venerdì 17 giugno 2005

Lo skipper Gianpietro

da bordo della mailinglist di Libera Uscita


Risultati dell'autopsia di Terri Schiavo


Si riporta l'articolo sui risultati dell'autopsia di Terri Schiavo, inviato da Wasghinton da Vittorio Zucconi e pubblicato su "la Repubblica" di ieri, 16 giugno.

L'autopsia ha confermato quello che la scienza aveva già dimostrato ma che la fede aveva pregiudizialmente ignorato: Terri Schiavo era morta, ridotta a un vegetale, il suo cervello non esisteva più, non poteva nè vedere nè udire nè parlare nè sentire dolore. Eppure, per far cessare la sua inutile e disumana tortura la legge è dovuta ricorrere ad un altro mezzo disumano: l'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione forzata. In un paese civile, i casi come quelli di Terri Schiavo (e della nostra Eluana) dovrebbero essere medicalmente assistiti ed accompagnati ad un fine rapida e senza spettacoli mediatici, come esse avrebbero voluto. Purtroppo, l'ossessione  del "peccato", della "vita ad ogni costo", della "volontà di Dio",  finiscono per prevalere, in America come in Italia, sulla ragione, sul libero arbitrio e - peggio ancora - sulla pietà. 

Cordiali saluti.

Giampietro Sestini

 

Pubbliche le conclusioni dei medici: "Non poteva tornare a vita cosciente" - Bush: non cambio idea - "Terri non poteva guarire il suo cervello si era spento" - La verità dell´autopsia sulla donna che ha diviso gli Usa - Il referto: "Il suo corpo non presenta tracce di lesioni esterne o interne" - Sarebbe scivolata comunque verso la propria fine biologica come tanti altri


 


di VITTORIO ZUCCONI – da “la Repubblica” del 16.6.2005


WASHINGTON - Il calvario di Terri Schindler Schiavo è forse arrivato alla fine e almeno i suoi resti potranno riposare, e soprattutto far riposare noi, nella certezza del suo stato vegetativo irreversibile.


Come i quaranta giudici che avevano esaminato il suo caso avevano già concluso, così la prova finale dell´autopsia finalmente pubblica ha detto che Terri era in morte cerebrale, che il suo cervello aveva subito devastazioni «massicce e irreversibili» e persino quelle sequenze strazianti dei suoi occhi che sembravano seguire il volto della madre erano un´illusione, puro riflesso. Perché Terri era ormai «cieca», i centri cerebrali della vista distrutti.

Ora si può sperare, senza illudersi, che il caso di questa disgraziata donna uccisa tre volte, abbattuta una prima volta quindici anni or sono da un collasso cardiocircolatorio che tagliò ossigeno al suo cervello, poi biologicamente uccisa per "disidratazione" il 31 marzo scorso e oggi certificata in morte cerebrale sul tavolo dell´autopsia, si chiuda, risparmiando alla sua memoria le offese delle speculazioni politiche e del sensazionalismo da tabloid. L´autopsia condotta dal medical examiner con la consulenza di specialisti e l´ausilio di 270 immagini, campioni e vetrini prelevati dal suo corpo, non porta sospetti di parte, non aveva tesi da difendere né ideologie da sventolare, ma soltanto constatazioni obbiettive da condurre.

E il suo esito non conferma soltanto quello che tutti gli altri medici avevano concluso prima del 31 marzo, che Terri non era più «in alcun modo recuperabile a una vita cosciente», come scrive secco il referto, ma che le accuse di sevizie e di maltrattamenti lanciate contro il marito Michael erano infondate. «Il corpo della signora Schiavo - scrive il referto autoptico dell´examiner ufficiale, il dottor John Thogmartin - non presenta tracce di lesioni esterne o interne» né segni di «sostanze tossiche che possano avere provocato la sua crisi cardiaca o il deterioramento del suo stato».


