mercoledì 15 settembre 2004

Un segnale da Venezia


La 61° Mostra Internazionale di Venezia ha assegnato
il leone d’oro a “Il segreto di Vera Drake”, del
regista inglese Mike Leigh, e il gran premio della
Giuria a “Mare dentro” (Out of the sea – Mar adentro)
del regista spagnolo Alejandro Amenàbar.  Gli
interpreti dei due film, Imelda Staunton e Javier
Bardem, hanno ottenuto la Coppa Volpi quali migliore
attrice e miglior attore.


“Il segreto di Vera Drake” racconta la storia di una
donna inglese di mezza età, semplice, serena,
laboriosa, appartenente ad una famiglia proletaria
della Londra postbellica, la quale ai tempi in cui
l’aborto era clandestino aiutava altre donne, ragazze
violentate, madri di troppi figli, come lei senza
mezzi economici, a liberarsi di un concepimento non
voluto. E non per denaro ma solo per solidarietà
umana.


“Mare dentro”  racconta la storia vera di un
tetraplegico spagnolo, Ramon Sampedro,
ultracinquantenne paralizzato dal collo in giù, il
quale pretese ed ottenne l’eutanasia.


I verdetti della giuria di Venezia, che si aggiungono
al premio recentemente attribuito al film  “Invasioni
barbariche”, sono un segnale di speranza per quanti,
come noi, sono impegnati al di là del proprio
tornaconto o interesse famigliare per l’affermazione
del diritto di tutti gli esseri umani a decidere sulla
propria vita e la propria morte.


Purtroppo, le decisioni di Venezia hanno scatenato le
ire dei soliti difensori della “vita ad oltranza,
costi quello che costi”, anche quando la vita è ormai
solamente tortura. Sul quotidiano “Il Tempo” di Roma,
ad esempio, si afferma che “la giuria della Mostra del
Cinema premia chi sta contro le leggi e i valori
dell’esistenza”. In altre parole: i premi vanno dati
non ai film migliori, ma a quelli che si oppongono al
cambiamento delle leggi e sostengono determinati
valori esistenziali. C’è da essere allibiti.


Cordiali saluti


Giampietro Sestini Libera uscita

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