mercoledì 11 settembre 2013

11 settembre 1973


Discorso del Presidente Allende alla radio, 11 settembre 1973

7.55, Radio Corporaciòn
 "Viene segnalato da informazioni certe che un settore della marina avrebbe isolato Valparaiso e che la città sarebbe stata occupata. ...

8:15 A.M.
 Lavoratori del Cile:
State sicuri che il Presidente rimarrà nel Palazzo della Moneta per difendere il Governo dei Lavoratori. ...

8:45 A.M.
 Compagni in ascolto:
 In questo momento infausto voglio ricordarvi alcune delle mie parole pronunciate nell’anno 1971, ve lo dico con calma, con assoluta tranquillità, io non ho la stoffa dell’apostolo né del messia. ...
Non ho alternative. ...
Solo crivellandomi di colpi potranno fermare la volontà volta a portare a termine il programma del popolo. ...
Io avevo messo in conto questa possibilità, non la offro né la facilito.
 Il processo sociale non scomparirà se scompare un dirigente.
 Potrà ritardare, potrà prolungarsi, ma alla fine non potrà fermarsi. ...
Rimarrò qui nella Moneda anche a costo della mia propria vita.

9:30 A.M. RADIO MAGALLANES
 In questi momenti passano gli aerei.
 Potrebbero mitragliarci.
 Ma sappiate che noi siamo qui, almeno con il nostro esempio, che in questo paese ci sono uomini che sanno tener fede ai loro obblighi.
 .........
In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della Patria, mi appello a voi per dirvi di avere fede.
 La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine.
 Pagherò con la vita la difesa dei principi cari a questa Patria.
 9:10 A.M.
 Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.
 La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.
 Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.
 Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.
Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
 Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo.
 E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.
 Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
 La storia è nostra e la fanno i popoli.
 Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.
  In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.
 Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.
 Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.
 Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.
 Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.
 Erano d’accordo.
 La storia li giudicherà.
 Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.
 Non importa.
 Continuerete a sentirla.
 Starò sempre insieme a voi.
 Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
 Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
 Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
 Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
 Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.
 Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
 Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
 Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.
 Santiago del Cile, 11 Settembre 1973.

Cause della morte di Allende:
 Latte Nestlé avvelenato con rame Kennecot.
Camerieri di servizio: Dott.Nixon, Prof.Kissinger (premio Nobel per la pace), Sig.ra Cia.

Allende era un medico pediatra che conosceva bene il flagello causato dalla carenza di proteine e vitamine e i problemi di salute dei bambini cileni.
Una delle prime misure che decise di attuare fu dunque quella della distribuzione gratuita di latte.
Ma in Cile la multinazionale Nestle' dominava totalmente il mercato del latte. Dato che la Nestle' possedeva fabbriche,contratti in esclusiva con i produttori di latte, circuiti di distribuzione nei negozi, e cosi' via, la sua collaborazione si rendeva indispensabile.
Dal febbraio del 1971 la direzione generale della Nestle' a Vevey, in
Svizzera, rifiuto' qualsiasi collaborazione con il governo democratico
cileno.
Per quale motivo?
Perche' a Washington il presidente Richard Nixon e il ministro degli affari esteri, Henry Kissinger decisero di rovesciare con qualsiasi mezzo la democrazia cilena.
Cosa successe allora?
La distribuzione quotidiana a livello nazionale del mezzo litro di latte ai bambini non avvenne.
la nazionalizzazione delle miniere di rame, da sempre saldamente in mano agli Stati Uniti, scatenò l'inferno.
"La Att, la Kennecot e soci, appena espropriati di quello che consideravano cosa loro, fecero crollare il prezzo mondiale del rame. D'improvviso, il prezzo crollò del cinquanta-sessanta per cento.

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