domenica 9 settembre 2012

Cinquestelle III

Per me Beppe Grillo rimane un grande messaggero; ti porta a conoscenza del gran giro di soldi e privilegi che, come una droga, crea dipendenza invincibile in chiunque riesce a entrare nel magico mondo della politica. Il baleniere e la balena bianca della politica. Ora che la sua creatura sta per partorire futuri deputati corre il rischio di essere travolto dalla balena a cui dà la caccia. Tutti i poveri di spirito e ricchi di ambizioni si vestiranno da grillini che come magrebini cercheranno di mendicare un posto sulla barca per Lampedusa, travestendosi da profughi politici. Nell'attesa di vedere l'esito di questa appassionante avventura è importante conoscere il programma del movimento e assumerne e o assorbirne le linee portanti, le esigenze prime.  Perché certe analisi e intuizioni e previsioni di Grillo hanno valore in se stesse e devono diventare patrimonio di tutti o almeno di tanti. Tutto quello che succederà nei prossimi tempi sarà di farlo diventare Grillo quello che non è o comunque di aiutarlo a diventare quello che non vuole essere, o comunque di aiutarlo obbligandolo a fare quello che non vuole né deve fare. Ora è il momento della "democrazia": tutti a sfidarlo sulla coerenza con i principi della democrazia. Già la democrazia. La grande democrazia americana, modello anche per Matteo Renzi, che è la democrazia dell'uno che comanda a 100, a 1000. La NATO che esporta la democrazia in Afghanistan, Israele che la esporta nella Cisgiordania. Ecc. ecc. (continua).
 Nel frattempo parliamo di

ENERGIA
www.beppegrillo.it
http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf
• Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini,
come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo
standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del
55/60%.
La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di
produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale
energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione
termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente,
sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse
fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei
Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si
spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire
nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli
sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta
viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali).
Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi
impianti di generazione elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica
energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve
articolarsi nei seguenti punti:
• Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti
fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire
dagli edifici più energivori: ospedali, centri com-merciali, industrie con processi che utilizzano calore
tecnologico, centri sportivi ecc.
• Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti
di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti
rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW
riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
• Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica,
anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
che essi comportano
• Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al
loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
• Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento
della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
• Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare
le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del
legno proveniente da raccolte differenziate ed esclu-dendo dagli incentivi la distribuzione a
distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
• Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.
L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il
controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive
antidemocratiche. Se l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli
interessi delle multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del
singolo. L’informazione quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. Il cittadino
non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di
consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano.
Le proposte:
• Cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
• Eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
• Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da
alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
• Le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni
• Abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui
ricavi agli assegnatari di frequenze televisive
• Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun
soggetto privato, l’azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
• Abolizione dell’Ordine dei giornalisti
• Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
• Un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai
partiti
• Abolizione della legge Gasparri
• Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale.

Nessun commento:

Posta un commento