E il Vaticano digiunerà
Se Zapatero ce la fa
Non è facile orientarsi tra le voci che corrono sulle forme e i tempi con cui Zapatero intende portare avanti il suo disegno di ridimensionare privilegi e finanziamenti di cui gode la gerarchia cattolica in Spagna. Ci sono, però, notizie di fonte attendibile che il governo abbia già un piano d’iniziative pur sempre nell’ambito della Costituzione vigente per raggiungere lo scopo. Al tempo steso circolano valutazioni e documenti di cattolici favorevoli alla politica governativa.
In Spagna come in molti altri paesi europei, tra cui l’Italia il processo di secolarizzazione è molto avanzato, ma la legislazione che garantisce privilegi e risorse finanziarie alla Gerarchia cattolica consente ai clericali di sostenere la finzione che la Spagna sia un paese cattolico, obbligato alla stanca ripetizione di precetti morali mutuati dalla tradizione cattolica. Il nuovo governo spagnolo guidato dal socialista Zapatero ha deciso di uscire dall’equivoco e di dare legittimità al processo di secolarizzazione per avviare la Spagna a diventare una democrazia più avanzata in cui tutti i cittadini, i gruppi e le chiese possano alla pari promuovere le loro idee e vivere secondo i propri convincimenti, senza che nessuno sia goda di privilegi e di sovvenzioni pubbliche particolari. I sondaggi, per quel valgono, rivelano che l’opinione pubblica è favorevole, anche le Chiese evangeliche accolgono favorevolmente l’iniziativa governativa, decisamente contraria la Conferenza episcopale spagnola, che minaccia la mobilitazione di piazza dei “cattolici”. Dell’argomento dovranno occuparsi le Cdb (Comunità di base) spagnole riunite a congresso nel prossimo dicembre.
Trovato qui
Aggiornamento del 17 ottobre 2004
Ha congelato una legge dei popolari di Aznar che faceva della religione una materia obbligatoria nelle scuole, materia il cui voto contava nel passaggio alla classe superiore. Esiste un piano per rivedere i finanziamenti alla Chiesa cattolica , a cominciare dal finanziamento pubblico attraverso l'Irpef, la presenza nella pubblica istruzione e gli aiuti alle entità vincolate direttamente alla Conferenza episcopale. Le Monde Diplomatique ha pubblicato un rapporto in cui si sostiene che la Chiesa riceve dallo Stato ogni anno circa 140 milioni di euro. E nel rapporto si afferma che la Chiesa vive «in un paradiso fiscale».
Tutte le misure «laiche», secondo il giornale El Mundo , fanno parte di una «road map» per raggiungere l'obiettivo di uno Stato pienamente laico eliminando, sostengono i socialisti, «vantaggi» e «privilegi» di cui gode la Chiesa cattolica. Il sottosegretario alla Giustizia Luis López Guerra è stato chiaro, nel corso di una conferenza a Cadice la settimana scorsa: «Il governo sta disegnando un cammino per arrivare a un effettivo Stato non confessionale. Si vuole limitare il carattere ufficiale di qualsiasi religione. Nessuna religione può essere più ufficiale delle altre.... Oggi esiste una innegabile posizione di vantaggio della religione cattolica, derivata sia dalla tradizione sia dagli accordi con la Santa Sede del 1979».
Parole che hanno trafitto i cuori dei vescovi
Tranquilli, non siamo in Italia.
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