Come preannunciato, lunedì 10 gennaio alle ore 10:30 nel “tempietto egizio” del Verano di Roma, a cura di LiberaUscita e della famiglia si è svolto il commiato laico di Giancarlo Fornari, come da annunci pubblicati il giorno prima su “la Repubblica” edizione nazionale e “il Messaggero” di Roma.
La saletta era gremita di familiari, soci di LiberaUscita, suoi collaboratori di quando dirigeva l’ufficio comunicazione dell'Agenzia delle Entrate, nonché molti amici e conoscenti personali.
Officiante Francesco Paoletti, rappresentante di Civiltà laica, il quale ha letto - intercalati nel corso della cerimonia - alcuni brani di filosofi e scrittori nonché il suo saluto personale avendo conosciuto Giancarlo e collaborato con lui per il comune obiettivo della laicità dello Stato.
Si sono quindi susseguiti nella commemorazione:
- il sottoscritto, il quale non ha potuto fare a meno di notare l’evidente disparità fra gli spazi, gli arredi sfarzosi e le strumentazioni esistenti nelle centinaia di chiese romane adibite al commiato religioso e l’unica saletta spoglia e disadorna del “tempietto egizio” adibita al commiato laico. Dopo aver ricordato Giancarlo quale fondatore e primo Presidente di LiberaUscita, il sottoscritto ha letto l’attestato di “battesimo laico” con cui Giancarlo volle a suo tempo assumere il nome di “Saint Just” nonché una lettera da lui inviata già nel 2005 a tutte le associazioni laiche per costituire un coordinamento nazionale, iniziativa che dovrebbe cominciare a concretizzarsi il 29 gennaio p.v.;
- Enrico Modigliani, presidente di Democrazia laica, il quale ha ricordato come l’uso del tempietto egizio per il commiato laico sia stato voluto dalla Consulta laica del Comune di Roma a suo tempo istituita dal sindaco Veltroni, Consulta coordinata da Franca Coen e disciolta dall’attuale sindaco Alemanno. Modigliani ha anche letto i nomi delle tante personalità per le quali è stato tenuto il commiato laico nel tempietto egizio;
- Giulio Vallocchia, coordinatore di NoGod, il quale ha ricordato la sua conoscenza con Giancarlo sin dai lontani anni sessanta, quando ambedue erano dipendenti INAM;
- Gino Cugliandro, collaboratore di Giancarlo, dapprima all’Agenzia delle Entrate poi all’Università e quindi a “Contrappunti” (la rivista on-line da lui fondata e ferma drammaticamente dall’inizio della sua malattia), il quale ha dato lettura dei messaggi che i colleghi delle Finanze hanno inviato spontaneamente a seguito della sua morte, riconoscendo che, con lui direttore, “eravamo liberi di lavorare”;
- Giovanni Caporioni, genero di Giancarlo, il quale ha letto una lettera di sua moglie Claudia al padre scomparso in cui ha ricordato i vari aspetti della sua personalità e della sua vita.
Il commiato si è concluso con la lettura, da parte del sottoscritto, della poesia riportata sul sito di LiberaUscita “Preghiera per l’uomo albero” che nel 2005 Giancarlo scrisse “Se e quando io non sarò più io”.
Le ceneri di Giancarlo saranno tumulate nella cappella di famiglia al cimitero di Marcellina, comune in provincia di Roma.
Con l'occasione si invia in allegato la locandina del Convegno promosso dal vice-Presidente del CNEL, Salvatore Bosco, e dal Presidente della fondazione Bruno Buozzi, Giorgio Benvenuto, sul tema "la politica fiscale e il sindacato dei cittadini", nel corso del quale sarà ricordata la figura e l'opera di Giancarlo.
Cordiali saluti.
Giampietro Sestini
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Nota personale: La fortuna di averlo avuto ospite per un giorno qui a Firenze, la passeggiata sul lungarno delle Cascine fino alla scuola dell'aereonautica dove lui aveva fatto il suo servizio di leva. La semplicità, l'intelligenza di un grande. Non andrà disperso insieme alle sue ceneri. Una sua scintilla in ognuno di noi. Ciao, Giancarlo, grande albero nella foresta delle nostre vite.
