giovedì 30 dicembre 2004

Rassegnata stampa


Vaniloquio
Dio è buono e ci accoglie, non importa il rito funebre
La morte è stata identica per decine di migliaia di esseri
umani, rendendoli uguali anche nel rapporto rituale con il
loro Dio: cristiani, musulmani, induisti, buddhisti, ebrei.
Quei corpi lasciano la terra a caso: fosse comuni, roghi
improvvisati. Nessuna differenza di tradizioni secolari. Di
fronte a una distruzione così indistinta, svaniscono
ostilità antiche quanto le fedi: gli induisti sono sepolti
accanto ai buddhisti, i cristiani sono bruciati con i
musulmani. Per chi crede tutto questo può significare
terrore ancestrale di offendere Dio. Ma la catastrofe
cambia tutto. E quello stesso Dio così esigente può
apparire buono, comprensivo.
[Paolo Conti - Corriere della Sera]


Sproloquio (Chi parla per coprire qualcosa d'altro)
L'orrore nell'epoca della sua riproducibilità
Quaranta mesi: dall'11 settembre 2001 al 26 dicembre 2004.
Dalle torri gemelle allo tsunami. In mezzo, le
decapitazioni, le autobomba, Beslan. Tutte cose che abbiamo
visto. Fino a pochi anni fa i media ci pensavano dieci volte
prima di mostrare un corpo senza vita
. In queste ore,
cataste di morti ci aspettano all'edicola; cadaveri
allineati come pupazzi aprono i telegiornali. Manca la
morte alla radio: arriverà. Cambia il senso del pudore; era
inevitabile, forse, che cambiasse il senso dell'orrore. L'ho
scritto dopo le giornate di Beslan: bisogna guardare il
mostro negli occhi. Mi chiedo però se al mostro non stiamo
facendo l'abitudine.
[Beppe Severgnini - Corriere della Sera]


Nota l'esemplificazione: le decapitazioni, le auto bomba, Beslan: giornalismo arruolato, embedded.
Qui si coprono i morti ammazzati in Iraq e Palestina: chi mandava le foto non c'è più: Enzo Baldoni, i 2 giornalisti francesi, un Ponte per Bagdad, le Ong, i volontari...insomma tutti quelli che si opponevano a questo Tsunami antropoide: via libera al Negroponte.Te lo immagini - ora che tutta la terra è costretta a guardare all'Oceano Indiano - che pacchia per le Intelligence, in questo momento: lo tsunami che ha coperto isole e continenti, ora serve a coprire torture, eliminazioni mirate, imprese sporche, colpi di mano, finanziarie dell'ultimo giorno. Si riposano per qualche ora gli 00killing di Runsfeld, l'Esercito Islamico di Liberazione, il Mossad e prendono respiro anche gli androidi spediti da Putin in Cecenia.
E' sempre la favola del pescatore che pesca nel torpido. E la Natura matrigna è entrata nel gioco. Rileggiamo il messaggio che ci viene dal Giacomo Leopardi della Ginestra: è il messaggio di un (quasi) disperato che si sforza di individuare una via d'uscita che vada oltre il vaniloquio e lo sproloquio.


 Questo pezzo trovato nella mia email denuncia l'ipocrisia dei mass media statunitensi che fanno piangere in questi momenti tutta l'America con l'abbondanza dei servizi, le storie grandi e piccole, le sofferenze, gli atti di altruismo e tutto quanto. Gli stessi mezzi di comunicazione Left uncovered this past year was the massive disaster that has befell Iraqi civilians. Over 100,000 civilians have died since the beginning of the US invasion and hundreds of thousands more are homeless and weakened,... non hanno degnato di una parola durante tutto quest'anno ormai passato l'incommensurabile disastro che si è abbattuto sui civili iracheni. Più di 100.000 civili sono morti da quando è cominciata l'invasione americana e centinaia di migliaia inoltre sono rimsti senza casa e senza mezzi di sussisstenza,...



The US corporate media coverage of the Indian Ocean tsunami disaster, for most Americans, was shocking, and emotional. Empathic Americans, with the knowledge that a terrible natural disaster of huge significant to hundreds of thousands people had occurred, wanted to help in any way they could. Church groups held prayer sessions for the victims, and the Red Cross received an upsurge of donations.


The US corporate media coverage of the tsunami disaster exposes a huge hypocrisy in the US press. Left uncovered this past year was the massive disaster that has befell Iraqi civilians. Over 100,000 civilians have died since the beginning of the US invasion and hundreds of thousands more are homeless and weakened. In late October 2004 the British Lancet medical journal published a scientific survey of households in Iraq that calculated over 100,000 civilians, mostly women and children, have died from war related causes. The study, formulated and conducted by researchers at the Bloomberg School of Public Health at the Johns Hopkins University and the College of Medicine at Al Mustansiriya University in Baghdad, involved a complex process of sampling households across Iraq to compare the numbers and causes of deaths before and after the invasion in March 2003. The mortality rate in these families worked out to 5 per 1,000 before the invasion and 12.3 per 1,000 after the invasion. Extrapolate the latter figure to the 22 million population of Iraq, and you end up with 100,000 total civilian deaths. The most common cause of death was aerial bombing followed by strokes and heart attacks. Recent civilian deaths in Fallujah would undoubtedly add significantly to the total


Corporate Media Ignores US Hypocrisy on War Crimes
By Peter Phillips
http://www.projectcensored.org/

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