1973. Silvio Berlusconi acquista
l'enorme villa di Arcore appartenente
alla famiglia nobiliare lombarda dei
Casati Stampa. L'unica erede di questa
famiglia è la contessina dodicenne
Annamaria che, essendo minorenne,
non può amministrare da sola i propri
beni, così viene nominato un pro-tutore:
l'avvocato milanese Cesare Previti, che
oltre ad essere amico è anche in affari
con Berlusconi in quanto dirigente di
una società del suo gruppo. Grazie alla
fortunata coincidenza, la favolosa villa
viene pagata circa 500 milioni
dell'epoca: un prezzo irrisorio. E, per
giunta, non in denaro frusciante, ma in
azioni false: azioni di alcune società
immobiliari che in realtà non sono
quotate in borsa, così che, quando la
ragazza si trasferisce in Brasile e tenta di
monetizzare i titoli, si ritrova con una
carrettata di carta. A quel punto, Previti e
Berlusconi offrono di ricomprare le
azioni, ma alla metà del prezzo
inizialmente pattuito. In questo modo
con 250 milioni di lire dell'epoca
Berlusconi acquista la settecentesca Villa
San Martino di Arcore, con quadri
d'autore, parco di un milione di metri
quadrati, campi da tennis, maneggio,
scuderie, due piscine e centinaia di
ettari di terreni.
(Trovata sul blog di DiPietro, tra i commenti sotto Sonia Alfano)
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