lunedì 31 marzo 2014

Primarie europee Cinquestelle

Ho votato queste persone: Massimiliano Domizi, Maria Luisa Ferretti, Massimo Morelli


Massimo Morelli

Yatton

 41 anni
Professione: Funzionario
Titolo di studio: Master of Studies

Curriculum Vitae:
Salve a tutti mi chiamo Massimo Morelli, ho 42 anni sono nato a Firenze e vivo nel Sud Ovest dell’Inghilterra dal 2003 con mia moglie Katherine e il nostro bellissimo bambino di quasi tre anni George. Mi sono Laureato in Scienze Politiche indirizzo internazionale con il massimo dei voti e lode nel 1997 presso l’Universitá di Firenze con una tesi in Storia dell’Integrazione Europea (cattedra Jean Monnet) e nel 2008 ho conseguito un Master of Studies in Criminolgy, Penology e Management presso l’Universitá di Cambridge. Sono di madrelingua italiana ma parlo fluentemente francese ed inglese ed ho una discreta padronanza del Tedesco. Per quanto riguarda la mia esperienza nel mondo del lavoro ho ricoperto vari ruoli e funzioni nei settori pubblico, privato e no profit. Ho iniziato come lecturer in discipline economiche e politiche in varie succursali di universitá americane in Firenze, sono stato europrogettista e consulente in finanziamenti comunitari lavorando a stretto contatto con la commissione europea e gli enti locali per diversi anni. Il mio primo lavoro in Inghilterra é stato la gestione di un progetto del valore di 1 milione e mezzo di sterline finanziato dal Fondo Sociale Europeo rivolto a formare disoccupati e assistere piccole e medie imprese nel settore della green economy. Nel 2005 sono stato assunto e a tutt’oggi lavoro come funzionario pubblico per il ministero della giustizia inglese occupandomi di pene alternative al carcere che in italia vanno sotto il nome di messa o affidamento in prova.
Dichiarazione di intenti:
Mi sono avvicinato alle tematiche del MoVimento dalle sue origini. Sono membro del meetup di londra dal 2007, ho sempre seguito con molto interesse il blog e i V-days organizzati da Beppe Grillo e sono iscritto certificato al MoVimento dal 2009. Nonostante la distanza e gli impegni lavorativi e familiari cerco nel mio piccolo di promuovere le istanze del movimento in ogni occasione e con ogni mezzo. Io rimango fortissimamente convinto che la nostra é una rivoluzione culturale, l’ultima chance per la mia generazione e per le generazioni che verranno di riappropriarci della cosa pubblica ed essere padroni del nostro destino. Per far questo dobbiamo riportare la politica nelle mani dei cittadini una politica che io continuo a vedere come vocazione, sacrificio e impegno in antitesi alla vecchia politica basata su carrierismo, clientelismo e nepotismo. Ma per cambiare in meglio l'italia, dobbiamo cambiare e migliorare l'Europa. E ve lo dice uno che nell’Europa della solidarietá, della giustizia sociale, della democrazia ci credeva e ci crede ancora. In passato ero convinto che una moneta comune fosse la scelta giusta e potesse davvero costituire un passo in avanti verso un’Europa piú unita e coesa. Mi sbagliavo: l’Europa oggi é alla mercé delle banche e delle lobbies. Il Meccanismo Europeo di Stabilitá e il Fiscal Compact distruggeranno quel poco di welfare inteso come sanitá, servizi pubblici, istituzione, sussidi alla disoccupazione che ci é rimasto. L’Europa non sta piú perseguendo un modello di stato federale democratico e solidale dove gli stati piú forti aiutano i piu deboli ma si é arenata su di un area di libero scambio debole politicamente e con una moneta unica che si regge su di un sistema artificiale che penalizza e distrugge invece di promuovere e proteggere le economie nazionali e lo stato sociale. Io sogno e voglio come spero anche voi un’Europa diversa, un’Europa dove nessun cittadino viene lasciato indietro, dove

Massimiliano Domizi
Firenze

M.png 40 anni
Professione: Imprenditore
Titolo di studio: Diploma scuola media superiore
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Curriculum Vitae:
CV  informale descrittivo

Nome: Massimiliano
Cognome: Domizi

Nato a: Terni il 04/02/1973

Stato civile: Coniugato

Prole: Padre di un bambino e una bambina di 5 e 6 anni e mezzo

Residente a Firenze dal 2009 ad oggi, a Brasov (Romania) dal 1996 al 2009 e a Piediluco (TR) dal 1973 al 1996

Formazione:

-Diploma in psico-pedagogia
-Master breve in comunicazione
-Iscritto a osteopatia

Esperienze:

