mercoledì 13 giugno 2007

Viaggio in Sicilia (III)

Appunti di Paola

I paesi del barocco dolce, cioè settecentesco dopo il terremoto del 1693. Noto, Ragusa, Comiso,  Palazzolo Acreide, Ferla, Vizzini, questi i paesi che abbiamo visitato. Questo barocco, tutto un po’ simile, ha dettagli interessanti: bei portali cariatidi strane e un po’ mostruose che sostengono  porte e balconi, fontane con animali e strani esseri intermedi tra l’umano e l’animalesco (rimpiango di non aver potuto vedere Villa Palagonia a Bagheria). Un mondo curioso e interessante scolpito  nella bella pietra locale color miele. Dispiace però la monumentalità magniloquente delle moltissime chiese, anche tre in una sola piazza. A Comiso una bella sorpresa: la fondazione Bufalino. Dentro la ricca biblioteca dello scrittore e  l’opera completa. A presentare il tutto un amico più giovane, molto preparato, assolutamente  all’altezza dell’eccezionalità dello scrittore. Ci ha un po’ commosso sentirne parlare, una persona  così fuori della tipologia del romanziere più o meno in cerca di notorietà. Per restare in tema di  scrittori è stata interessante anche la mostra dedicata al Verga, a Vizzini, in Palazzo Trao,  recentemente ampliata di due sale, quella del cinema e quella del teatro. La ragazza che guida, fa  del suo meglio, ma Verga è troppo alto per una ragazzina così giovane. La casa natale dello  scrittore è letteralmente cadente, ma qua ci fanno poco caso, infatti una discreta parte di questi  paesi, a cominciare da Ragusa, è fatiscente. Alcuni restauri sono stati possibili con i fondi  dell’Unesco, ma c’è ancora tanto da fare per ritirare su facciate  portali balconi disastrati. Abbiamo traversato il parco naturale di Pantalica, pieno di profumi di erbe e di rocce antiche. Ogni tanto la roccia appare “bucata” da tombe antichissime, piccole caverne scavate molti secoli prima di Cristo. Sono resti del passaggio di antiche popolazioni sicule anteriori di molto a tutte le civiltà che popolarono l’isola.

Stasera 6 giugno ho fatto la penultima passeggiata in questa bella piccola isola nell’isola grande.  Ortigia è anche lei barocca, ma con grazia e misura, anche lei decadente, ma piena di vita e di  gente che si ingegna con tanti piccoli lavori e negozi. Come i quattro giovani che presentano in via Giudecca l’opera dei pupi, una cosa garbata adatta ai piccini e non disdegnata dai grandi. Come il  giovanotto un po’ timido che gestisce un grazioso caffè con i tavolini ingentiliti dal lume di  candela, dove si ha l’impressione che non entri quasi nessuno. “Attenti a non spingere” ci ha detto  con un mezzo sorriso, mentre si entrava. Come il simpatico proprietario della trattoria La Foglia  che corre veloce fra un tavolino e l’altro nel suo affollato ristorante, addobbato con gusto e  fantasia, proponendo in modo spiritoso i piatti speciali e stuzzicanti preparati dalla moglie.  Particolarmente gradevoli il maccu di fave e gli involtini di vongole. Questo paese ha dei grossi mali che si sono radicati in profondo, facendo leva sulla miseria e  sull’ignoranza che l’accompagna. E’ un gran peccato perché l’indole di questa gente è cordiale e  affettuosa e viene incontro all’ospite che non si sente mai estraneo.


Narrativa siciliana presa in considerazione da Paola:

Gesualdo Bufalino, Diceria dell'untore, Sellerio 1981;

Vincenzo Consolo, Le pietre di Pantalica, Mondadori 1988;

Maria Messina; Pettini fini, Sellerio 1996;

Gianrico Carofiglio, Ad occhi chiusi, Sellerio 2003;

Santo Piazzese, Il soffio della valanga, Sellerio 2002.

1 commento:

  1. Paola non delude mai. Le ho scritto qualche giorno fa. Orni

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