Viaggio a Creta (VII)
Domenica 27 agosto: partenza da Hania direzione sud destinazione
Frankocastello.
Scendendo dai monti di Lefta Ora, il paesaggio brullo che ci aveva accompagnati per svolte e tornanti si trasforma in uno scenario di rocce brunorossastre che in certi punti cadono a picco sul mare con un effetto che ricorda un po’ i più nordici e austeri cliff irlandesi. Ci siamo immersi con piacere in questo paesaggio scabro ma luminoso, che ci portava verso il mare. Il tempo era bello, come era stato sempre nei giorni precedenti, e il mare, il mar libico - poche decine di miglia dall’Africa – si stendeva a perdita d’occhio come una coperta di seta, finalmente calmo, come non lo avevamo visto sulla costa nord. Il castello c’era, proprio sul mare, un brutto castello a piano terra dove siamo entrati a dare un’occhiata e non c’era gran che da vedere. Una piazza d’armi recintata che aveva servito in passato da presidio contro i turchi e dove alcune centinaia di ciprioti furono passati a fil di scimitarra. I loro fantasmi ritornano la notte di ogni 17 maggio… (v. nota storica)
Molto più accogliente il paese, fatto di case bianche e distanti l’una dall’altra, spesso locande che aspettavano i turisti, i quali per fortuna nostra non erano molti, e i pochi discreti e silenziosi. Siamo ben capitati in una casa bianca che aveva insieme spaccio e zimmer. La cameretta era adiacente a un pergolato dove l’uva pendeva simpaticamente sulla testa degli avventori seduti a piccoli tavoli d’osteria, o taverna come dicono loro. Intorno un canneto alto con in mezzo un sentiero che portava dritto alla spiaggia di sabbia chiara, interrotta ogni tanto da radi alberelli. Quella pergola era tra le cose migliori che si possono trovare quando si cerca un buon posto tranquillo sul mare di Creta. In posti come questi l’odore e il rumore del mare accompagnano sempre il turista desideroso di immergersi in un ambiente naturale che lo libera da rumori e immagini fastidiosi quanto falsi. Anche la cameretta non era male, sebbene modesta in tutto: letto, bagno, con qualcosa di trasandato e non troppo pulito. Però quel colore azzurro non uniforme dei muri mi ha fatto pensare alla piccola camera di Van Gogh. E naturalmente c’era il cullare del mare.
Il giorno dopo i simpatici proprietari ci hanno trasferito in un apartment che era un gioiello. Nuovo, due camere, portico con sedie a sdraio. Tutto bianco e con un giardino intorno. L’abbiamo chiamato “L’appartamento”, vale a dire il primo in assoluto dei vari apt che abbiamo avuto. Così ho lasciato con piacere le mie impressioni riconoscenti in un quaderno apposito in cui avevano scritto altri turisti, quasi tutti tedeschi. Aggiungo che il nome di questa locanda suonava molto simpaticamente “Babis & Popi” e accanto c’era la foto di lui e di lei, i genitori anziani – non più al mondo ormai – che avevano messo su l’azienda. Babis dava l’idea, il babbo, come si dice noi toscani, ma Popi? Che razza di nome era? Ma il diminutivo di Calliope! La cosa mi è parsa ancora più simpatica. Doveva essere proprio alla mano questa Calliope per farsi chiamare Popi. La mattina del quarto giorno abbiamo lasciato a malincuore il pergolato, il canneto col bel mare e soprattutto il nostro “appartamento” col suo porticato bianco, che, mentre mi voltavo indietro a guardare, diventava sempre più piccolo, un quadratino chiaro sullo sfondo pietroso della montagna. (Paola).
Mappa stradale
Nota storica
L’impressionante fortezza dello stesso colore della sabbia venne costruita dai veneziani per. proteggere la costa dai pirati e per controllare le continue ribellioni di Hòra Sfakion, località situata 14km più a ovest. La regione di Sfakià continuò a dare problemi agli occupanti turchi per diversi secoli. Nel 1770 il leggendario patriota sfakiota Ioannis Daskalogiannis condusse una sfortunata ribellione contro i turchi e fu indotto alla resa alla Fortezza di Frangokàstello. Come punizione al suo gesto di ribellione, Daskalogiannis fu scorticato vivo.
Il 17 maggio 1828, 385 ribelli cretesi capitanati da Hadzi Mihalis Dalanis si resero protagonisti di un ultimo atto di resistenza nella fortezza durante una delle battaglie più sanguinose della lotta cretese per l’indipendenza. Nel corso dei combattimenti, vennero uccisi circa 800 turchi insieme a Dalanis e ai ribelli cretesi.
GLI SPIRITI DI FRANGOKASTELLO
Il 17 maggio 1828 ha dato origine alla leggenda.
Nel giorno dell’anniversario di quella battaglia decisiva (o alla fine di maggio, comunque sempre verso l’alba) si dice che i fantasmi si materializzino intorno alla fortezza e marcino in processione verso il mare, un fenomeno che è stato confermato da numerosi osservatori casuali.
La gente del posto ritiene che queste figure siano i fantasmi dei ribelli uccisi, ma altri avanzano la
teoria che si possa trattare di un’illusione ottica creata da determinate condizioni atmosferiche, per
cui queste figure sarebbero il riflesso di cammelli o soldati in viaggio nel deserto libico. Com’è facile
capire, gli abitanti della zona sono piuttosto reticenti a rispondere alle domande su questi fantasmi, ma restano convinti che in effetti qualcosa accada... Riuscire a vederli dipenderà dalla fortuna che avrete, o dal fatto che crediate o meno ai fantasmi.
(dalla nostra guida Creta lonely planet che ci ha accompagnato durante la trasferta)
Link (inglese)
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