Parallelamente allo studio, dall'età di 13 anni fino ai 23 ho lavorato nell'azienda di famiglia (agriturismo-centro di equitazione), come istruttore di equitazione e addestratore di cavalli sportivi.
Nello stesso periodo ho prestato servizio assiduo in una associazione di volontariato per la salvaguardia dell'ambiente naturale e la protezione civile.
Dopo alcune esperienze di viaggio in Europa dai 18 ai 23 anni, nel 1996 mi trasferisco in Romania per motivi di lavoro, dove sono vissuto stabilmente per i successivi 13 anni. Quì ed in altri paesi dell'area ex sovietica ho svolto per circa 4 anni attività di traduttore-interprete, attività di cooperazione internazionale tra istituzioni locali, ho seguito progetti comunitari. Successivamente sono stato responsabile per 2 anni di un'azienda commerciale e di consulenza a capitale italiano.
 A fine 2001 decido di volgere tutte le energie in un progetto imprenditoriale nel campo del turismo e dei servizi connessi. Dalla sua nascita al suo sviluppo (circa 8 anni) il progetto conoscerà un trend di costante crescita con not
Dichiarazione di intenti:
Il grave momento storico-politico, sommato alla conseguente crisi economica e valoriale che stiamo attraversando da alcuni anni, mi ha motivato ad impegnarmi in prima persona per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della comunità in cui vivo. In particolar modo, le mie sensibilità ed esperienze personali, mi portano a centrare l'attenzione sulle politiche ambientali, energetiche ed alimentari, certo che in queste risiede buona parte degli errori/soluzioni vitali, che a breve e lungo termine modificheranno sensibilmente la qualità delle nostre vite.

Il M5S ha rappresentato e continua a rappresentare, l'unica vera forza politica che intende seriamente incidere nei meccanismi politici, burocratici e legali, a cui i temi di cui sopra sono strettamente legati, con l'intento di accelerare quanto più la transizione dall'attuale modello fossile legato alla seconda rivoluzione industriale, ad un modello solare e a emissioni zero di “terza rivoluzione industriale”. Passaggio a dir poco vitale per garantire un futuro (prospero), a noi e alle generazioni future.

Ben consapevole delle difficoltà e delle criticità che l'ambiente politico ed i suoi meccanismi comportano, cosciente e preparato all'assunzione di rischio e di responsabilità che risiede nell'eventuale ruolo di Parlamentare europeo del M5S, del ruolo apersonale di portavoce dei cittadini, ho preso la decisione di mettermi a disposizione di questo progetto, certo di poter dare un contributo concreto e fattivo.
Pertanto sono convinto che le politiche che il Movimento 5 stelle si propone di realizzare in Europa, rappresentano l'unica possibilità per arrivare all'idea di Altiero Spinelli e dai padri fondatori, di un'Europa dei popoli, della solida
Maria Luisa Ferretti
Bagno a Ripoli

F.png 65 anni
Professione: Pensionato
Titolo di studio: diploma magistrale
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Pagine personali
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Curriculum Vitae:
Ho lavorato come impiegata in aziende private: Genetron, Elma, Collini ,Istituto V.Alfieri  e solo negli ultimi anni presso l'assicurazione di cui mio marito era l'agente. Mio padre tubista carpentiere è morto forse a causa dell'amianto all'età di 62 anni avendo lavorato nei cantieri navali Orlando ed è per questa ragione che faccio parte anche dell'associazione Ona di Rosignano Solvay.
Sono sposata ed ho una figlia. 
Ho partecipato attivamente alla difesa della Costituzione con Pancho Pardi partecipando a numerose iniziative e manifestazioni. Nel passato sono stata iscritta solo per un anno all'IDV. Nel  M5S ho partecipato alle manifestazioni contro la Solvay a Rosignano, a Firenze contro la TAV, contro il nucleare, per l'acqua pubblica, per rifiuti zero. Ho partecipato nel Comune di Firenze al Fiato sul collo nel consiglio comunale e faccio parte del gruppo cultura a livello regionale. Ho partecipato anche ai meeting regionali ed  ho molto a cuore il mio Paese e sento forte il senso di giustizia e credo che l'onestà sia un valore e vorrei combattere contro l'indifferenza e la corruzione. 

Celeste Rotondi
Firenze

F.png 55 anni
Professione: Libero professionista
Titolo di studio: laurea
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Pagine personali
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Curriculum Vitae:
Sinologa e docente di lingua cinese a Firenze.
Diploma ISMEO in Lingua e Cultura cinese
Specializzata in Didattica del Cinese all'Università di Pechino
Docente di Lingua Italiana per stranieri (Ditals-Università di Siena)
Dichiarazione di intenti:
E' mia intenzione essere presente al'interno del Parlamento Europeo in qualità di cittadina, per impegnarmi in prima persona e non delegare più ai politici nostrani la gestione della vita quotidiana di una comunità.
L'Europa è al momento il teatro in cui si decidono le sorti dell'individuo: riprendiamoci la nostra esistenza.

Simone Chiarelli
Firenze  39 anni
Professione: Dirigente
Titolo di studio: Laurea
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Curriculum Vitae:
41 anni, separato con 1 figlio.
Dopo il servizio civile, dal 1997 sono dipendente di Enti Locali (attualmente Dirigente in servizio al Comune di Firenze).
Laureato in Giurisprudenza (1996) ed Economia e Commercio (2004), dopo 2 anni di Architettura ho conseguito un dottorato di ricerca in Diritto Pubblico Comunitario (2010).
Mi interesso di problematiche giuridiche e di miglioramento della Pubblica Amministrazione attraverso gli strumenti della semplificazione ed informatizzazione. 
Vegetariano, attento all'ambiente, amo l'attività fisica quotidiana (mi sposto regolarmente in bicicletta).
Svolgo regolarmente attività di volontariato a favore dei più deboli.
Dichiarazione di intenti:
Accetto questa opportunità di mettere le mie competenze e conoscenze al servizio della Politica impegnandomi a portare avanti i 7 punti del movimento per l'Europa e tutti gli altri punti che la rete metterà in votazione e deciderà come prioritari per la propria azione.
Intendo svolgere con scienza e coscienza (anche critica) questo impegno impegnandomi, per una sola legislatura, in questa attività politica rendendo pubbliche e trasparenti tutte le decisioni prese e condividendo con la base quelle da prendere.

