Icaro sulle ali di Internet
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
Internet tra le stelle, la Rete alla conquista dello spazio
A Internet il pianeta Terra non basta più. Il suo utilizzo è richiesto altrove. Nello spazio. Vinton Cerf, che agli inizi degli anni Settanta insieme a Robert Kahn inventò il protocollo TCP/IP, vale a dire le regole standard di comunicazione tra un computer e l’altro, sta lavorando a un ambizioso progetto denominato Interplanetary Internet (IPN). L’obiettivo è rendere utilizzabile lo scambio informazioni attraverso la rete telematica nello spazio, nella stessa maniera di quanto è stato realizzato sulla Terra, in modo da creare un network per comunicazioni tra pianeti, sonde, satelliti, basi spaziali, navicelle automatizzate e veicoli dotati di equipaggio. Ma esiste un problema: il TCP/IP non è adattabile per lo spazio e quindi c’è bisogno di un nuovo protocollo di comunicazione (o più di uno).
Lo scoglio principale, infatti, è costituito dai tempi di trasferimento dei dati su distanze siderali: i ritardi possono essere lunghi ore. La stessa luce, che viaggia a 300.000 km al secondo, ne impiega oltre uno per raggiungere la Luna, quasi sei per Marte e nove per arrivare al Sole, per non parlare dei quattro anni necessari per toccare la stella successiva.
“Al Jet Propulsion Laboratory della Nasa – spiega Cerf in un’intervista a la Repubblica – abbiamo sviluppato alcuni protocolli che sono già in uso su quattro orbiter intorno a Marte e funzionano egregiamente per comunicare dalla superficie di quel pianeta alla Terra”.
Quello che è considerato uno dei padri di Internet, e che si è già guadagnato un posto nella Hall of Fame degli inventori sempre affiancato dal collega Kahn, sostiene che entro una trentina d’anni avremo un impellente bisogno di un sistema di comunicazione in grado di connettere il nostro pianeta con i robot e gli astronauti in missione verso la Luna, Marte (lo sbarco di esseri umani sul pianeta rosso è programmato per il 2035) e altri corpi celesti. L’esplorazione dello spazio, infatti, dovrebbe conoscere una notevole intensificazione e nella seconda metà del XXI secolo potremmo ssistere a una vera e propria colonizzazione dello spazio: questo richiederà l’invio e la ricezione di informazioni verso destinazioni remote.
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