L'incoscienza del mondo
Trieste, Piazza Hortis, maggio 2006. Paola incrocia Ettore Smidht mentre si sta dirigendo verso la Biblioteca-Museo, da cui lei è appena uscita.
Il tema d'italiano dato alla Maturità ha offerto l'occasione a tanti di ricordare questo triestino, mezzo italiano e mezzo svevo, vissuto a cavallo della prima guerra mondiale tra la sua fabbrica di vernici per uso marittimo - mi pare di ricordare - e la frequentazione letteraria con personaggi tipo James Joyce che faceva lezioni a lui per pagarsi vitto alloggio e scuola di canto per opera! A Svevo mi legano ricordi di scuola (relazione su di lui e le sue opere al concorso di abilitazione all'insegnamento..) e di paesaggio sentimentalmente partecipato (visita di 3 gioni a Trieste di pochi anni fa insieme a Paola. Vedi foto).
Scrittore moderno, anche, purtroppo, nel morire (incidente d'auto).
Faccio seguire qui una riflessione di Paola scritta allora e riportata in questo blog, in data maggio 2006, taggato Trieste.
Di Svevo non leggo da tempo le opere, ma, come non ho amato particolarmente i primi romanzi, così ho invece serbato un ricordo riconoscente alle opere mature: la Coscienza di Zeno e Storia del buon vecchio e della bella fanciulla. Che peccato quella sua morte accidentata e prematura e qui non penso certo solo allo scrittore, ma all’uomo che sapeva intrecciare riflessione profonda a ironia e cordialità di modi. I suoi furono davvero pensieri trasgressivi e nuovi nella cultura vacua e parolaia del dannunzianesimo e in parte anche del futurismo. E anche, anzi soprattutto, guerrafondaia. Quanto lontano il mondo di Svevo, proiettato nella ricerca della complessità e contraddittorietà interiore dell’uomo e consapevole del pericolo che incombeva su quell’umanità stravolta appena uscita da una guerra e in procinto di sprofondare in un’altra di dimensioni ancora più tragiche. (Paola)
E qui faccio seguire la pagina finale della "Coscienza di Zeno" - anno 1925,
senza commento ( ma con la sottolineatura di un punto che è un mio pallino-incubo):
Quando i gas velenosi nn basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' più ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un' esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.
La vita attuale è inquinata alle radici. L’uomo s’è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l’aria, ha impedito il libero spazio. Può avvenire di peggio. Il triste e attivo animale potrebbe scoprire e mettere al proprio servizio delle altre forze. V’è una minaccia di questo genere in aria. Ne seguirà una grande ricchezza…nel numero degli uomini.
Ogni metro quadrato sarà occupato da un uomo. Chi ci guarirà dalla mancanza di aria e di spazio? Solamente al pensarci soffoco!
Ma l’occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l’ordigno non ha più nessuna relazione con l’arto. Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono
della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione naturale. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: Sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati
Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo.
Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.
Se ne hai voglia e curiosità leggi una bella parafrasi di Borsellino
Questi sono gli articoletti del tuo blog che mi piacciono di più.Non è solo forma, ma vi è un contenuto di notevole profondità. Orni
RispondiEliminaIn coecorum regno monoculus rex.
RispondiEliminaRaggiungo Paola a Cupra e le porto la tua lettera.