martedì 4 marzo 2014

Legge elettorale Cinquestelle

Ho votato per la soglia di sbarramento 5%

Caro Iscritto al MoVimento 5 Stelle,

oggi puoi votare per il settimo punto della legge elettorale
del M5S dopo la scelta del proporzionale, del collegio intermedio,
dell'applicazione di correzioni al proporzionale, della scelta di tali
correzioni e di quella di inserire una soglia di sbarramento.
Oggi puoi scegliere se la clausola limitativa fissa scelta la volta scorsa,
deve essere il 3%, il 4% o il 5% a livello nazionale.
Se vuoi puoi vedere o rivedere la lezione del prof. Aldo Giannuli su questo tema.
Il sistema di votazione sarà attivo oggi
martedì 4 marzo dalle ore 10:00 alle ore 19:00.
Il tuo voto è importante!
Partecipa!

Puoi accedere al sistema di votazione da qui:
https://sistemaoperativom5s.beppegrillo.it


Beppe Grillo 

Campagna Internazionale LIBERI Marwan Barghouthi & tutti i prigionieri palestinesi



Campagna Internazionale
LIBERI Marwan Barghouthi & tutti i prigionieri palestinesi

D&R
  
Chi ha lanciato questa Campagna Internazionale?

La Campagna internazionale per la liberazione di Marwan Barghouthi e di tutti i prigionieri palestinesi e’ stata lanciata dalla cella di Nelson Mandela, il simbolo universale della liberta’, il 27 Ottobre 2013. Questa iniziativa comune tra la Campagna popolare per la liberazione di Marwan Barghouthi e di tutti i prigionieri e la Kathrada Foundation ha segnato la realizzazione della raccomandazione centrale adottata dalla conferenza internazionale “Freedom & Dignity” [“Liberta’ e Dignita’”].

La Conferenza Internazionale “Freedom & Dignity”
Nell’aprile 2013, nell’undicesimo anniversario dell’arresto di Marwan Barghouthi, la Campagna popolare ha organizzato una conferenza internazionale intitolata “Freedom & Dignity”, basata su un invito del Comitato della Leadership nazionale[1] composto da leaders di tutti i gruppi politici palestinesi e da figure nazionali. La conferenza ha avuto il supporto del Coordinamento palestinese della difesa internazionale dei prigionieri palestinesi[2]. La conferenza si e’ svolta a Ramallah, Palestina, il 27 di Aprile (Giorno della Liberta’ in Sud Africa) ed e’ stata l’apice degli sforzi internazionali della Campagna popolare, che e’ iniziata quando Marwan e’ stato arrestato nel 2002.

120 delegati internazionali hanno partecipato all’incontro, inclusi piu’ di 50 parlamentari dall’America Latina, Africa e Europa. Il Presidente del Parlamento Europeo ha mandato una delegazione interpartitica capeggiata dal Vice-Presidente del Parlamento Europeo. Personalita’ internazionali hanno mandato lettere di supporto, incluso l’ex Presidente USA  Jimmy Carter, il Segretario generale della Lega Araba Nabil El Arabi, l’ex Ministro degli Esteri francese Hubert Védrine, e l’ex Direttore generale dell’UNESCO Federico Mayor Zaragoza. Anche i Presidenti della Federazione internazionale dei Diritti Umani e della rete dei Diritti Umani Euro-mediterranea erano presenti all’incontro. Ahmed Kathrada, un’icona della lotta anti-apartheid, era l’ospite d’onore. Ha chiesto il lancio di una campagna internazionale per la liberazione di Marwan Barghouthi e di tutti i prigionieri palestinesi a  Robben Island, ispirata dalla campagna Mandela Libero.

Il lancio di una campagna internazionale dalla cella di Mandela a Robben Island
Ahmed Kathrada ha lanciato la campagna Mandela Libero nel 1962, prima di spendere 26 anni in prigioni di apartheid, inclusi 18 a Robben Island. 51 anni dopo, lui e la sua fondazione, insieme alla moglie di Marwan, Fadwa, capo della campagna popolare, hanno lanciato la campagna internazionale per la liberazione di Marwan Barghouthi e di tutti i prigionieri palestinesi. La delegazione palestinese era composta di rappresentanti del coordinamento palestinese della difesa internazionale dei prigionieri palestinesi. Ahmed Kathrada ha anche annunciato la formazione di un comitato internazionale di alto livello (International High Level Committee, IHLC) per la campagna internazionale.

Il comitato internazionale di alto livello e la Dichiarazione di Robben Island
Il comitato internazionale di alto livello (IHLC) e’ composto da rinomati ex prigionieri, leaders e ex leaders, figure per la difesa dei diritti umani e Laureati del Premio Nobel per la pace. Il comitato IHLC ha emanato uno statement chiamato la Dichiarazione di Robben Island per la liberazione di Marwan Barghouthi e di tutti i prigionieri palestinesi per essere firmata da personalita’ importanti, organizzazioni e cittadini in tutto il mondo.

