sabato 7 marzo 2009

Lugano 6 marzo 2009

Premio Dialogare 2009

Narrativa
Testo premiato Il fim di Thérèse

Per conoscere meglio Alessia Ballinari



Ci può raccontare il Suo percorso letterario?
Più che un percorso direi che si tratta piuttosto di un inizio: diciamo che ho sempre voluto scrivere, ma solo raramente ho dato forma compiuta ai pensieri sparsi per i vari taccuini.

Dal 2005 al 2008 ho collaborato alla rivista interculturale online www.bazarmagazine.ch, dove ho pubblicato interviste e articoli di approfondimento, oltre a brevi racconti più o meno legati alle mie esperienze di vita in Inghilterra. All’università ho partecipato a laboratori di scrittura creativa e giornalistica, e successivamente mi è capitato di utilizzare la scrittura a scopi professionali. È da poco che ho deciso di investire di più nella scrittura: il racconto per il Premio Dialogare è il primo risultato di questo proposito.

Che cosa la spinge a scrivere?
Di preciso non saprei. Penso la voglia di comunicare, parlare di temi che mi stanno a cuore. Poi c’è anche qualcos’altro: una sorta di soddisfazione nel vedere una certa frase scritta su un foglio, nero su bianco, o leggerne il suono ad alta voce, e sentire che le parole fluiscono riuscendo a esprimere esattamente quello che avevo in testa. Purtroppo non capita spesso: sono molto esigente nello scrivere, direi che è quasi una fatica per me. Prima di cominciare mi chiedo un’infinità di volte perché scrivo, se ho davvero qualcosa da dire perché non sia soltanto un esercizio di stile, o uno sfogo personale: se non sono convinta (come spesso accade), lascio perdere.
L'intervista continua qui

Motivazione della giuria per il premio

"Il racconto interpreta in modo brillante il rapporto realtà/fantasia suggerito dal tema del concorso, sviluppando un personaggio femminile in sintonia con gli intendimenti dell’Associazione Dialogare, perché sa rinunciare con ironia alle illusioni della società mediatica, vivendo la quotidianità in modo autonomo e creativo."

Motivazioni della giuria per il racconto segnalato

Una donna come te” di Paola Galli di Firenze

Un laboratorio di sartoria, che accoglie giovani donne provenienti da paesi lontani e da culture diverse, diventa lo specchio in cui si riflettono i grandi interrogativi dell’epoca; trasformare lo scontro di civiltà in incontro, emancipare la donna attraverso il lavoro, fare dell’altro un nostro concittadino? L’autrice li riconduce a una quotidianità realmente vissuta in tutte le sue contraddizioni, fra speranze e illusioni. E ce li propone con gradevole abilità narrativa.

Massagno, 5 marzo 2009

Nota

I racconti presentati al concorso sono stati 62. Il 90 % svizeri, i restanti italiani. Paola racconterà il viaggio, l'incontro, l'accoglienza.  Io mi limito a dire che ho perduto le foto delle mia camera digitale e lo scrivo con grande dispiacere.

Riguardo al Canton Ticino, Canton Vicino (un'ora di treno da Milano, compresa la sosta di servizio-dogana di Chiasso) tengo a rilevare l'emozione che sempre mi crea l'entrata in Svizzera, paese dove non esistono monumenti ai caduti. Non ho neppure visto statue a cavallo...

 Nota di Paola

Appena arrivati a Lugano, Daniela che poi avrebbe continuato a mostrarsi disponibile per tutta la durata della nostra visita ci ha accolto nella sua macchina. Era una giornata piovosa e l'iniziativa ci è stata di molto aiuto anche perché non conoscevamo la città. Posso dire che questa accoglienza premurosa ci ha accompagnato per tutto il tempo: durante il pomeriggio della premiazione, la sera alla cena in casa di Osvalda, Presidente del premio e dell'Associazione, nel riaccompagnamento all'albergo. Le componenti di questa associazione che, come scrive nel suo statuto, ha come  scopo attività di formazione, approfondimento culturale, consulenza, ricerca e incontro a livello individuale e di gruppo per la valorizzazione e la crescita del ruolo personale in particolare della donna, sono persone capaci e culturalmente preparate. Hanno parlato del lavoro che fanno in relazione al premio con competenza e con rispetto per quello che le concorrenti avevano espresso. Ho avuto occasione di essere presente ad altri premi letterari. Questo mi è parso, più di altri, serio e scevro da fastidiose ampollosità di sedicenti critiche letterarie. Soddisfacente l'organizzazione di una serata simpatica e vivacizzata dalla fisarmonica dolce e appassionata di Sandra. Lugano è una bella città tranquilla, quasi nascosta tra montagne innevate e lago. Il clima fresco e umido del primo giorno si è poi addolcito il dì seguente fino a mostrarci il sole tra le nuvole con l'annuncio di primavera. Ci è piaciuto il vecchio centro scoperto quasi per caso col mercato e i negozi specializzati in cioccolateria. Abbiamo riempito una borsetta con bei pezzi di cioccolata “sfusa”, tipo i croccanti delle nostre fiere, al sapore di mirtillo, uvetta,nocciole, mandorle, zucchero caramellato… il pacchetto ci fa compagnia insieme al ricordo e alla nostalgia.

Arrivederci senza addio, Lugano bella.

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