domenica 3 gennaio 2010

Il mio credo sulla vita e la morte

Alla Federazione mondiale per il diritto di morire con dignità (WFRTDS)



Ho vissuto la vita secondo il mio credo.



Il mio morire sarà lo stesso. Io deciderò quando, dove, e come morirò. Nessuno, non il governo, non i medici, e certamente non la gerarchia cattolica romana mi condizionerà o prenderà decisioni per me.



La libertà è il potere di agire o parlare o pensare senza imposizioni esterne. La libertà negli Stati Uniti dell'America è il nostro diritto di nascita. La libertà non è un regalo. La libertà è un diritto che è stato conquistato con la morte di milioni di persone in tante guerre.



Io sostengo il diritto alla autodeterminazione della persona senza coercizioni, il diritto di fare scelte ed essere responsabile per le scelte fatte.



Grazie per il lavoro meraviglioso che state facendo per tenere informate le persone.



Neta Kolasa, Boca Raton, Florida



(dalla newsletter di Libera Uscita)

Aggiornamento del 4 gennaio: (email di Libera Uscita)

La massima parte degli umani hanno paura e spesso terrore della Morte. Anche il semplice evocare il  Suo nome genera sconforto e reazioni incomprensibili. Per combattere questa sindrome bisognerebbe parlarne tranquillamente senza alcuna apprensione avendo presente che è un evento naturale.

Giova ricordare che la Morte è già vicina a noi dall'istante della  nascita. Questo aspetto è importante per averne il massimo  rispetto, sforzandoci di non sfidarla.

Forse negli umani, nonostante tutte le architetture e disegni sull'aldilà, con premi o pene che ci attenderebbero, rimane comunque lo sgomento e spavento della partenza.

Io sono un grande amante degli animali e dei cani in particolare. Recentemente due maschi, uno con un tumore al polmone e l'altro ai reni, sono morti. Ambedue hanno vissuto il decorso  della loro realtà di ammalati quasi in una muta coscienza che il loro destino era segnato. Solo il giorno delle loro rispettive morti hanno dato un segno tangibile e consapevole che la loro sorte era vicina. Li ho visti cercare un posto protetto e riservato per attendere la loro Morte. Tentavano, cosi, senza apparenti e particolari segni di turbamento, unicamente quell’intimità e riserbo necessari ad un convegno cosi importante e decisivo.

Vorrei essere anch’io nelle condizioni di seguire e dare dignità ai miei ultimi giorni. Qualora mi fosse diagnosticata una patologia insanabile rifiuterei di ricorrere ad inutili cure ed una lotta impari conto un evento ineluttabile. Auspicherei di non essere di peso, condizionare e  rattristare i miei cari.

Se ciò non sarà realizzabile aspiro, io stesso, a decidere i tempi ed andare al convegno con la Morte rendendo l’appuntamento ed abbraccio più spedito e sereno.

Molti ritengono questo proposito da codardi e vigliacchi. Io, personalmente, lo considero un atto di grande consapevolezza e coraggio.

Luigi Maria Biondi

Nessun commento:

Posta un commento