lunedì 27 novembre 2006

Week end di fine novembre




Estate di S.Martino vescovo di Tours che va ben oltre l’11 Novembre.

Effetto serra, CO2, ozono o manna dal cielo ? Fate voi.

Sabato 25 a Firenze l’aria è tiepida, il cielo mutevole, via dei Calzaioli si prepara per le feste, Palazzo Vecchio, grande saggio, ci ricorda – in negativo - che le donne subiscono un surplus di violenza dai loro compagni maschi (sala dei cinquecento); in positivo innalza ben in vista il suo gonfalone dal gran giglio, orgoglioso di mostrare a tutti oggi le radici della partecipazione popolare che la videro, prima assoluta in Italia, dar vita ai Consigli di Quartiere nell’anno di grazia 1976 (sala dei duecento): una storia che viene da lontano, una storia che va lontano, è scritto nel dépliant.

Anche se in questo momento la ruota della storia ci trascina verso il basso: partecipazione alla vita pubblica nelle varie forme è cosa che riguarda non più dell’8/10 percento della popolazione in età ragionevole.


C’è parecchio amarcord negli interventi, ci sono parecchi segni del passaggio del tempo sulle facce che rivedo dopo venti trent’anni. Siamo una delle popolazioni più longeve, pare, qui a Firenze. Penso ai miei genitori morti prima dei cinquant’anni quando stringo mani e bacio guance. Siamo come dei reincarnati, ritorniamo dal lontano passato per vedere il nostro futuro qui presente: il mondo è cambiato, tanto. Quasi irriconoscibile (anche in positivo, certo) da quello della nostra giovinezza molto legata al fervore del dopoguerra, allo splendore del miracolo economico, al furore del sessant’otto.

Qui, oggi, ci stiamo riscaldando alla brace del fuoco acceso nella giovinezza.  Ritornerà l’ora dei fuochi?

Dopo la sosta del picnic offerto dal Comune è piacevole attraversare il centro diretti alle Murate dove ieri è stata inaugurata la mostra che durerà fino a metà dicembre: pannelli con foto e didascalie, video, filmini superotto del mai dimenticato maestro Luciano Gori, artista suicida, mille volte incontrato alle riunioni dei genitori, nelle gite con i bambini della scuola elementare Montagnola. Il suo nome oggi è quello della biblioteca comunale dell’Isolotto, seconda per numero di frequenze annuali qui in Firenze soltanto alla Biblioteca Nazionale (sì, hai capito bene).

In Santa Croce incrociamo i burattini in scala quasi naturale con due animatori forse slavi? I pavesi-tenda per l'arrivo della maratona di domani domenica 26 novembre. Mentre passiamo sotto il piedistallo che sorregge altissima la statua di Dante con la faccia da “Ahi serva Italia di dolore ostello - Godi Fiorenza poi che sei sì grande che per mare e per terra batti l’ale e per l’inferno tuo nome si spande

Faccio notare a Paola, a destra della facciata, dall’altra parte, il cortile col chiosco e la Cappella dei Pazzi: “Vedi, lì dentro c’era l’Ufficio dell’Inquisizione” demolito da Pietro Leopoldo nel 1782, troppo tardi per Tommaso Crudeli, mio compaesano casentinese, che lì fu condannato fino a morir di stenti a poco più di quarant’anni nella sua casa di Poppi. Sì perché tra 5 giorni ricorre l’anniversario della promulgazione dell’Editto del 30 novembre 1786 che, primo al mondo, aboliva la pena di morte e condannava alla fusione gli strumenti di tortura presenti nel Bargello, in via del Proconsolo.