Rimangono, e rimarranno fino a quando i campioni delle guerre culturali e di religione intenderanno riesumarla come simbolo, i dubbi su che cosa provocò il collasso nel 1990 di una giovane sposa di 26 anni e i brividi che in tutti ha provocato il modo della morte, così apparentemente disumano, per sottrazione della sonda che la alimentava. Chi si rassegnò, come i giudici di vario ordine e di diverse convinzioni politiche e morali, alla sua fine, potrà trovare qualche modesta consolazione nel pensiero che l´esistenza di Terri era ormai incosciente e nessuna speranza di recupero esisteva. Chi la eresse a simbolo di una battaglia per difendere la vita a ogni costo, nel nome di principi trascendenti, non si rassegnerà alla logica umana e dunque relativa della legge sopra l´assolutismo della Fede.

Terri Schindler, sposata Schiavo, sarebbe scivolata verso la propria fine biologica, come scivolano nel silenzio dei media e dei crociati contro la morte migliaia di altre Terri che ogni giorno, in ogni ospedale del mondo, vengono lasciate per pietà, per mancanza di fondi, per scelte sussurrate o implicite di parenti e sanitari, se la donna non fosse divenuta un perfetto emblema per condurre, sinceramente o cinicamente, la "guerra dei valori" che il revival ideologico-religioso in atto in Occidente sta cavalcando. Quando la resistenza offerta da Jeb Bush, il governatore della Florida, si esaurì per mancanza di altri strumenti legali, essendo escluse ipotesi idiota di blitz militari per strapparla all´ospizio dove languiva, fu il fratello Presidente, George W., a montare sul cavallo della "guerra culturale" e ottenere dal Congresso una legge d´emergenza per riaprire i ricorsi.


Ieri il presidente ha fatto ripetere dai suoi portavoce «io non cambio idea, rimango con la famiglia»: quella di allora fu una legge inutile e puramente dimostrativa che Bush firmò con voluta spettacolarità interrompendo le ferie texane. Ma anche la corte d´appello federale, l´ennesima istanza giudiziaria alla quale arrivò il caso grazie a Bush, diede ragione a Michael il marito e ai tribunali inferiori, autorizzando la fine. La Corte Suprema, dove pure cinque dei nove giudici avevano portato Bush alla Casa Bianca nel 2001, rifiutò di esaminare il caso, segno che non videro nulla che giustificasse il loro intervento.


Ma la guerra tra la legge, dalla parte del marito che chiedeva di porre fine all´alimentazione forzata di una donna «irreversibilmente» morta nello spirito, e la croce, impugnata dai genitori di Terri per difendere quello che restava della figlia, non si fermò davanti alle 40 sentenze, come ha calcolato la Associated Press, né davanti alle diagnosi dei neurologi. Processioni di sacerdoti veri e di bizzarri frati improvvisati, di fedeli sinceri e di speculatori da talk show serale si raccolsero attorno al cronicario di Pinella County, in Florida, per strapparsi la loro libbra di Terri e venderla sul mercato dell´audience e delle tirature. Bambini furono inviati come cresimandi, con ampolle d´acqua per dissetare Terri che impiegò dieci giorni per morire di disidratazione, nonostante i medici e oggi l´autopsia in maniera definitiva, spiegassero che lei non sarebbe stata in grado di deglutire e quindi di reidratarsi.


La disumanità di quell´agonia toccava anche i cuori più duri, induceva a chiedersi perché, quale senso avesse quella morte biologica, cercando nella malvagità del marito, Michael, ansioso di risposarsi con la donna che gli aveva nel frattempo dato due figli, la sola spiegazione logica e mostruosa. Brevi video sequenze di Terri con gli occhi vuoti e una smorfia simile a un sorriso che sembrava implorare pietà dalla mamma giravano su ogni teleschermo del mondo, ripetute dai cacciatori di lacrime.


Ora, con il referto del dottor Thogmartin, la scienza ha detto quello che la scienza può dire, ma neppure la gelida verità di un´autopsia potrà consolare suo padre e sua madre, che in quelle visite ai resti della figlia trovavano il tepore confortante della routine del parente in ospedale. Né potrà calmare le ansie di coloro che il barcollare a tentoni della ricerca ai due estremi dell´esistenza umana, tra embrioni ed eutanasia, si rifugiano, smarriti come tutti siamo, nel tabernacolo del Mistero.

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