lunedì 1 dicembre 2003

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Can you hear me?


Mi sentite?”



La fortuna di stare a Firenze, andare sabato 29 Novembre al cinema Alfieri, zona via Ghibellina, tra S.Croce e Mercatino delle pulci, 4 euro e pomeriggio seduto sulle poltroncine di velluto rosso, vedermi immagini inedite di fatti mille volte rimuginati nella fantasia, in lingua originale, con traduzione in cuffia, presenza dei registi e fotografi che rispondono alle tue domande...


Un'esperienza. Vedere come dal vivo noam Chomsky a Berkeley University là dove sei stato due anni fa, ritorvarsi in Kossovo a Mitrovica, spaccata in due dal fiume e mai più riunificata, seguire la giornata di due ragazzi e due ragazze rispettivamente serbi e albanesi, intravedere il futuro nella nebbia fitta del fiume che nasconde il ponte ancora proibito.
 E poi il grande massacro: 3500 talebani, prigionieri di guerra dopo una resa regolarmente trattata,caricati nei container, mitragliati per dare loro aria, scaricati nella montagna, finiti dai carnefici assistiti da 20,30,100 soldati americani in divisa, odore di vomito, sudore, orina, feci raccontato da un camionista, il regista (presente in sala!), minacciato di morte, attrezzature per 35.000 dollari requisite, 2 testimoni presenti nel film nel frattempo assassinati...E vuol partire per Bagdad! Divieto di entrata negli USA per la pellicola, ricordo di Chaplin buttato fuori dagli Usa negli anni 50 dopo Monsieur Verdoux...
E poi rifarsi la bocca e lustrarsi gli occhi con le splendide immagini colorate dei Maya resuscitati oggi con il Subcomandante Marcos nelle montagne del Chiapas, seguirli insieme al regista presente in sala, vederli cantare, ballare, recitar poesie durante i 14 giorni della lunga marcia attraverso il Messico fino alla capitale, potenza delle parole dal vivo, in lingua originale, fascino delle immagini, non poter avere le TV di Murdoc né di Mediaset, né della Rai, vedere tutti i giorni per 3000 volte il crollo delle due torri; ma poi riascoltare questo giovane che fuma la pipa sotto il passamontagne e parla in pura poesia "noi siamo i colori della luce, la fecondità della terra, lo scorrere dell'acqua, lo splendore del cielo, poter aveare il testo del sonoro, e quel ragazzo simpatico, intelligente spiritoso che lungo tutto il viaggio parla con la macchina da presa mentre distribuisce il giornale  del fronte di liberazione e il vecchio militante tipografo che passa davanti alla sua casa e ci presenta mamma e nonna, emozione fino alle lacrime - l'unico momento - Come non continuare a credere, con Theilard de Chardin, che Il meglio finisce sempre per accadere, e l'avvenire è migliore di qualunque passato?


Beh, quanto da me confusionato te lo metto in buona forma, come da programma stampato:


USA
Can you hear me? Mi sentite?”. Una voce nel deserto, quella di Noam Chomsky, definito ironicamente “rebel without a pause”. La voce minoritaria ma persistente del dissenso americano. Junkerman segue il linguista americano in una serie d'interventi pubblici e conferenze, tenuti nella primavera del 2002 da una parte all’altra degli Stati Uniti, riportando interviste private e colloqui.



Kosovo
di Jody Barrett, Maria Mok, Maasja Ooms
Paesi Bassi, 2003, colore, video, 60’


Un ponte divide una città e due comunità: a nord quella serba e a sud quella albanese. A Mitrovica, in Kossovo, si cammina sotto il controllo pacificatore dei soldati della KFOR. Da una sponda all’altra del fiume Ibar, due ragazzi e due ragazze raccontano come vivono la quotidianità. Parlano dell’impatto che la guerra ha avuto su di loro e di quali speranze nutrono per il futuro.


 


Afghan Massacre-The Convoy of Death
(Massacro afgano-Il convoglio della morte)
di Jamie Doran
Regno Unito, 2002, colore, video, 52’


Nel novembre 2001, dopo che le forze dell’Alleanza del nord hanno conquistato la città di Kunduz, gli 8000 combattenti talebani catturati vengono caricati su containers e condotti, sotto il controllo delle forze speciali americane, verso la fortezza di Qala-I-Zeini. Circa tremila prigionieri moriranno, uccisi deliberatamente oppure a causa delle condizioni disumane di trasporto e detenzione.


La fragile armada
(La fragile armata)
di Jacques Kebadian, Joani Hocquenghem
Francia, 2003, colore, video, 120’ Prima italiana


Tra il 25 febbraio e l’11 marzo del 2001, l’esercito disarmato degli Zapatisti compie una marcia di 3000 chilometri, dal Chiapas a Città del Messico, per rivendicare il diritto all’esistenza e al riscatto. In questa carovana, in cui sono confluiti simpatizzanti da tutto il Messico, si affrontano le motivazioni e i valori che sostengono il pensiero di una massa cosciente e determinata.


Nel post seguente il calendario online dei prossimi giorni.

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