Fiancheggiando S.Croce dalla parte sinistra della facciata percorriamo via S.Giuseppe, alla congiunzione con via delle casine leggiamo la targa ricordo di Elide, malata, che morì affogata dall’alluvione perché non si riuscì ad abbattere le sbarre della finestra della sua camera.. Pigliamo per via delle Casine, attraversiamo Via ghibellina ed ecco la lunga fiancata delle Murate. Sull’entrata un cartello piuttosto stinto ci ricorda che il nome venne dalle suore che prime vissero lì, murate dalla fede cristiana, dalla legge del maggiorasco, dalla condizione di inferiorità della donna: murate vive, monache rinchiuse. Sull'alra strada, via dell'Agnolo, dall’altra parte c’è l’ex carcere femminile di S.Verdiana. Già, santa Verdiana, di Castelfiorentino, raffigurata in un famoso quadro con a lato due serpenti: sono le due vipere con la quale convisse trentaquattro anni nella celletta edificata dai paesani in riva all’Elsa. Tantum religio potuit suadere malorum. Fa impressione vedere come la religione riesca a stravolgere il senso della vita reale e a dar forma accettabile e legittimazione alle più strane forme di emarginazione oppressione alienazione sado masochista: non quella delle Verdiane di tutti i tempi e luoghi, ma quella della gente comune che queste esigenze esprime e della casta sacerdotale che a queste esigenze e storture mentali dà legittimazione, garantendosi così il dominio delle coscienze… Sono andato fuori strada.


Ritorniamo dentro in piazza della Madonna della neve, cioè nel cortile interno delle ex carceri. Lì ci accoglie il caffè ristorante “Le Carceri” e sull’altro lato la sala vetrata della Mostra che verte – te lo ripeto - su “Le radici della partecipazione”, alias breve storia della Firenze del Novecento: belle epoque, guerra mondiale, settimana rossa, rivoluzione russa, società di mutuo soccorso, fascismo, olio di ricino e manganello, riguerra, 8 settembre, resistenza, sangue e stragi, dopoguerra, ridaccapo, mutuo soccorso, voto alle donne, portella della ginestra, cortei, scioperi, miracolo economico,lascia e raddoppia e la via Gluk, la P2, Brescia, Bologna, Moro-Kissinger, grecia colonnelli, cile pinochet, sudamerica Negroponte, campioni del mondo, l’alluvione, il sessantotto e il giocattolo s’è rotto, sto scherzando ma non troppo…ci vediamo il video nella saletta dall’acustica impossibile. Anche Paola è nel video, testimonial dell’Isolotto insieme a Gisella…


Storie di donne (mi collego, idealmente, alla campagna nazionale del fiocco bianco, di cui al salone dei 500 come detto sopra.  White Ribbon Campain rappresenta la più vasta azione al mondo condotta da uomini che operano per porre fine alla violenza degli uomini sulle donne)


Santa Verdiana

terziaria francescana. Reclusa a Castelfiorentino


Nata a Castelfiorentino intorno al 1180 da un ramo decaduto della nobile famiglia degli Attavanti... I suoi compaesani, già convinti della santità della giovane, pur di trattenerla vicino le edificarono una celletta presso l'oratorio di Sant'Antonio in riva all'Elsa. Qui Verdiana rimase reclusa per 34 anni, ricevendo da una fessura i Sacramenti e lo scarso cibo di cui si nutriva. ...L'adiacente museo conserva un'antica tavola di scuola senese che rappresenta la Santa con ai lati due serpenti. Si narra infatti che, per provare la sua fede e la sua virtù, due rettili immondi fossero penetrati nella celletta, rimanendovi a tormentare fino alla morte la devota reclusa.  (per l'intera storia vedi qui)


Le Murate

Nel 1424 il complesso, intitolato alla Santissima Annunziata e a Santa Caterina, accolse le monache di clausura cosiddette "murate" (o recluse volontarie), trasferitesi dalle cellette del ponte Rubaconte, poi ponte alle Grazie. Il cenobio venne ristrutturato e ampliato prima nel 1471, a seguito di un incendio, poi nel 1571, dopo un'alluvione.

 Soppresso nel 1808, il convento fu poi ristrutturato dall'architetto Domenico Giraldi nel 1845 ed usato come carcere fino agli anni '80. Fra i momenti più commoventi dell'alluvione di Firenze ci fu il salvataggio dei detenuti intrappolati nelle celle, che si prodigarono in ringraziamenti ai salvatori. Oggi ospita un ristorante, una zona residenziale e un parcheggio.

(Da wikipedia).

3 foto mie


Nota logistica

Le murate sono in fondo a via ghibellina che finisce sul viale Amendola, zona Piazza Beccaria, Bellariva. Si può entrare anche da via dell'Agnolo.

La mostra è aperta  dal 24 Novembre al 14 Dicembre 2006 dal Lunedì al Venerdì 10-12.30, 14.30-18.

1 commento:

  1. Anche se io faccio parte di quel 90% che non partecipa alla vita pubblica, Bravo!!! Sono d'accordo con te. Ornella

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