il quotidiano "IL Riformista" ha pubblicato ieri, 28 maggio, la seguente "Lettera al Direttore", scritta dalla ns. Presidente nazionale prof.ssa Maria Laura Cattinari.
Al Direttore Emanuele Macaluso e alla collega Graziella Falconi il ringraziamento dell'intera associazione.
Giampietro Sestini
TESTAMENTO BIOLOGICO: QUEL TESTO CHE LIMITA LA LIBERTÀ SUL PROPRIO CORPO
Caro Direttore,
nei prossimi giorni è previsto il voto a Montecitorio sul ddl Calabrò, un disegno di legge che un autorevole giurista come Stefano Rodotà ha definito «ideologico, autoritario, menzognero, sgrammaticato e soprattutto incostituzionale».
Infatti con tale ddl le dichiarazioni anticipate di trattamento non saranno vincolanti per il medico, ma semplici desiderata dei pazienti e I'alimentazione e I'idratazione forzata saranno obbligatarie per tutti.
Una legge che né i medici né le società scientifiche in campo medico, né la stragrande maggioranza degli italiani vogliono.
Una legge che, se sarà approvata, obbligherà i medici a praticare terapie anche contro l'esplicita volontà dei loro assistiti, obbligandoli a vivere in uno stato di incoscienza, attaccati ad un sondino di Stato che avrebbero potuto rifiutare.
Tutto questo in nome della difesa della vita, del rispetto della dignità della persona e dell'alleanza terapeutica!
Una legge che ci farà scivolare ancor di più fuori dall'Europa dove, ad eccezione di Grecia e Portogallo, sulle cure di fine vita la scelta è nelle mani di ogni singola persona che questo diritto intenda esercitare.
Occorreva invece una legge che indicasse regole più semplici e meno onerose per il singolo e per la collettività a garanzia della volontà della persona e a tutela dei medici che quella volontà vogliono rispettare, una legge per poter esercitare questo diritto costituzionale senza dover ricorrere ai tribunali.
Se il Parlamento dovesse approvare la legge Calabrò, la società civile, che si è già attivata per istituire i registri comunali dei testamenti biologici, saprà reagire per modificarla attraverso il ricorso alla Corte Costituzionale, così come già ottenuto per la legge 40, oppure abrogarla ricorrendo al referendum.
A questo punto, come sostiene Veronesi, meglio nessuna legge che una cattiva legge.
Maria Laura Cattinari
Presidente LiberaUscita
Associazione nazionale laica e apartitica per il diritto di morire con dignità
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