I Comitati nazionali
Nei paesi dove sono stati creati comitati nazionali, i comitati porteranno Avanti la caomapgna lavorando con funzionari e organizzazioni della societa’ civile, rappresentanti eletti e cittadini.


Perché Marwan Barghouthi?

Un simbolo nazionale e internazionale
Tutte le campagne per la liberazione dei prigionieri hanno un simbolo. Il caso piu’ emblematico e’ la campagna Free Mandela durante la lotta anti-apartheid. Ma possiamo pensare anche alla campagna per liberare Angela Davis e tutti i prigionieri in supporto del movimento dei diritti civili americani, o alla campagna per liberare Aung San Suu Kyi in Birmania.

Nel caso della Palestina, Marwan Barghouthi e’ quell simbolo. Il suo arresto ha portato a una ampia condanna nazionale e internazionale e ha segnato il punto di inizio dell’internazionalizzazione del problema dei prigionieri palestinesi. La sua eccezionale popolarita’ e il suo ruolo nella lotta nazionale lo hanno reso un simbolo incontestato della lotta palestinese per la liberta’. Sia a casa che internazionalmente, Marwan e’ largamente conosciuto come il ‘Mandela palestinese’.

Una figura che unisce
In una comune lettera scritta nell’Aprile 2013, leaders di tutti i gruppi politici palestinesi in Parlamento, incluso Fatah, Hamas, PFLP, PDLP e il People's Party, insieme a figure nazionali e indipendenti, hanno caratterizzato Marwan Barghouthi come “il piu’ prominente e rinomato prigioniero politico palestinese in prigioni israeliane”. La lettera inoltre affermava: “il leader nazionale Marwan Barghouthi e’ un forte fautore della liberta’ e della dignita’ del suo popolo, di riconciliazione e democrazia, di pace basata sulla legge internazionale. Il nostro obiettivo e’ che Marwan Barghouthi e tutti i prigionieri riottengano la loro liberta’.”


Una figura popolare
La popolarita’ di Marwan Barghouthi rimane ineguagliata in Palestina, come confermato da sondaggi successivi.

Perche’ i prigionieri?

Un punto centrale
Per lungo tempo, i prigionieri palestinesi sono stati trattati come un tema sussidiario che sarebbe stato risolto una volta che il conflitto finira’. Questo ignora completamente quello che e’ stato confermato da e in molti conflitti intorno al mondo: i prigionieri, una volta rilasciati, possono svolgere un ruolo centrale nell’aiutare a raggiungere la liberta’, la riconciliazione e la pace. Con piu’ di 800 000 palestinesi che hanno fatto esperienza di detenzione, i prigionieri sono un elemento critico che tocca virtualmente ogni famiglia palestinese. 5000 palestinesi sono attualmente in prigioni israeliane.

Sicurezza per l’occupazione vs. Liberta’ e pace
Israele e’ tradizionalmente riuscita a imporre un approccio di sicurezza al suo trattare con i prigionieri. E’ adesso tempo di promuovere un approccio basato sui diritti, che confronti le violazioni della legge umanitaria internazionale e i diritti umani, mentre riaffermi che questo conflitto e’ dovuto all’occupazione, e percio’ la liberta’ e’ la chiave per finirlo.
La liberta’ dei prigionieri palestinesi aprira’ la strada alla liberta’ della popolazione palestinese, cosi’ portando alla pace e alla sicurezza.

Un tema che unifica
Se c’e’ un tema che unifica tutti i palestinesi, ovunque essi siano, al di la’ delle divisioni politiche, questo sono i prigionieri. I leaders in prigione hanno svolto un ruolo chiave nel supportare gli sforzi di riconciliazione, anche attraverso il documento dei prigionieri e la costante richiesta ai loro partiti politici di mettere fine alla divisione.

Cosa è il documento dei prigionieri?

Background
Nel 2006, seguendo le elezioni generali che hanno portato Hamas al governo, preoccupazioni sono aumentate riguardo alla divisione tra Fatah e Hamas. I leaders politici imprigionati hanno scritto un documento per la conciliazione nazionale. Marwan Barghouthi è stato il maggiore architetto del document, che è stato poi firmato dai leaders di tutte le fazioni. E’ il primo document scritto a essere approvato da tutti i partiti politici rappresentati all’interno del PLO e da Hamas e la Jihad islamica.

I punti principali
Il documento:

- Chiede la costituzione di uno stato palestinese su tutti i territori occupati nel 1967  con Gerusalemme come sua capitale, e il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi.
-       Riafferma che il PLO è il solo e legittimo rappresentante del popolo palestinese, mentre si insiste sul bisogno per Hamas e la Jihad islamica di unirsi al PLO
-       Sottolinea il diritto del popolo palestinese a resistere all’occupazione, mentre chiede di focalizzare la resistenza nel territorio occupato nel 1967. Chiede azione politica e diplomatica per liberare il paese, incluse le negoziazioni, così come la resistenza di massa e popolare contro l’occupazione
-       Chiede la formazione di un governo di unità nazionale su una base che assicuri la partecipazione di tutti i blocchi parlamentari
-       Sottolinea che le negoziazioni sono giurisdizione del PLO e del Presidente dell’Autorità Nazionale palestinese, a condizione che ogni accordo debba essere presentato al nuovo Consiglio palestinese nazionale per la ratifica finale o essere ratificato da un referendum generale, se possibile.
-       Sottolinea l’importanza degli sforzi rivolti alla costruzione dello stsato e del preservare la democrazia palestinese

Un documento rilevante
Il documento dei prigionieri ha portato alla formazione del primo in assoluto governo di unità nazionale nel Febbraio del 2007, che collassò alcuni mesi dopo. Il documento rimane il punto di riferimento centrale per mettere fine alla divisione. Dimostra, inoltre, il ruolo central che i prigionieri possono avere nel raggiungere l’unità, la libertà e la pace, così come la loro potente influenza e l’impatto di moderazione.


