sabato 21 giugno 2003

Ricevo dal mio amico e fedele lettore Mauro Misuri:


Rete 4


Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi. Era una
furbata che permetteva di violare la legge, visto che allora era
vietato a soggetti privati di possedere televisioni nazionali.
Ma Berlusconi si mette d'accordo con Craxi che gli fa un decreto
legge apposta.
E fin qui, lo sapevamo già...

Cosi' Berlusconi ha finalmente tre televisioni nazionali vere. Ma
molti storcono il naso perche', essendo possibili solo 11 reti
nazionali, e' un po' anomalo che un solo imprenditore se ne prenda
tre. Non siamo nel Far West che il primo che arriva si prende
tutto...
Nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in
difesa del pluralismo, che un unico soggetto privato non potesse
detenere tre reti nazionali, concedendo un periodo di transizione e
rimettendo il problema al legislatore per una soluzione definitiva
entro e non oltre l'agosto 1996.
Arriva il 1996, scade nell'indifferenza generale la decisione
della Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre tv.
Nel 1997 la legge Maccanico stabiliva che un soggetto non potesse
detenere piu' di due reti, e che, finche' non ci fosse stato
un "congruo sviluppo" via satellite e cavo, Rete4 avrebbe potuto
continuare a trasmettere via etere, quest'ultima decisione in
palese contrasto con le decisioni della Corte Costituzionale che
aveva deciso per un termine
definitivo entro l'agosto 1996.
D'Alema, una volta diventato capo del governo, decide di risolvere
la questione e indice una gara per l'assegnazione delle concessioni
delle reti nazionali.

La commissione nominata dal Ministero e' presieduta da un avvocato di
Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente possa detenere
legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, le sue tre reti
e relative frequenze. Nel luglio 1999 si svolge questa gara
d'appalto, per partecipare si richiedono requisiti spaventosi e
sembra chiaro che nessuno riuscira' a scombinare i giochi.


Invece, colpo di scena.
Arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di documenti e dice:
"Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7, vorrei due
reti nazionali, grazie."
Panico! E chi e' questo? E' pazzo?
No, non e' pazzo, e' il loro peggior incubo.
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote:

"Le manca il certificato 3457!"

"No e' qui!"

"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"

"Ne ho due, bastano?"

Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12
miliardi di capitale versato per rete, lei ne ha solo 12, puo'
chiedere una sola tv."

"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per
concorrere non per ognuna delle due frequenze". Ricorre al Tar e poi
al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare una concessione per una rete
nazionale e presto anche una seconda perche' ne ha diritto e a
Berlusconi ne tolgono una, non che la debba chiudere, deve
traslocarla sul satellite che ormai e' ricevuto da 18 milioni di
italiani.
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad
abbattere i muri con la cerbottana perche' avvia una serie di
procedimenti giudiziari spaventosa.
Ingiunzioni, diffide, cause penali, civili, regionali, Commissione
Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti gli appelli, tutte le
perizie.
E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel novembre
2002, sentenza numero 466-2002, ha stabilito inequivocabilmente che:
- Retequattro, dal 1 Gennaio 2004 dovra' emigrare sul satellite
- le frequenze resesi disponibili dovranno essere assegnate a Di
Stefano!

L'avete sentito dire al telegiornale?

Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e
ci ha risposto con un lieve sorriso:

"Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione della
Corte Costituzionale Mediaset continua a detenere e utilizzare
appieno tre reti nazionali su un totale di sette concessioni
assegnate sulle undici assegnabili (comprese quelle Rai).
Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione (in
concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze),
non riceva poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha
precedenti al mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due
concessioni, una (Europa 7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e'
stato un diniego, in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del
requisito del capitale sociale.

Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il
requisito del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una
seconda concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e'
dotata di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di
registrazione per le proprie eventuali produzioni, di una library di
oltre 3000 ore di programmi e di tutto cio' che e' necessario per una
rete televisiva nazionale con 700 dipendenti.

Questa preparazione e' stata necessaria poiche' la legge
stabilisce che, entro sei mesi dall'ottenimento della concessione, la
neo-emittente ha l'obbligo di iniziare le trasmissioni.

Attualmente Centro Europa 7 e' una societa' praticamente ferma,
non ha alcun introito, poiche' non e' stata messa in condizione di
operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la
gestione della struttura, l'adeguamento della library, l'adeguamento
tecnologico, le ingenti spese legali, i costi dei dipendenti..."

Ma ora altro colpo di scena: Gasparri si sta muovendo per salvare
Rete 4.
Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in
pratica un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere
a "soggetti privi di titolo" che occupano frequenze in virtu' di
provvedimenti temporanei, discriminando cosi' le imprese come Europa
7 che hanno legittima concessione, il tutto sempre al fine di
salvaguardare Retequattro.

Infatti, quest'ultima potra' continuare a trasmettere, in barba
alla sentenza del '94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della
legge 249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la
concessione, mentre Europa 7 non potra' mai trasmettere, dimenticando
che nel luglio 1999 c'e' stata una regolare gara dello Stato per
assegnare le concessioni,
gara persa da Retequattro e vinta da Europa 7.

Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del
diritto.
In pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo' continuare
tranquillamente a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde
definitivamente tale diritto.
Non vi sembra straordinario?
Travolti da un miracoloso afflato civico i deputati del Polo
bocciano alla Camera dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove
vuol tagliare la gola a Europa 7.
E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono anche
per ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso...
Ora bisogna vedere cosa fa il Senato... e poi la legge deve
tornare alla Camera...
E poi bisogna vedere se Ciampi la firma una legge del genere.
Saremmo all'oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di
diritto.
Un conto e' fare una legge per non finire in galera, un conto e'
fare una legge per prendersi qualche cosa che appartiene a un altro.
Si comincia cosi' e poi si pretende il Jus Primae Noctis.
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo
momento si sta giocando una partita incredibile. Se questa legge
passa quel che e' tuo e' suo.

Vedi tu se riesci a far girare questa mail. Internet non conta
niente in borsa ma siamo comunque una decina di milioni...


1 commento:

  1. ma va a fanculo sporco comunista possibile che siate cosi stronzi ,invidiosi,incapaci,

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