Viaggio a Creta (XI)
domenica 3 settembre
Il mercante di Venezia e i contadini di Lasithi
La strada da Gortina all'altopiano di Lasithi è lunga e tortuosa. Non saremmo arrivati in tempo per cercare un albergo in zona se le strade non fossero state nel frattempo - ultimi due/tre anni - asfaltate e fornite di segnaletica (Lasithi Park). Per i ciclisti di oggi è dura raggiungere l'altopiano da qualsiasi parte si rifacciano. Ma una volta arrivati l'anello si distende in pianura all'altezza di 900 metri. Visto dall'alto sembra un enorme cratere vulcanico riempito di terra, liscio come un lago. Su questo lago di terra fertile come un'oasi separata dal resto del mondo hanno vissuto fin dai tempi minoici pastori e contadini. Tra pecore, peri meli mandorli e, poi, patate, ottime come tutte le patate d'altezza (v. Cetica in Casentino). Ma un bel giorno arrivò fin lassù il Mercante di Venezia, mentre Marco Polo faceva fortuna in Cina. Più o meno. Il mercante si comportò da padrone: requisì le derrate stabilendone il prezzo, come la United Fruit oggi in sudamerica. Il contadino si ribellò, si asserragliò, combattè, fu sconfitto. L'altopiano, mi dice la Guida Lonely Planet, rimase disabitato per 200 anni. Le montagne circostanti d'inverno si riempivano di neve, a primavera la neve si scioglieva e riempiva d'acqua il bacino come una grande risaia. nacque una foresta dicca e rigogliosa. Il mercante giù a valle si era moltiplicato ed ebbe bisogno di un supplemento alimentare. Si ricordò di Lasithi, lo ripopolò, fece 20000 profondi buchi (ventimila) dai quali 20000 giganti donchisciotteschi tiravano su acqua a non finire. Di questi 20000 mulini a vento ne rimangono 5000. Ma non fanno più paura a D.Chisciotte perché hanno perso le penne e stanno lì fermi e scheletriti come spero i nostri posteri vedranno fermi e scheletriti i pozzi di petrolio del Texas. I contadini di oggi hanno fatto salsicce col vecchio asinello e viaggiano con furgoni pick up giapponesi e sudcoreani. In questi giorni c'è la raccolta delle patate, insieme a pomodori, meloni, cipolle, zucchine (amare!), peperoni, mele e quant'altro. L'uva l'abbiamo trovata lungo i versanti collinosi che dal livello del mare ci hanno via via issato ai 900 metri attuali. Uva piccola e dolce, buccia dura. A Tzermiado, primo paese dell'anello, fa freddo. E' con una sensazione di piacere che indosso calzoni lunghi, scarpe e calzini, golf. Sulla porta dell'albergo, alla mano, c'è il logo di Avventure nel Mondo. Ricordo di un gran bel giro in Vietnam, sud e nord, una decina d'anni fa.
Il giorno dopo. domenica 3 settembre, facciamo il giro dell'altopiano. Delusione, tutta stupidamente turistica, dei mulini senza vento, scheletri intristiti invidiosi delle centraline elettriche che li hanno resi inutili brutti e insignificanti. Ma che solchi di patate lì dissotterrate in attesa delle cassette che arrivano vuote e ripartono piene sui pick up toyota, Nissan, Mitsubishi, spiacenti niente Fiat. Snobbiamo la capanna di Betlemme, la grotta Dicteon Andro, detta anche Psihrò, sulle cartine. una vera grotta stalatito-stalagmitica dove fu tenuto il piccolo Giove per tutto il tempo che continuò a strillare, lontano dalle orecchie del padre Cronos che mangiava i figli. Veramente anche da noi il Tempo se li mangia, ci mangia, tutti. Ma guai a dirlo al Papa.
Il giro è interessante, tanto interessante che ci sembra così breve, visto che di lì a poco tempo ci ritroviamo davanti al nostro albergo di Tzermiado, segno che il giro è finito. Bene, perché così abbiamo tutto il tempo per rientrare sulla costa Nord, via Mallia, Hersonessos, Heraklyon. Siamo al giro di boa. Domani alle 16,50 ora locale (15,50 in Italia) prenderemo il volo con il jet Eurofly gj 513.
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