Marwan non è un terrorista colpevole di reato?

Un prigioniero politico
Marwan Barghouthi, preso da Ramallah nel 2002, è stato il primo parlamentare a essere arrestato. Israele ha voluto perseguire la lotta palestinese, e criminalizzare la richiesta palestinese di libertà. Ha perciò arrestato uno dei simboli di questa lotta contro l’occupazione. Marwan Barghouthi, il quale, come un rappresentante di un popolo sotto occupazione ha rifiutato di riconoscere la legittimità del potere occupante, ha boicottato il tribunale. Lui perciò non ha perorato il suo caso ma semmai ha usato questo processo per perseguire l’occupazione.

Un processo farsa
Il report dell’esperto legale dell’Unione Inter-Parlamentare, il Signor Simon Foreman, ha affermato: “le numerose violazioni della legge internazionale richiamate in questo report rendono impossibile concludere che al Signor Barghouti sia stato fatto un processo giusto”. “Il caso di Barghouti ha chiaramente dimostrato che, lontanto dal portare sicurezza, le violazioni della legge internazionale hanno, soprattutto, minato l’autorità della giustizia israeliana gettando discredito sul suo condurre le indagini e le procedure usate.” Questo processo ha così dimostrato un’altra volta che i tribunali israeliani erano strumenti per servire l’occupazione piuttosto che la giustizia. L’Unione Inter-Parlamentari e il Parlamento Europeo hanno entrambi richiesto il rilascio di Marwan Barghouthi e hanno adottato risoluzioni in supporto del rilascio dei ministri palestinesi imprigionati e dei diritti dei prigionieri palestinesi.



Non sono forse i prigionieri colpevoli e per questo non dovrebbero essere ritenuti responsabili delle loro azioni?

Tutti colpevoli?
Israele, il potere occupante, ha criminalizzato tutte le forme di impegno civile e politico, incluso il far parte di un partito politico, l’esercitare la libertà di espressione, assemblea e dimostrazione, il partecipare alla lotta sia pacifica che lotta armata, incluse forme considerate pienamente legittime per la legge internazionale. Allo stesso tempo, ha accordato quasi totale impunità ai suoi soldati e ai coloni. Dal 1967, 800 000 palestinesi hanno esperito la detenzione, una chiara manifestazione dell’uso di Israele dell’imprigionamento come mezzo per spezzare il volere di un’intera nazione che cerca la libertà. I tribunali militari israeliani hanno un tasso di condanne superiore al 99%!

Strumenti di occupazione
Le massicce violazioni della legge internazionale umanitaria e dei diritti umani durante l’arresto, l’interrogatorio, il processo e l’imprigionamento sono una chiara indicazione che il ruolo delle corti israeliani e’ di sostenere l’occupazione, non di ottenere giustizia.

Il rilascio di tutti i prigionieri politici e’ una necessita’ per la pace
Come dimostrati da altri conflitti intorno al mondo, il rilascio dei prigionieri politici e’ strumentali a ottenere la pace. In molti casi, incluso il caso del Sud Africa, questo rilascio ha costituito un prerequisito per il lancio delle negoziazioni formali. Nel caso palestinese, comunque, nonostante la liberazione di migliaia di prigionieri, la firma degli accordi di Oslo non ha portato al rilascio di tutti i prigionieri. 20 anni dopo, questo lungamente tardivo rilascio dei prigionieri pre-Oslo sta finalmente accadendo rivelando un inerente fallimento del processo di pace: la sua inabilita’ ad assicurare la liberta’ per la popolazione occupata. Allo stesso tempo, 5000 prigionieri continuano ad aspettare la loro liberta’ mentre Israele persegue le sue quotidiane campagne di arresti.

Marwan e’ il nuovo Mandela?

Il Mandela palestinese
Non appena fu arrestato nel 2002, Marwan Barghouthi fu soprannominato “il Mandela palestinese”. Avendo passato ad oggi circa due decenni della sua vita in carceri di occupazione, inclusi gli ultimi 12 anni, il paragone con Mandela e’ difficile da evitare.

