mercoledì 22 dicembre 2004

Barbabianca ci sarà
Ma non ci sarà Beppe Dati: alle ore 19,30 del 24 dic. ha telefonato che gli è nato il bambino. A mezzanotte Beppe sarà occupato a cantare l'ultima sua canzone: ninna nanna a Gesù Datino. Auguri.


Veglia di Natale in piazza Isolotto
Vincere la paura nel segno della vita che nasce: questo il tema si cui si svolgerà la Veglia di Natale in piazza Isolotto, in continuità ideale con la festa della Toscana.


Non solo parole. Poesia, musica, canto e una pluralità di simboli.


Un olivo, via via che intorno si svolgeranno girotondi, diverrà "l’albero dei bambini" coprendosi di immagini di bambini e bambine del mondo abbinate a scritte che testimoniano la loro condizione reale, le violenze e le paure che sono scaricate sui bambini, i loro diritti e le attenzioni positive.


Un grande fuoco incenerirà angosce e paure. Sarà solo un augurio e un impegno che ci scambiamo con un gesto simbolico. Abbiamo bisogno anche di questi momenti: non sono gesti vuoti, i simboli sono già un inizio.


Il cantautore Beppe Dati offrirà la sua testimonianza sul tema della Veglia con due canzoni: "L’amore" composta per i bambini dell’ospedale Meyer e "Natale aeronautico" per tutti i bambini che come Gesù nascono nei luoghi della emarginazione.


Ci saranno significative testimonianze di esperienze concrete provenienti da varie religioni e culture e la condivisione dei simboli della eucaristia nella memoria di Gesù.


La Veglia avrà inizio alle ore 22,30 del 24 dicembre. Se in piazza Isolotto si rendesse "impossibile" vegliare a causa di un clima particolarmente inclemente ci rifugeremo anche noi in una "grotta" vicina alla piazza, cioè alle "Baracche" in via degli Aceri 1.

Questo Natale 2004 fra paura e speranza.
Il nostro tempo è gravato dal senso di paura in modo particolarmente invadente. I motivi sono tanti. Fra tutti emerge il terrorismo, la guerra infinita, lo scontro di civiltà, l'immigrazione, l'incertezza del futuro, lo stravolgimento della natura. E tutto questo amplificato dalla strumentalizzazione che ne fanno i poteri che dominano il mondo. I quali tentano di annegare nella paura ogni nostra ricerca di speranza e di cambiamento.


Ma più pressante è la paura più esplode in noi il bisogno di speranza.


E il Natale acquista un significato di notevole attualità.


Natale come festa della vita che nasce, festa della forza vitale che perennemente risorge, festa del bambino e della bambina, raggio di una speranza che non muore, radice di una speranza capace di vincere il dominio della paura. Il Natale festa della nascita di Gesù, bambino fra i bambini, speranza fra le speranze, storia di salvezza fra le storie di salvezza.


Questo vedere la nascita e la vita di Gesù e del cristianesimo delle origini inseriti con tutta la loro originalità nella pluralità dei movimenti storici di speranza, di salvazione e liberazione non è affatto un declassamento. E' invece una enorme valorizzazione.


Lo si capisce ancor meglio oggi in questa cultura della globalizzazione che ha come risvolto positivo il senso della intercultura: tanto più "si è" quanto più si riesce ad "essere insieme agli altri", ai diversi da noi. Non è solo tolleranza o rispetto degli "altri". E' molto di più e di diverso. E' "divenire insieme", "trasformarsi insieme" su un piano di parità. E’ cultura della nonviolenza.