Preghiera per l’Uomo-Albero
(Se e quando io non sarò più io)
Grazie per avermi dato
una seconda giovinezza
grazie per amarmi
grazie per leggere, giocare e parlare con me
di tutto ciò che ti interessa
e mi interessa
grazie per correre con me
per camminare con me
nell’ombra dei boschi o sulle colline
colorate di ginestre
grazie per abbracciarmi
per fare l’amore con me
con il corpo e con il cuore
per salire in alto con me
come su un aliante
sollevati da una corrente calda
sempre più in su
fino a stancarci.
E grazie per quando
io più vecchio di te
non potrò più correre
io indebolito
non potrò più seguirti
io più stanco
faticherò ad amarti
grazie di essere con me
di sostenermi
di lasciarmi appoggiare
perché so che per te
la vita con me non è solo sesso
non è solo correre e giocare
la vita è anche solo un sorriso
una parola una carezza
e queste sarò sempre in grado di dartele
anche da vecchio.
Ma se e quando io non sarò più io
quando la vecchiaia o un male oscuro
mi strapperanno da me
quando qualcosa di misterioso e inesplorabile
mi dividerà in due
(la mia anima la mia mente e il mio cuore
proiettati per sempre negli spazi
il mio corpo immobile
su una sedia a rotelle)
quando ridotto ad albero
non potrò neanche sorriderti
perché non capirò più
cosa sei tu
e cosa sono io
allora, amore
dovremo separarci.
Io non ti ringrazio
per quello che farai
per quell’Uomo-Albero
Uomo-Sasso
Uomo-Carne
Corpo grossolano
Pura materia
senza luce dell’anima
senza cuore
senza sorriso
che porterà il mio nome
ma non sarò più io.
Io, amor mio, mentre tu ti sacrifichi
per quella cosa inerte
io sarò altrove
sarò a passeggiare tra le nuvole
sarò sulla cima dell’Epomeo
a veder sorgere il sole
sarò sopra lo Sciliar
a giocare con un deltaplano,
sarò a meditare
in una grotta delle Egadi.
Io, amor mio,
sarò nei libri che ho letto e in quelli che ho scritto
sarò nella memoria
delle persone che mi hanno incontrato
e mi hanno voluto bene
sarò negli occhi delle mie figlie
sarò nel tuo cuore
sarò dovunque
tranne che là
in quella controfigura umana
in cui non mi riconosco
e che non avrà più niente
a che vedere con me.
Perciò ti prego, amore mio,
parlo seriamente
non voglio sacrifici
specie se inutili.
Quando vedrai che non sono più io
conservami solo
nella tua memoria,
non conservarmi
a fini statistici.
Non aiutarmi a sopravvivere
privato di tutto ciò che mi rende umano
anche se ti diranno che un Dio lo vuole.
Ma se un Dio ha potuto volermi fare questo
e se è lo stesso Iddio
che ha voluto e accuratamente programmato
la Shoah
che organizza i massacri
le pestilenze e i flagelli
che funestano questo mondo
solo “per metterci alla prova”
e “realizzare il suo disegno provvidenziale”
non è un Dio buono
e probabilmente non è neppure un Dio
ma solo la proiezione
delle loro povere menti
e tu non devi ascoltarlo.
Ascolta, ti prego, solo il tuo cuore e il mio.
Trova in te la forza di aiutarmi.
Prendimi con te
per un ultimo viaggio
verso un Paese buono
dove capiscono che gli Uomini-albero
gli Uomini-sasso
anche se non possono esprimerlo
vogliono morire
non vogliono essere obbligati a vivere
una vita di sasso e di albero
senza alcuna offesa
per queste rispettabili
Entità dell’universo.
E tu, amor mio, non portare il mio lutto
non essere triste a causa mia
sappi che ci ritroveremo
un giorno o l’altro
una vita o l’altra
forse trasformati in due farfalle
o magari in due rondini
voleremo insieme
su su per i cieli
e avremo dei piccoli sempre affamati
da nutrire di insetti
e la notte ci ameremo al buio
nel nostro nido di paglia
con il cuore e con il corpo
fino a stancarci.
Amore se mi vuoi bene
uccidimi.
(Giancarlo Fornari)
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