Lunga marcia per la liberta’
Il cammino seguito da Mandela e da Marwan e’ molto simile:
-      Entrambi hanno fondato il movimento giovanile della loro fazione politica ed erano coinvolti nello sviluppo di un movimento di base e di resistenza popolare.
-      Entrambi hanno difeso il diritto alla resistenza, inclusa la lotta armata, Mandela essendo il capo dell’ala militare dell’ANC al tempo del suo arresto, mentre Marwan era considerato un leader chiave durante la prima e seconda Intifada. Entrambi si sono poi  avvicinati alla difesa della pacifica resistenza popolare come una opzione strategica verso l’acquisizione della liberta’.
-      Entrambi hanno rifiutato di riconoscere la legittimita’ dei tribunali dell’oppressore e hanno usato il loro processo per perseguire i regimi dei loro oppressori.
-      Entrambi hanno imparato il linguaggio del loro nemico in prigione e hanno mostrato una grande capacita’ per il dialogo.
-      Entrambi hanno trasformato la loro prigione in una scuola per altri e sono diventati maestri della lotta dietro le sbarre, uno in quella che e’ diventata conosciuta come l’Accademia di Robben Island e l’altro nella cosiddetta Accademia Hadarim (Marwan e’ detenuto nella cella n°28 nella prigione Hadarim).
-      In ultimo, entrambi hanno continuato ad avere un ruolo chiave durante l’incarcerazione, diventando simboli della lotta del loro popolo, unificando figure e attori politici chiave. Mandela e’ stato la figura centrale nel porre fine all’apartheid e nel raggiungimento della pace e della riconciliazione, mentre Marwan, attraverso il documento dei prigionieri, ha provato che lui puo’, usando la sua ampia credibilita’ e popolarita’, raccogliere supporto da tutte le fazioni politiche per la riconciliazione palestinese, una comune strategia di resistenza e una visione per raggiungere la pace.

Il nuovo Mandela
Al di la’ delle impressionanti somiglianza nelle loro traiettorie politiche, il paragone tra Marwan e Mandela prende anche forza dall’universalita’ della lotta contro l’occupazione in Palestina, e le molte analogie con la lotta contro l’apartheid. In entrambi i casi, questi conflitti sono diventati emblematici della lotta per la liberta’ e la dignita’ contro l’oppressione, e per il trionfo di valori universali, dei diritti umani e della legge internazionale. 


Come posso aiutare?

Firma la Dichiarazione di Robben Island
La Dichiarazione di Robben Island costituisce il testo fondante della campagna. Aiutaci a fare la storia firmando questo documento e incoraggiando altri a firmare – individui, organizzazioni e figure prominenti nella societa’.

Organizza eventi in supporto della campagna
Aiutaci a organizzare eventi per promuovere la consapevolezza, sii avvocato dei prigionieri palestinesi e raccogli il supporto per il loro rilascio.

Chiedi a rappresentanti eletti e a funzionari di governo di prendere posizione
Ci sono molti modi in cui puoi chiedere ai tuoi funzionari eletti di supportare la campagna.
Iniziative di successo per adesso hanno incluso:
- l’adozione di risoluzioni da parte di Parlamenti locali, nazionali e internazionali
- iniziazioni di viaggi e missioni che indagano sui fatti per vedere la situazione dei prigionieri palestinesi direttamente
- assegnazione di cittadinanza onoraria a Marwan Barghouthi da autorita’ locali come segnale di supporto per la liberazione dei prigionieri palestinesi e la liberta’ della popolazione palestinese
- formulazione e promozione di interrogazioni parlamentari ai governi ufficiali
- esortazione ai governi per emanare dichiarazioni, fare pressione, e prendere chiara posizione in supporto del rilascio dei prigionieri e del sostegno dei loro diritti nel frattempo.




[1]          Il comitato di leadership nazionale e’ composto da leaders di tutti I blocchi parlamentari nel PLC (Fatah, Hamas, PFLP, DFLP, PPP, PI, Independenti e Fida) ed e’ stato costituito nel 2013 per aggiornare gli sforzi per il rilascio di Marwan Barghouthi e di tutti i prigionieri palestinesi.
[2]    Il coordinamento palestinesi della difesa dei prigionieri palestinesi raggruppa istituzioni ufficiali (Ministro degli Affari Esteri e Ministro dei detenuti e degli ex-detenuti) e organizzazioni della societa’ civile (Al Haq, PCHR, Addameer, DCI, Ensan). Il suo scopo e’ coordinare gli sforzi per il rilascio e i diritti dei prigionieri palestinesi.

Versione inglese
International Campaign
FREE Marwan Barghouthi & all Palestinian prisoners

Q&A


Why Marwan Barghouthi?

A national and international symbol
All campaigns for the freedom of prisoners have a symbol. The most emblematic case is the Free Mandela campaign during the anti-apartheid struggle. But one can also refer to the Campaign to free Angela Davis and all prisoners in support of the US civil rights movement, or the Campaign to free Aung San Suu Kyi in Burma.

In the Palestinian case, Marwan Barghouthi is that symbol. His arrest led to wide national and international condemnation and marked the starting point of the internationalisation of the Palestinian prisoners' issue. His outstanding popularity and his role in the national struggle have made him an uncontested symbol of the Palestinian struggle for freedom. Both at home and internationally, Marwan is widely known as the ‘Palestinian Mandela’.

A unifying figure
In a joint letter issued in April 2013, leaders from all Palestinian political groups in Parliament, including Fatah, Hamas, PFLP, PDLP and the People's Party, alongside national figures and independents, characterised Marwan Barghouthi as “the most prominent and renowned Palestinian political prisoner in Israeli jails”. The letter further stated: “the national leader Marwan Barghouthi is a strong advocate of his people's freedom and dignity, of reconciliation and democracy, of peace based on international law. Our objective is for Marwan Barghouthi and all Palestinian prisoners to regain their freedom.”

A popular figure
Marwan Barghouthi's popularity remains unmatched in Palestine, as confirmed by successive polls.


