giovedì 15 febbraio 2007

Giardini dell’Isolotto


L’Isolotto è diventato uno dei più bei quartieri di Firenze. Non c’è dubbio. Cascine di fronte, Cascine tra le case, come è intitolato il video di Stefano Dei che potete scaricare dal sito del Comune di Firenze.

L’Isolotto è pieno di giardini, grandi piccoli semplici vistosi ben curati meno curati, con un lungarno ombrato passeggiato rifatto e ben curato. Oddio, la piazza omonima è bruttina, ma ha il più bel mercato ortofrutticolo della periferia sud ovest di Firenze; anche il chiesone sembra un grande hangar, senza campanile, una chiesa da poveri, già la chiesa dei poveri che suonò le sue campane a stormo e martello durante il sessantotto; un fabbricato che farà storia: via via che si allontana nel tempo si avvicina alla vita e quei rintocchi si sentiranno sempre più nitidi e parlanti. Insomma – mi sto divertendo – una brutta piazza con bel mercato, una brutta chiesa con bel rimbombo.

Ma qui intendo parlare dei giardini. Nel libro di Paola ha un successo strepitoso “Giardino pubblico”, il quinto dei 17 racconti dove si incontrano una signora e un fantasma; beh, se voi capitate in via Simone Martini, zona sud ovest, parallela a via Livorno superstrada FIPILI firenzepisalivorno, vedrete due grandi edifici immersi in uno spazio verde, entrate dentro attraverso una via invisibile ma esistente dal nome di S.Bartolo, entrate attraverso un grande cancello scorrevole e vi trovate in un grande prato verde: a destra il fu Istituto Tecnico Einstein, a sinistra l’ITT Marco Polo, ora travasato nell’Einstein. Percorrete fino in fondo lo spazio tra i due edifici fino a trovarvi contro la rete di recinzione di un campo di atletica e football. A sinistra scorgete delle armature in ferro che sorreggono una scala esterna giustapposta al vecchio edificio. In cima a quella scala risiede il fantasma del luogo: Archimede. Proprio quello degli specchi ustori, anticipo dei raggi laser.., quello stesso che i Siracusani videro correre nudo per le vie del centro gridando a squarciagola “l’ho scoperto”. E non si trattava del membro che l’uom cela. In effetti era doppiamente contento, per la scoperta della formula idrostatica e per il fatto che l’acqua riconoscente l’aveva spinto verso l’alto proprio nel momento che gli sembrava di affogare. Perché l’acqua è come un cane: se tu hai paura quello ti morde, se ti abbandoni a lui tranquillo quello ti salva.

E’ così che dopo 12 anni da quando avevo abbandonato l’Einstein mi sono trovato martedì 13 febbraio u.s. fronte a fronte con il nuovo genius loci, il fantasma della matematica, tra Marco Polo e Albert Einstein oggi c’è il giardino di Archimede.

Devo esprimere qui anche il mio compiacimento nel vedere gli alberi piantati da noi – un pensiero al prof. Gianni Malesci che scelse insieme all’Ufficio Giardini dell’Amministrazione Provinciale i generi adatti (questo richiama gli uccellini, questo cresce in fretta, questo fa una bella ombra…)- alberi ora grandi e ben inseriti nell’ambiente. Penso ai tanti alberi-uomini passati lì tra noi e con noi e ora cresciuti e sparsi per le vie del mondo. Che l’ITC Einstein sia stato per tutti un buon terriccio di scienza e gioia, amore e libertà. Un saluto a tutti. 

E’ stato davvero un bell’incontro quello di martedì pomeriggio al Giardino di Archimede, dove il prof. Enrico Giusti ha fatto gli onori di casa a un tal signore nato in Francia sul finire del 500, vissuto quindi al tempo di Galileo, prima giovane un po’ scapestrato quasi sadico che amava far collezione di film horror tramite i reality show degli assedi alle città, poi uomo ravveduto e scopritore di un buon …metodo di conoscenza.

Vuoi saper chi è? Te lo racconta Leonardo Brunetti nel sito da lui curato.



PS. Il Giardino di Archimede, come vedi nel sito, è il museo della matematica, sorto due anni fa. E' il tempio della scienza, una chiesa senza dogmi né certezze definitive. Ci senti dentro l'afflato dello spirito, una pentecoste sempre in corso. Vi si parla il linguaggio di Dio, quello matematico (1) . Facci una visita. E ritorna, con me, ai prossimi appuntamenti.



(1) Galileo Galilei (1564-1642)

[L’universo] non potrà essere letto finché non avremo imparato il linguaggio e avremo familiarizzato con i caratteri con cui è scritto. E’ scritto in linguaggio matematico, e le lettere sono triangoli, cerchi e altre figure geometriche, senza le quali è umanamente impossibile comprendere una singola parola.

Opere Il Saggiatore p. 171.

2 commenti:

  1. I commenti si fanno più frequenti. Cercherò di persuadere Luciano a visitare il Giardino di Archimede. Lui è pigro, e in questi giorni dopo il viaggio siamo stati molto occupati. Ma poi ritornerà la routine e allora.. Ornella

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  2. Per un fisico come Luciano la visita è un obbligo. E anche la partecipazione a qualcuno degli incontri di febbraio marzo e aprile.

    Luciano è anche un musico e musica e matematica sono sorelle gemelle. O no?

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