mercoledì 12 gennaio 2011

In morte di un amico


Come preannunciato, lunedì 10 gennaio alle ore 10:30 nel “tempietto egizio” del Verano di Roma, a cura di LiberaUscita e della famiglia si è svolto il commiato laico di Giancarlo Fornari, come da annunci pubblicati il giorno prima su “la Repubblica” edizione nazionale e “il Messaggero” di Roma.

La saletta era gremita di familiari, soci di LiberaUscita, suoi collaboratori di quando dirigeva l’ufficio comunicazione dell'Agenzia delle Entrate, nonché molti amici e conoscenti personali.

Officiante Francesco Paoletti, rappresentante di Civiltà laica, il quale ha letto - intercalati nel corso della cerimonia - alcuni brani di filosofi e scrittori nonché il suo saluto personale avendo conosciuto Giancarlo e collaborato con lui per il comune obiettivo della laicità dello Stato.

Si sono quindi susseguiti nella commemorazione:

- il sottoscritto, il quale non ha potuto fare a meno di notare l’evidente disparità fra gli spazi, gli arredi sfarzosi e le strumentazioni esistenti nelle centinaia di chiese romane adibite al commiato religioso e l’unica saletta spoglia e disadorna del “tempietto egizio” adibita al commiato laico. Dopo aver ricordato Giancarlo quale fondatore e primo Presidente di LiberaUscita, il sottoscritto ha letto l’attestato di “battesimo laico” con cui Giancarlo volle a suo tempo assumere il nome di “Saint Just” nonché una lettera da lui inviata già nel 2005 a tutte le associazioni laiche per costituire un coordinamento nazionale, iniziativa che dovrebbe cominciare a concretizzarsi il 29 gennaio p.v.;

- Enrico Modigliani, presidente di Democrazia laica, il quale ha ricordato come l’uso del tempietto egizio per il commiato laico sia stato voluto dalla Consulta laica del Comune di Roma a suo tempo istituita dal sindaco Veltroni, Consulta coordinata da Franca Coen e disciolta dall’attuale sindaco Alemanno. Modigliani ha anche letto i nomi delle tante personalità per le quali è stato tenuto il commiato laico nel tempietto egizio;

- Giulio Vallocchia, coordinatore di NoGod,  il quale ha ricordato la sua conoscenza con Giancarlo sin dai lontani anni sessanta, quando ambedue erano dipendenti INAM;

- Gino Cugliandro, collaboratore di Giancarlo, dapprima all’Agenzia delle Entrate poi all’Università e quindi a “Contrappunti” (la rivista on-line da lui fondata e ferma drammaticamente dall’inizio della sua malattia), il quale ha dato lettura dei messaggi che i colleghi delle Finanze hanno inviato spontaneamente a seguito della sua morte, riconoscendo che, con lui direttore, “eravamo liberi di lavorare”;

- Giovanni Caporioni, genero di Giancarlo, il quale ha letto una lettera di sua moglie Claudia al padre scomparso in cui ha ricordato i vari aspetti della sua personalità e della sua vita.

Il commiato si è concluso con la lettura, da parte del sottoscritto, della poesia riportata sul sito di LiberaUscita “Preghiera per l’uomo albero” che nel 2005 Giancarlo scrisse “Se e quando io non sarò più io”.

Le ceneri di Giancarlo saranno tumulate nella cappella di famiglia al cimitero di Marcellina, comune in provincia di Roma.

Con l'occasione si invia in allegato la locandina del Convegno promosso dal vice-Presidente del CNEL, Salvatore Bosco, e dal Presidente della fondazione Bruno Buozzi, Giorgio Benvenuto, sul tema "la politica fiscale e il sindacato dei cittadini", nel corso del quale sarà ricordata la figura e l'opera di Giancarlo.


Cordiali saluti.

Giampietro Sestini




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Nota personale: La fortuna di averlo avuto ospite per un giorno qui a Firenze, la passeggiata sul lungarno delle Cascine fino alla scuola dell'aereonautica dove lui aveva fatto il suo servizio di leva. La semplicità, l'intelligenza di un grande. Non andrà disperso insieme alle sue ceneri. Una sua scintilla in ognuno di noi. Ciao, Giancarlo, grande albero nella foresta delle nostre vite.