Why the prisoners?

A central issue
For a long time, Palestinian prisoners have been treated as a subsidiary issue that would be solved once the conflict was over. This completely disregards what has proven right in so many conflicts around the world: prisoners, once released, can play a critical role in helping achieve freedom, reconciliation and peace. With over 800 000 Palestinians having experienced detention, prisoners are clearly a critical issue that affects virtually every Palestinian family. 5000 Palestinians remain in Israeli prisons today.

Security for the occupation vs. Freedom and peace
While Israel has traditionally managed to impose a security approach to its dealings with the prisoners, it is time to promote a rights based approach, which would confront violations of international humanitarian law and human rights, while reaffirming that this conflict is due to occupation, and therefore freedom is the key to ending it. Freedom of the Palestinian prisoners will pave the way for the freedom of the Palestinian people, thus leading to peace and security.

A unifying issue
If there is one subject that unifies all Palestinians, wherever they are, and despite political differences, it is the prisoners. The leaders in prison have also played a key role in supporting the reconciliation efforts, including through the elaboration of the prisoners' document, and continue to call upon their political parties to end the division.


What is the prisoners’ document?

Background
In 2006, following the general elections that brought Hamas to government, concerns increased about division between Fatah and Hamas. The imprisoned political leaders elaborated a document for national conciliation. Marwan Barghouthi was the main architect of the document, which was then signed by leaders of all factions. It is the first written document to be endorsed by both the political parties represented within the PLO and Hamas and Islamic Jihad.

Main points
The document:
-       Calls for the establishment of a Palestinian state on all territories occupied in 1967 with Al Quds as its capital, and the release of all Palestinian prisoners
-       Reaffirms that the PLO is the sole and legitimate representative of the Palestinian people, while insisting on the need for Hamas and Islamic Jihad to join the PLO
-       Underlines the right of the Palestinian people to resist occupation, while calling to focus resistance in the territory occupied in 1967. It calls for political and diplomatic action to liberate the country, including negotiations, as well as for mass and popular resistance against the occupation
-       Calls for the formation of a national unity government on a basis that secures the participation of all parliamentary blocs
-       Underlines that negotiations is the jurisdiction of the PLO and the President of the PNA, on condition that any final agreement must be presented to the new Palestinian National Council for ratification or be ratified by a general referendum, where possible.
-       Highlights the importance of statehood building efforts and of preserving Palestinian democracy

A relevant document
The prisoners’ document led to the formation of the first ever government of national unity in February 2007, which collapsed a few months later. The document remains the key reference point to ending the division. Moreover, it demonstrates the central role prisoners can play in achieving unity, freedom and peace, as well as their powerful influence and moderating impact.


Isn't Marwan a convicted terrorist?

A political prisoner
Marwan Barghouthi, abducted from Ramallah in 2002, was the first parliamentarian to be arrested. Israel wanted to prosecute the Palestinian struggle, and to criminalise the Palestinian quest for freedom. It therefore arrested one of the symbols of this struggle against occupation. Marwan Barghouthi, who, as a representative of a people under military occupation refused to recognize the legitimacy of the occupying power, boycotted the court. He therefore did not plead his case but rather used his trial to prosecute the occupation.

A show trial
The report of the Inter-Parliamentary Union’s legal expert, Mr. Simon Foreman, stated: “the numerous breaches of international law recalled in this report make it impossible to conclude that Mr. Barghouti was given a fair trial”. “The Barghouti case has very clearly demonstrated that, far from bringing security, the breaches of international law have, above all, undermined the authority of Israeli justice by casting discredit on its conduct of investigations and the procedures used.” This trial thus demonstrated once again that the Israeli courts were instruments serving occupation rather than justice. The Inter-Parliamentary Union and the European Parliament both called for the release of Marwan Barghouthi and adopted resolutions in support of the release of imprisoned Palestinian MPs and of Palestinian prisoners' rights.


Aren't the prisoners guilty and so should be held accountable for their actions?

All guilty?
Israel, the occupying power, has criminalised all forms of civic and political engagement, including belonging to a political party, exercising freedom of expression, assembly and demonstration, participating in the struggle either peacefully or through armed struggle, including forms considered fully legitimate under international law. At the same time, it has granted almost total impunity to its soldiers and settlers. Since 1967, 800 000 Palestinians have experienced detention, a clear manifestation of Israel’s use of imprisonment as a mean to break the will of an entire nation seeking freedom. The Israeli military courts have a conviction rate of over 99%!

Instruments of occupation
The massive violations of international humanitarian law and human rights during arrest, interrogation, trial and imprisonment is a clear indication that the role of Israeli courts is to sustain occupation, not to achieve justice.

Releasing all political prisoners is a necessity for peace
As demonstrated by other conflicts around the world, the release of political prisoners is instrumental to achieving peace. In many cases, including the South African case, such release constituted a prerequisite to the launch of formal negotiations. In the Palestinian case, however, despite the freeing of thousands of prisoners, the signing of the Oslo agreements did not lead to the release of all prisoners. 20 years later, this long overdue release of pre-Oslo prisoners is finally taking place revealing an inherent failure of the peace process: its inability to secure freedom for the occupied people. At the same time, 5000 prisoners continue to await their freedom while Israel pursues its daily arrest campaigns.

Is Marwan the new Mandela?

