domenica 3 ottobre 2004



Mare dentro
Il film mi è sembrato bello, con qualche piccola riserva che riguarda un certo gusto un po’ spettacolare in alcune riprese e complessivamente nell’andamento di tutta la storia. Ottimamente resi alcuni personaggi: il protagonista che dà veramente una prova convincente e offre molte chances all’intero film, la cognata semplice e vera in tutte le sue espressioni, il sacerdote ben presentato nella sua amichevole presunzione e Rosa la ragazza che aiuta a morire. Gli altri mi sono sembrati un po’ meno veri.
Il merito più grande del film sta a mio parere nel modo corretto ed esplicito in cui è presentato il tema dell’eutanasia.
Semplificherei in questi punti:
1 – la vita è un diritto ma non un obbligo;
2 – se un malato inguaribile non vuole più vivere, non è detto che questo sia vero per tutti quelli che sono nella sua situazione;
3 – la messa in atto della morte (suicidio) non rende penalmente colpevole nessuno, perché l’obbiettivo è raggiunto attraverso una serie di piccoli gesti nessuno dei quali di per sé è responsabile, dal momento che l’ideazione e la volontà di morire sono solo della persona che non vuole più vivere.
Tutti questi aspetti sono ben evidenti nel film e ottengono il coinvolgimento emotivo in ragione della dell'espressione poetica.
Ben a proposito anche la varia casistica presentata. L’uomo lucido e consapevole fino in fondo, la donna che si perde per la via e non sarà più in grado di organizzare la propria fine. Non è una distinzione trascurabile, alla luce dei fatti..
Ho detto di una certa spettacolarità, però il film, è giusto ripeterlo, ha veri momenti poetici: fra gli altri i dialoghi con l’avvocatessa, quelli con Rosa, in cui accanto al tema centrale si affaccia quello dell’amore che in questo caso due donne molto diverse provano per il protagonista. Di un tetraplegico ci si può innamorare, eccome.
E anche questa è una sottolineatura non da poco. Al problema posto da Amenabar non c'è una soluzione lineare e valida per tutti. Il discorso rimane affidato alla decisione della singola persona.
Commento di Paola.

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