Preghiera per l’Uomo-Albero




(Se e quando io non sarò più io)



 



Grazie per avermi dato

una seconda giovinezza

grazie per amarmi

grazie per leggere, giocare e parlare con me

di tutto ciò che ti interessa

e mi interessa

grazie per correre con me

per camminare con me

nell’ombra dei boschi o sulle colline

colorate di ginestre

grazie per abbracciarmi

per fare l’amore con me

con il corpo e con il cuore

per salire in alto con me

come su un aliante

sollevati da una corrente calda

sempre più in su

fino a stancarci.



E grazie per quando

io più vecchio di te

non potrò più correre

io indebolito

non potrò più seguirti

io più stanco

faticherò ad amarti

grazie di essere con me

di sostenermi

di lasciarmi appoggiare

perché so che per te

la vita con me non è solo sesso

non è solo correre e giocare

la vita è anche solo un sorriso

una parola una carezza

e queste sarò sempre in grado di dartele

anche da vecchio.



Ma se e quando io non sarò più io

quando la vecchiaia o un male oscuro

mi strapperanno da me

quando qualcosa di misterioso e inesplorabile

mi dividerà in due

(la mia anima la mia mente e il mio cuore

proiettati per sempre negli spazi

il mio corpo immobile

su una sedia a rotelle)

quando ridotto ad albero

non potrò neanche sorriderti

perché non capirò più

cosa sei tu

e cosa sono io

allora, amore

dovremo separarci.



Io non ti ringrazio

per quello che farai

per quell’Uomo-Albero

Uomo-Sasso

Uomo-Carne

Corpo grossolano

Pura materia

senza luce dell’anima

senza cuore

senza sorriso

che porterà il mio nome

ma non sarò più io.



Io, amor mio, mentre tu ti sacrifichi

per quella cosa inerte

io sarò altrove

sarò a passeggiare tra le nuvole

sarò sulla cima dell’Epomeo

a veder sorgere il sole

sarò sopra lo Sciliar

a giocare con un deltaplano,

sarò a meditare

in una grotta delle Egadi.

Io, amor mio,

sarò nei libri che ho letto e in quelli che ho scritto

sarò nella memoria

delle persone che mi hanno incontrato

e mi hanno voluto bene

sarò negli occhi delle mie figlie

sarò nel tuo cuore

sarò dovunque

tranne che là

in quella controfigura umana

in cui non mi riconosco

e che non avrà più niente

a che vedere con me.



Perciò ti prego, amore mio,

parlo seriamente

non voglio sacrifici

specie se inutili.

Quando vedrai che non sono più io

conservami solo

nella tua memoria,

non conservarmi

a fini statistici.

Non aiutarmi a sopravvivere

privato di tutto ciò che mi rende umano

anche se ti diranno che un Dio lo vuole.



Ma se un Dio ha potuto volermi fare questo

e se è lo stesso Iddio

che ha voluto e accuratamente programmato

la Shoah

che organizza i massacri

le pestilenze e i flagelli

che funestano questo mondo

solo “per metterci alla prova”

e “realizzare il suo disegno provvidenziale”

non è un Dio buono

e probabilmente non è neppure un Dio

ma solo la proiezione

delle loro povere menti

e tu non devi ascoltarlo.



Ascolta, ti prego, solo il tuo cuore e il mio.

Trova in te la forza di aiutarmi.

Prendimi con te

per un ultimo viaggio

verso un Paese buono

dove capiscono che gli Uomini-albero

gli Uomini-sasso

anche se non possono esprimerlo

vogliono morire

non vogliono essere obbligati a vivere

una vita di sasso e di albero

senza alcuna offesa

per queste rispettabili

Entità dell’universo.



E tu, amor mio, non portare il mio lutto

non essere triste a causa mia

sappi che ci ritroveremo

un giorno o l’altro

una vita o l’altra

forse trasformati in due farfalle

o magari in due rondini

voleremo insieme

su su per i cieli

e avremo dei piccoli sempre affamati

da nutrire di insetti

e la notte ci ameremo al buio

nel nostro nido di paglia

con il cuore e con il corpo

fino a stancarci.



Amore se mi vuoi bene

uccidimi.

(Giancarlo Fornari)





 



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