The Palestinian Mandela
As soon as he was arrested in 2002, Marwan Barghouthi was dubbed “the Palestinian Mandela”. Having spent now nearly two decades of his life in occupation jails, including the last 12 years, the comparison with Mandela is difficult to avoid.

Long walk to freedom
The path followed by Mandela and Marwan are extremely similar:
-      Both established the youth movement of their political factions and were involved in the development of a grass-root movement and in resistance on the ground.
-      Both defended the right to resistance, including armed struggle, Mandela being even the head of the military wing of the ANC at the time of his arrest, while Marwan was considered a key leader during the first and second Intifada. Both evolved towards advocating peaceful popular resistance as a strategic option towards achieving freedom.
-      Both refused to recognise the legitimacy of the oppressor's courts and used their trial to prosecute the regimes of their oppressors.
-      Both learned the language of their enemy in prison and showed great capacity for dialogue.
-      Both transformed their prison into a school for others and became teachers of the struggle behind bars, one in what became known as the Robben Island Academy and the other in the so-called Hadarim Academy (Marwan is detained in cell n°28 in Hadarim prison).
-      Finally, both continued playing a key role while incarcerated, becoming symbols of their people’s struggle, unifying figures and key political actors. Mandela proved to be the central figure in ending apartheid and achieving peace and reconciliation, while Marwan, through the prisoners’ document, has proven he can, using his wide credibility and popularity, rally support from all political factions for Palestinian reconciliation, a common strategy of resistance and a vision to achieving peace.

The New Mandela
Mandela is a universal symbol for the struggle he led and sacrifices he made, but also for what he was able to accomplish once released, including peace and reconciliation. In that sense, the comparison may appear as premature. What is clear however is that the parallels between Mandela and Marwan are, to say the least, striking enough to believe that, once released, Marwan could play an instrumental role in achieving freedom for the Palestinian people, reconciliation, and peace in the region. These similarities have already earned him to be named by many personalities as the “New Mandela”.  


Who launched the International Campaign to Free Marwan and all Palestinian prisoners?

The Popular Campaign to free Marwan Barghouthi and all Palestinian prisoners
A few days after the arrest of Marwan Barghouthi, the Popular Campaign to free Marwan Barghouthi and all Palestinian prisoners was set up by Palestinian organisations and individuals. The Campaign, headed by Marwan's wife, Ms Fadwa Barghouthi, immediately enjoyed wide international support. For over a decade, it played a key role in internationalising the plight of the prisoners. In 2013, on the 11th anniversary of Marwan Barghouthi’s arrest, the Popular Campaign organised an International Conference entitled “Freedom & Dignity”, notably to strategise and build upon its international achievements. The event took place in Ramallah, Palestine, on the 27th of October, to coincide with South Africa's Freedom day. 120 international delegates attended the meeting, including over 50 parliamentarians from Latin America, Africa and Europe. The President of the European Parliament delegated a cross-party delegation from the European Parliament headed by the Vice-President of the European Parliament. International personalities sent letters of support, including former US President Jimmy Carter, former French Foreign Minister Hubert Védrine, and former Director general of UNESCO Federico Mayor Zaragoza. The Presidents of the International Federation of Human Rights and of the Euro-mediterranean Human Rights Network attended the meeting. Ahmed Kathrada, an icon of the anti-apartheid struggle, was the guest of honour. He proposed hosting a launching event of an International Campaign to free Marwan Barghouthi and all Palestinian prisoners on Robben Island.

Ahmed Kathrada and the launch of an International Campaign from Mandela's cell
Ahmed Kathrada launched the Free Mandela Campaign in 1962, before spending 26 years in apartheid jails, including 18 on Robben Island. 51 years later, on the 27th of October 2013, he launched the International Campaign for the Freedom of Marwan Barghouthi and all Palestinian prisoners from the cell of Nelson Mandela on Robben Island. This unprecedented and highly symbolic move, supported by former anti-apartheid prisoners and South African authorities, highlighted further the parallels which can be drawn between Mandela and Marwan and the strong ties between the struggle for freedom in South Africa and Palestine. Ahmed Kathrada is also the founder of an International High Level Committee (IHLC) for the freedom of Marwan Barghouthi and all Palestinian prisoners which was announced at this launching event.

The International High Level Committee
The International High Level Committee (IHLC) is composed of renowned former prisoners, former leaders, human rights figures and Nobel Peace Prize Laureates. The IHLC issued a statement called the Robben Island Declaration for the Freedom of Marwan Barghouthi and all Palestinian prisoners which has been signed by leading personalities, organisations and individual citizens across the globe.


How can I help?

Sign the Robben Island Declaration
The Robben Island Declaration constitutes the founding text of the Campaign. Help us to make history by signing this document and encouraging others to sign- individuals, organisations and prominent figures in society.

Organise events in support of the Campaign
Help us by organizing events in order to promote awareness, advocate on behalf of the Palestinian prisoners and gather support for their release.

Call on elected representatives and government officials to take a stance
There are many ways you can ask your elected officials to support the campaign.
Successful initiatives so far have included:
-the adoption of resolutions by local, national and international Parliaments
-the initiation of trips and fact finding missions to see the situation of the Palestinian prisoners first-hand
-the formulation and promotion of parliamentary questions to government officials
-the urging of governments to issue statements, exert pressure and take clear stances in support of the release of the prisoners and the upholding of their rights in the meantime.