“Continuo però a credere che valga la pena essere costruttori di una cultura
delle nonviolenza, per la pace e la giustizia, quindi diamoci da fare per
ricostruire un movimento unito non solo nelle marce ma nella resistenza
quotidiana alla cultura della violenza e delle guerre,ce lo insegnano i
palestinesi, gli israeliani e gli internazionali che si oppongono
all’occupazione militare della Palestina e ce lo chiedono i milioni di profughi
che cercano di vivere con dignità”
(Luisa Morgantini, per email)
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