Viaggio a Creta (IV)
Venerdi 25 agosto
Knosso
Ci arriviamo da Ammoudara, mezz'ora di macchina, diventata tre quarti d'ora per errori di percorso. Il contrasto tra le pietre nude, anche se cosparse del color rosso che lo scopritore Evans volle ridare alle colonne ricollocate o reinventate là dov'erano, e lo splendore di terracotte, bronzi, ori, statue ed affreschi ammirati nelle 20 sale del Museo archeologico di Heraklio.
Sì, perché quattro millenni addietro Creta era un'isola felice.
Ricca e felice.
Durante la fase detta dell'Età del Bronzo, nel cuore del Mediterraneo orientale al di qua delle Colonne d'Ercole, al centro di tutte le rotte commerciali, essa era il punto di riferimento culturale per tutti i popoli del Grande Mare e per chiunque si trovasse a solcare quelle acque o sostasse, anche per poco, in quella terra beata.
Il suo potere s'allargava in cerchi concentrici in ogni direzione sul grande mare, lambendo le sponde dell'Anatolia, dell'Egitto, delle terre occidentali fino alle Colonne d'Ercole e alla Sicilia; dominava sulle isole dell'Egeo e su parte del continente che si sarebbe chiamato greco, di certo su quello che sarà poi il Peloponneso.
Sul quadrante che delimitava nettamente la parte orientale di quello che noi chiamiamo mar Mediterraneo dalla sua parte occidentale, si ergeva imponente e maestosa l'isola dove il dio Efesto aveva posto la sua officina.
Qui venne Minosse, mitico monarca di quell'età ... anche se, a dire il vero, pare che quella di Creta fosse una civiltà dove vigeva il matriarcato; dove quindi c'era una regina e non un re a governare; dove la maggiore divinità era femminile e non maschile.
Minosse, comunque, fonda 100 grandi città, fra le quali le più famose sono Cnosso, Festo, Cidonia.
Omero, nel II libro dell'Iliade, allude a tali cento grandi città quando canta:
"Il gran mastro di lancia Idomenèo
guida i Cretesi che di Cnosso usciro,
di Litto, di Mileto e della forte
Gortina e dalla candida Licasto
e di Festo e di Rizio, inclite tutte
popolose contrade, ed altri molti
dell'alma Creta abitator, di Creta
che di cento città porta ghirlanda."
Gli anelli d'oro con miniature di immagini e storie riprodotte alla perfezione sopra superfici di un cm quadro, gioielli come "api su una goccia di miele". . Artigiani di 4000 quattromila anni fa, modelli insuperati per i nostri orafi di Valenza Po, Arezzo, Ponte Vecchio di Firenze.
Architetto e capo costruttore: Dedalo.
Siamo arrivati a Knosso verso le nove e mezzo, tra i primi. Alle 11 era tutto pieno, tanti pulman. Consiglio: essere piuttosto mattinieri. Due gruppi avevano guida italiana. Addio Heraklion, si punta su Xania, profumo di Venezia-Chioggia. Un salto di qualche migliaio di anni. Già perchè dietro i crociati della IV spedizione arrivarono i mercanti veneziani che ci rimasero la bellezza di 4 secoli e mezzo (1204-1669). Che non furono sempre una gran bellezza, per lo meno non dovunque e non per tutti. I cretesi divennero cattolici, poi coi turchi mussulmani e infine cristiani ortodossi con i greci. Ne riparliamo.
Superstrada verso ovest, poco più di 2 ore. Simone al volante. Finalmente posso guardare tranquillo dal finestrino in corsa.
*** Ceterum censeo Bush administration delendam esse. Courage, american people.
Ho per ora rinunciato ad ADSL. Uso il computer per scrivere, per gli e- mail e sopratutto per leggere su Internet, blog, articoli sui film spiegazioni di parole di cui non so il significato tipo lap top.. Ho letto con interesse sul blog di Beppe Grillo l'articolo sulla RAI. Era tanto che ce ne eravamo accorti Ornella
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RispondiEliminaAlla prossima. Saluti a Luciano.
Urbano