Io non insisterei tanto su Vittorio Emanuele II primo re d'Italia e quindi Padre della Patria.
Preferirei mettere insieme Cavour e Garibaldi, con una spruzzatina di Mazzini, Carlo Pisacane e fratelli Bandiera per ricordare i 150 anni di storia patria. Metterei il tutto in casseruola in un bagno di Carlo Cattaneo. Ma non un Savoia, neppure Vittorio Emanuele II col suo cavallo. Perché i Savoia stanno sempre a cavallo. E i monumenti col cavallo non mi sono mai piaciuti, nemmeno quello dell'Imperatore Marco Aurelio in Campidoglio a Roma. A me piacciono le statue a piedi come quelle di Joyce a Dublino, Saba e Svevo a Trieste, Pessoa a Lisbona.
Neppure andrò in pellegrinaggio a Teano, magari a Mentana a prendere un caffè con Mazzini Armellini Saffi che per pochi anni regalarono a Roma una Costituzione un po' simile alla nostra di oggi. Meglio, qui a Firenze, piazza della Costituzione che via dello Statuto (albertino).
Perché i Savoia sono stati la nostra disgrazia in due occasioni determinanti per la vita e la morte, la miseria e la schiavitù degli italiani: lascio perdere la guerra di Libia e d'Abissinia, perché la madre di tutte le nostre disgrazie è stata la prima guerra mondiale, voluta dai Savoia - determinanti - insieme a 3 generali, 4 industriali armaioli e uno scrittore-poeta-gabbamondo: un milione di ragazzi di vent'anni fatti morire uccidendo sulle alpi per regalare a tutti noi europei il fascismo più sfascista mai visto in tutta la nostra storia. Il secondo tradimento dei Savoia fu l'abbandono dell'esercito l'8 settembre 1943, lasciando gli italiani liberi di scannarsi tra sé, di tirarsi addosso i tedeschi che ci erano stati indicati come gli amici del cuore, in balia degli angloamericani che hanno distrutto l'Italia col fuoco amico obbligandoci ad accoglierli come liberatori, contraendo con loro un debito di riconoscenza che ci porta a sostenere le loro guerre in ogni parte del mondo, dalla Yugoslavia di ieri all'Afghanistan di oggi, rimpinzati di coca cola, panini mcDonald conditi con grasso rancido, puritanesimo vittoriano e pornografia a go go: una educazione igienico-alimentare e sessuale che non turba la fede di papa Ratzinger, ma ne accresce a vista di otto per mille e privilegi fiscali le finanze mai sazie.
Sono per il federalismo, tipo cantoni svizzeri lander tedeschi stati americani; mi piacerebbero tre macro regioni. Ma prima di tutto la riduzione del numero della nuova nobiltà che oggi insieme al clero sta riportando l'Italia alla situazione della Francia prima dell'89. In questo mi affido a Licio Gelli che nel suo Piano di rinascita democratica suggerisce 450 deputati e 250 senatori.
Condominio Olgettina
Ahi serva Italia di dolore ostello Ahi serva Italia del gran Silvio ostello,
nave senza nocchiero in gran tempesta condominio Olgettina in grande festa,
non donna di province ma bordello sempre in perfetta rima con bordello.
Le statue che piacciono a me
Svevo in Piazza Hortis a Trieste
Joyce sul ponte lungo il canale a Trieste
Un caffè con Pessoa a Lisbona
Lungo Danubio a Budapest
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