mercoledì 14 febbraio 2007



L'industria dell'Olocausto

Norman G. Finkelstein

Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei

Con un saggio inedito scritto per questa edizione

BUR, Aprile 2004, € 8,50



Comprato ieri da Paola. Che sollievo poter dire e scrivere "questa m. di lobby ebraicoamericana" prendendo a testimone un ebreoamericano. Grazie, Norman.

Mentre vai a comprare il libro,leggi l'intervista.

Scheda del libro




L'industria del Crocifisso

XY

Lo sfruttamento della sofferenza di Gesù di Nazaret

con un saggio inedito sul post-Vojtyla

Ed. post-paolina

BAR, febbraio 2007, € 1.

nelle edicole con l'Avvenire ormai passato.



Sognato stanotte da me. Che sollievo poter dire e scrivere "questa m. di lobby iorvaticana", prendendo a testimone *.*   Grazie, *.*.

Mentre aspetti che esca il libro, scorri "L'Indice dei libri proibiti"; lì c'è l'indice del pensiero umano.

Nel frattempo leggi la lettera di Martino.

Chi era Martino?

3 commenti:

  1. Ho letto con interesse quello che il tuo blog dice su Martino Ragghianti. L'hai conosciuto? Mi sembra una personalità notevole, e una profondità di pensiero. A proposito delle prove sacrificali di religioni e miti da tempo mi ha colpito

    l'analogia tra il sacrificio di Isacco della bibbia e il sacrificio di Ifigenia nel mito greco spiegabile con la vicinanza geografica. E i riti sacrificali dei Maya? Sembra ci sia nell'uomo una componente o sadica o masochista. Ornella

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  2. Martini Morganti, nato a Pistoia nel 1927, frate minore dal 1943, è laureato in diritto Canonico (Pontificio Ateneo Antoniano) e in Liturgia (Pontificio Ateneo S.Anselmo). Ha insegnato per circa quindici anni nello Studio Teologico Francescano di Fiesole e nel Seminario Maggiore di Firenze ed ha tenuto lezioni e corsi di liturgia in molti istituti e diocesi. Ha pubblicato alcuni volumi in proprio o con altri e collaborato a varie riviste. Dal 1969 al 1979 ha diretto Studi Francescani, diventata rivista di vita religiosa postconciliare. Nel 1969, insieme con alcuni confratelli, ha dato vita, a Livorno, ad una "piccola fraternità" inserita nelle condizioni di esistenza e di lavoro della gente, diventando operaio a tempo pieno. Dal 1971 vive l’esperienza delle CdB (Comunità livornese di p.za del Luogo Pio, ex via Mentana). È morto l'11 settembre 1999.

    L'ho conosciuto personalmente, qui all'Isolotto dove era di casa al tempo della rivolta parrocchiale. Fumava come un turco finché i polmoni si sono rifiutati di ossigenare il sangue da mandare al cervello. Un bel cervello, veramente. Anche sul piano teologico. E per questo "sospeso a divinis" dal Vaticano che come sempre butta via il sangue buono e rimane quel concentrato di stupidità col quale ogni giorno i mass media cercano di istupidirci. Belle le sue lettere ai nipoti: http://www.tempidifraternita.it/archivio/martinoweb/lettereainipoti.htm

    L'ultima parla del suo funerale e cita la richiesta dell'Isolotto già allora volta ad ottenere spazi pubblici riconosciuti e attrezzati per i funerali laici autogestiti.



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  3. A proposito delle lettere ai nipoti, giacché ci sono metto qui un commento di un altro bel cervello teologico che ha fatto ombra alla stupidità vaticana:



    L'erba e le pietre



    Lettere ai nipoti



    EdUP, via del Seminario 109 – 00186 Roma, tel. 06/6990120





    Martino Morganti segue, giorno per giorno, gli avvenimenti di cronaca dal suo osservatorio di nonno. Non vorrei che qualcuno capisse che l’autore è coinvolto col fenomeno del nonnismo, piaga che affligge la coscrizione militare ed oggi addirittura i ragazzi delle scuole medie. No, Martino Morganti, non è un sopraffattore, anzi è un mitissimo francescano che dopo una lunga esperienza di vita religiosa, con la maturità che gli viene dall’essere canuto, non tanto per i capelli bianchi – in verità pochi – quanto per la compiutezza del senno, si è collocato tanto appassionatamente all’interno del dissenso cattolico da meritarsi lo scorso anno, la radiazione dall’ordine francescano. Pagato il duplice scotto – l’ammissione di non essere più giovane e l’emarginazione dalla famiglia religiosa – si è conquistata la libertà di dire, con una certa irriverenza, quello che magari non era riuscito a dire quando era più giovane e più in linea.



    In genere le pietre rappresentano la stabilità delle consuetudini e la fermezza dei principi. L’erba no. L’erba è come il vento e va dove vuole. Martino Morganti si sente erba e pensa che si abbia il diritto di sentirsi erba a tutte le età; scrive infatti ai giovani e certo non si rivolgerebbe a loro se non fosse convinto della loro capacità di intenderlo e di fare i conti con la sua esperienza.



    In un’epoca in cui tanto si piange per l’assenza di valori, queste pagine testimoniano una appassionata adesione a valori concreti e dinamici, quotidianamente ridiscussi e costantemente misurati sull’esperienza. Se a questo sei indifferente non piangere sui valori perduti, perché stai forse inseguendo solo dei simulacri imbalsamati e temi di doverti scomodare dalle tue abitudini morali e dai tuoi sentimenti religiosi di routine. Se a questo non siamo indifferenti, leggiamo queste pagine che non solo aiutano a riflettere su quanto contengono ma anche conducono ad assumersi la responsabilità di proseguire autonomamente il discorso. Anche noi erba tra le pietre.



    Giovanni Franzoni

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