodo empirico e trasparente potrà ancora servire. Su qualunque piattaforma.


Perché il giornale non è la sua carta. E il giornalista non è condannato a fare il pesce incartato.



Trovato qui


Segnalato da Mantellini

2 commenti:

  1. ti chiami barbabianca, ma queste sembrano le profezie di barbanera.

    scherzavo, ovvio.



    io dico che i giornalisti sono in un momento di cambiamento molto forte e il cambiamento non è facile in questi tempi di pressioni e di crisi perché entrambe queste forze potrebbero farne un mestiere senza sbocco. purtroppo per informare ci vogliono i soldi, per la carta, per la professione. e ci vogliono anche proprietà disposte al cambiamento della professione e a tenere duro.



    ciascuno di noi può perseguire la sua etica, però, che è quella di informare onestamente. malgrado tutto.

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  2. E così faremo noi bloggers, n'est-ce pas?

    Buona giornata.

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