Norman G. Finkelstein
L'olocausto nazista (quello vero) e l'olocausto ideologico (falso).
Chi fa questa distinzione è un professore statunitense figli di due ebrei scampati al ghetto di varsavia e poi ad Auschwitz. Quello delle commemorazioni ufficiali a cui partecipano rappresentantanti del governo israeliano e di quello statunitense è il secondo.
BUR Rizzoli 2004
Edizione online:
Indice
Ringraziamenti...............................................................................................................4
Introduzione....................................................................... ...........................................5
Capitolo 1: Il profitto dell'olocausto ............................................................................8
Capitolo 2: Truffatori, venditori e storia .................................................................... 28
Chapitolo 3: La duplice estorsione .......................................................................... 54
Conclusione ................................................................................................................. 94
Appendici sugli ultimi avvenimenti........................................................................... 98
Testi citati nel volume apparsi in edizione italia................................................. 130
Estratti
Introduzione
Questo libro si propone di essere un'anatomia dell'Industria dell'Olocausto e un atto
d'accusa nei suoi confronti. Nelle pagine che seguono, dimostrerò che «l'Olocausto» è
rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di «vittima», e lo stesso ha fatto il gruppo
etnico [10] di maggior successo negli Stati Uniti. Da questo specioso status di vittima
derivano dividendi considerevoli, in particolare l'immunità alle critiche, per quanto
fondate esse siano. Aggiungerei che coloro che godono di questa immunità non sono
sfuggiti alla corruttela morale che di norma l'accompagna. Da questo punto di vista, il
ruolo di Elie Wiesel come interprete ufficiale dell'Olocausto non è un caso. Per dirla
francamente, non è arrivato alla posizione che occupa grazie al suo impegno civile o al
suo talento letterario (3): Wiesel ha questo ruolo di punta perché si limita a ripetere
instancabilmente i dogmi dell'Olocausto, difendendo di conseguenza gli interessi che lo
sostengono.
...
Mio padre e mia madre si chiesero spesso perché m'indignassi di fronte alla falsificazione
e allo sfruttamento del genocidio perpetrato dai nazisti. La risposta più ovvia è che è stato
usato per giustificare la politica criminale dello Stato d'Israele e il sostegno americano a
tale politica. Ma c'è anche un motivo personale. Ho infatti a cuore che si conservi la
memoria della persecuzione della mia famiglia. L'attuale campagna dell'industria
dell'Olocausto per estorcere denaro all'Europa in nome delle «vittime bisognose
dell'Olocausto» ha ridotto la statura morale del loro martirio a quella di un casinò di
Montecarlo
...
E così, le élite ebraiche americane all'improvviso scoprirono Israele. Dopo la guerra del
1967, l'impeto del suo esercito poté essere celebrato perché i suoi cannoni erano puntati
nella giusta direzione, cioè contro i nemici dell'America. Il suo valore militare poteva
persino rendere più agevole l'accesso alla stanza dei bottoni dei potere americano. Se in 13
precedenza le élite ebraiche potevano offrire solamente scarni elenchi di ebrei sovversivi,
ora erano in grado di porsi come gli interlocutori naturali della più recente risorsa
strategica americana e da pedine guadagnarsi un ruolo di primo piano nel gran teatro
della Guerra Fredda. Israele divenne una risorsa non solo per l'America ma per lo stesso
ebraismo americano.
...
Esistono anche ragioni interne per la nascita dell'industria dell'Olocausto. Gli studiosi
sottolineano la recente apparizione della «politica dell'identità» da un lato e della «cultura
della vittimizzazione» dall'altro. In realtà, [46] ogni identità si fonda su una specifica
storia di oppressione e, di conseguenza, gli ebrei cercarono la loro nell'Olocausto.
Eppure, tra i gruppi che protestano la loro vittimizzazione, ivi compresi i neri, i latini, i
nativi americani, le donne, i gay e le lesbiche, solamente gli ebrei, nella società
americana, non sono svantaggiati. In realtà, la politica dell'identità e l'Olocausto hanno
fatto presa tra gli ebrei americani non in virtù del loro status di vittime ma proprio perché
essi non sono vittime.
Nel momento in cui, dopo la Seconda guerra mondiale. le barriere ant isemit iche si
sgretolarono rapidamente, gli ebrei conobbero un'ascesa sociale negli Stati Uniti.
Secondo Lipset e Raab, il reddito pro capite degli ebrei è circa il doppio di quello dei non
ebrei; sedici dei quaranta americani più ricchi sono ebrei; il quaranta per cento dei
vincitori americani del premio Nobel in ambito scientifico ed economico è ebreo, così
come il venti per cento dei professori nelle università più importanti e il quaranta per
cento dei soci dei maggiori studi legali di New York e Washington.
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