Torniamo ora da Ciak, in via Faenza: Le conseguenze dell'amore. Sono andato per compiacere Paola che ama il cinema, con un po' di diffidenza: non sopporto i film con esibizione di sesso per far cassetta su un argomento che, caduti via via i tabù, ha bisogno di sovraccaricare sempre le dosi delle pietanze per coprire la loro insipida natura. Ma si trattava di un giovane regista italiano e allora vediamo. E' andata bene. Tutta un'altra cosa. Prima di tutto le inquadrature della macchina da presa: diverse, non so che dire: i primi piani, i paesaggi: raffinatezza ben calibrata, anche quando compiacente. Il dialogo spesso muto, la musica originale. Una volta tanto lontano di Holliwood. Insomma non mi sono annoiato che per me significa mi è piaciuto. Surreale. personaggi-maschera, con una loro fissità da manichini, come quello vero che ha preso il posto dell'agente stradale che blocca il traffico. Un misto di realtà e fantasia. Insomma andatelo a vedere. Leggete anche quello che scrive zitti al cinema.
La maschera del protagonista ti lascia per un bel pezzo a corto di emozioni, ma alla fine si scioglie di colpo, quasi ti prende alla sprovvista,secondo le tecniche di un buon giallo, come infatti.
Interessanti questi nuovi registi meridionali, Garrone, Martone, Sorrentino, che sanno rielaborare in positivo gli aspetti inquietanti di una società violenta e sopraffattrice.
PS. Abbiamo comprato Il vizio del cinema di Gianni Amelio.
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