venerdì 30 giugno 2006

Processo a Dante (I)


         

Il Libro del Chiodo, cioè "Libro delle condanne delle famiglie ribelli del Comune di Firenze dal 1302 al 1379, detto del Chiodo" (Archivio di Stato di Firenze)


Dramma in due atti più conclusione ed epilogo


Personaggi
Araldo
Narratore
Dante
Ella noyes
Gherardesca


Immagini e suoni
Base musicale
Immagini proiettate sullo sfondo.


Primo atto


La condanna
Prima scena
Entra l'araldo e legge le due sentenze (squilli di tromba)



In nome di Dio, amen.
Io Messer Cante dei Gabrielli da Gubbio, onorevole Potestà della Città di Firenze … nell’anno del Signore 1302, al tempo del Santissimo Padre Papa Bonifazio VIII…
OMIS SIS
Essendomi  venuto alle  orecchie sulla base di pubbliche dicerie che
Dante Alighieri, durante il tempo del suo Priorato o dopo,
1 - aveva commesso per sé o per altri Baratterie, illeciti lucri, inique estorsioni in denaro  o altre cose
2 – che lui o chi per lui aveva ricevuto denaro o altra utilità per far eleggere Priori o Gonfalonieri, ufficiali di distretto, per stanziamenti a favore di rettori e ufficiali del comune di Firenze;
3 – che aveva commesso frodi e baratterie di denaro o cose in danno del Comune di Firenze;
4 – che aveva fatto spendere denari contro il Sommo Pontefice e per impedire la venuta di re Carlo D’Angiò;
5 – che aveva commesso  o fatto commettere frode, falsità, dolo, malizia, baratteria e grave estorsione e aveva operato per dividere la città di Pistoia causando l’espulsione da detta città dei Neri fedeli alla Chiesa Romana, staccandola dall’alleanza con Firenze, dalla soggezione alla Chiesa romana e a re Carlo, paciaro in Toscana;
ordino che detto messer Dante, insieme a Palmerio, Orlanduccio e Lippo,…
venga multato di 5.000 fiorini piccoli, che restituisca quello che ha illegittimamente estorto.
Se non obbedisca alla condanna entro il terzo giorno da oggi
che tutti i suoi beni siano confiscati, devastati e distrutti; e devastati e distrutti restino di proprietà comunale; che, anche se pagante, resti fuori della provincia di Toscana a confino per due anni; che sia escluso per sempre dai pubblici uffici come falsario e barattiere, che paghi la condanna o no.
Tale è la nostra sentenza di condanna.
Narratore sentenza del 27 gennaio 1302


 – quaranta giorni dopo:



In nome di Dio, amen.
noi Cante, predetto Podestà, diamo e proferiamo la sotto indicata condanna contro Dante Allighieri
a seguito della inquisizione del nostro ufficio e della nostra Curia per il fatto pervenuto alle orecchie nostre e della stessa nostra Corte « fama publica referente », in base alle pubbliche dicerie;
omissis
…che se il predetto in qualsiasi tempo cadrà in potere del detto comune, sia bruciato col fuoco finché muoia.
Narratore: sentenza del 10 marzo 1302.
L’araldo si ritira
(continua)
Nota: Così comincia la riduzione teatrale del mio fascicolo intitolato "Ivi è Romena", Luglio 2005, Grafica Casentinese, Bibbiena.
E' un processo molto attuale, a quanto sembra. Un processo "Mani pulite" alla rovescia. Il vincitore che attribuisce al  vinto i propri misfatti. Nihil sub sole novi: Stati Uniti-Iraq, Israele-Palestina, Servizi segreti -opposizione, governi terroristi-cittadini terrorizzati,  governi ladri-cittadini-derubati... oggi sintetizzato in lotta al terrorismo.
Il testo l'ho stampato in poche decine di copie. Resto in attesa di un gruppo teatrale che si offra di rappresentarlo. Ma occorre un finanziatore. Intendo continuare a pubblicarlo qui, poco alla volta.
Riferimenti danteschi su questo blog qui. 

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