E così viviamo questa veglia così viviamo questa veglia in piazza Isolotto in spirito di accoglienza verso la vita che nasce e come impegno per i diritti dei bambini in tutto il mondo La Comunità dell’Isolotto
Firenze Natale 2004

Le parole delle canzoni di Beppe Dati:


NATALE AERONAUTICO


Giuseppe non aveva mai visto un aeroplano
E aveva paura di perdere i biglietti
Maria si reggeva il pancione con una mano
Nell’altro stringeva una guida e dei fumetti.
Era una sera di grandi partenze all’aeroporto
Circondati di folla, bagagli e mille luci
Nessuno era venuto a portargli un po’di conforto
Ad augurargli buon viaggio nemmeno i loro amici.
Convinti di partire per chissà quale Eldorado
L’aereo urlando prese la rincorsa
Poi s’arrampicò nel cielo come un leggendario drago
Soffiando un fuoco giallo, rosso e nero
A sfida in faccia all’ORSA


Maria serena ascoltava muoversi il bambino
Lontana ormai dalla follia di Erode
Era orgogliosa di regalare un altro destino
A questo figlio d’amore e di una ingenua fede.
La gente intanto confusa dal fuso orario
Dormiva ignorando che avevano cambiato meta
Da quando se erano sganciati dal radio faro
E il pilota sognando seguiva una cometa
All’improvviso si spensero i motori e anche le luci
E l’aereo cominciò a precipitare
Ma mille angeli cantando l’afferrarono veloci
E come un paradisiaco aquilone lo fecero atterrare
Lo fecero atterrare….lo fecero atterrare….


Scesero tutti sani e salvi in mezzo alla campagna
Tra i fuochi dei pastori spaventati
San Giuseppe prese la sua Vergine compagna
L’asino e il bue che li avevano aspettati
E con loro si avviarono verso una capanna
Le donne portarono l’acqua e una lanterna
Poi si misero a cantare una dolce ninna nanna
Per un Dio appena nato nella notte materna!


Tutto quello che sappiamo degli altri viaggiatori
È che si ritrovarono inconsapevolmente
A bordo fra belle hostess, caffè e liquori
Mentre l’aereo volava verso l’Occidente
Nessuno si ricorda più di quella notte strana
Ma nei loro sogni a volta capita una stella
Vorrebbero afferrarla ma nel buio si allontana
Come una lucciola…una buona novella.



L’Amore


Non date retta a chi non ha pazienza
L’amore è come quella tartaruga
Che senza fretta copre la distanza
Fra il desiderio e un pezzo di lattuga
Guardatevi da chi non ha fiducia
L’amore è un uccellino sulla neve
Che cerca in quel deserto qualche bricia
E il sole di una pozza intanto beve
Non ascoltate i miseri discorsi
Che fabbrica di solito la gente
L’amore non ha dubbi né rimorsi
Dà sempre tutto e non si aspetta niente



L’amore l’amore l’amore
È quella luna sopra il davanzale
La bianca infermiera del cuore
Che coccola i bambini in ospedale
L’amore è una calda minestra
Che scioglie quell’inverno di lenzuola
L’amore è una fata-maestra
Che ha dato a noi bambini questa scuola



Non date retta a chi non ha speranza
L’amore è come un cane abbandonato
Che “ sente “ il suo padrone in lontananza
E corre già da lui a perdifiato
Guardatevi da chiunque è insoddisfatto
L’amore è un gatto che nella tristezza


All’improvviso salta sopra il letto
E con una zampina vi accarezza
Non ascoltate il coro dei delusi
Arresi ormai ad un mondo indifferente
L’amore non conosce malintesi
Regala tutto e non si aspetta niente.


L’amore l’amore l’amore
È un sole che si appoggia sul guanciale
È un babbo Natale-Dottore
Che visita i bambini in ospedale
L’amore è un enorme finestra
E per aprirla basta una parola
L’amore è una mamma-maestra
Che ha dato a noi bambini questa scuola



L’amore l’amore l’amore
L’amore l’amore l’amore


L’amore è quell’angelo di carta pesta
Che vola sopra un fiume di stagnola
Per chi è in ospedale è una festa
Un vento che accarezza e ti consola
L’amore è una brava maestra
Che semina l’amore in ogni scuola.


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